Europa addio: perché l'Italia deve andare verso i BRICS
Come Bruxelles e Washington ci hanno condannato al declino e perché i BRICS sono l'unica salvezza per la nostra economia
di Fabrizio Verde
L’Unione Europea non è un progetto di cooperazione, ma una gabbia che soffoca la sovranità italiana. Mentre Bruxelles si inchina agli interessi statunitensi e persegue politiche economiche suicide, l’Italia si trova stretta nella morsa di un sistema neoliberista che ha devastato la nostra industria, svuotato la nostra autonomia e trasformato il Paese in un semplice esecutore di direttive esterne. È ora di ammettere la verità: l’esperimento europeo è fallito. La nostra salvezza non sta in una fuga in avanti verso un’Europa federale che non esisterà mai, ma in una rottura netta con questo sistema. E la via d’uscita è chiara: abbandonare l’euro e rivolgersi al mondo multipolare, dove i BRICS rappresentano l’unico futuro possibile per un’Italia che voglia tornare a essere padrona del proprio avvenire.
L’euro, la condanna a morte dell’economia italiana
La moneta unica è stata il più grande inganno della storia recente italiana. Presentata come strumento di stabilità, si è rivelata una camicia di forza che ha strangolato la competitività del Paese. Senza la possibilità di svalutare, l’Italia ha visto erodersi il proprio tessuto industriale, mentre il debito pubblico, invece di ridursi, è diventato un’arma per imporre ottuse politiche di austerity. I trattati europei impediscono di proteggere le imprese nazionali, di effetture i necessari investimenti nell’economia e di gestire la politica monetaria in modo adeguato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un declino economico senza fine, mentre la Germania (pur in difficoltà economica) consolida il suo dominio. Continuare con l’euro significa firmare la definitiva e irreversibile condanna a morte economica. È ora di tornare a possedere una moneta sovrana e con essa il controllo del nostro destino.
Il futuro è nei BRICS, non in un’Europa morente
Mentre l’Occidente arranca tra crisi finanziarie e guerre per procura, il mondo multipolare avanza. I BRICS non sono solo un’alternativa economica, ma una possibilità geopolitica per l’Italia di sfuggire alla marginalità. Con Russia, Cina, India, Brasile e Iran si potrebbero costruire relazioni paritarie, lontane dai ricatti ideologici e dai dogmi neoliberisti di Bruxelles e Washington. L’energia a basso costo tornerebbe a fluire verso le industrie italiane, senza le sanzioni autolesioniste imposte dagli Stati Uniti. I beni di produzione domestica avrebbero accesso a mercati in rapida crescita, invece di essere ostacolati da guerre commerciali decise altrove. E soprattutto, potremmo recuperare quella sovranità economica che l’UE ci ha sottratto, senza dover chiedere il permesso a nessuno per difendere gli interessi nazionali.
Basta neoliberismo, serve una nuova politica economica
L’Italia non può più permettersi di essere il fanalino di coda di un sistema che favorisce solo i grandi gruppi finanziari e le potenze dominanti. È tempo di abbandonare il dogma del mercato libero a tutti i costi, che ha portato solo deindustrializzazione e precarietà. Bisogna riprendere con la massima urgenza il controllo dei settori strategici, dall’energia alle infrastrutture, e smetterla di svenderli ai privati in nome di un’efficienza che non esiste. La NATO e le guerre statunitensi non ci interessano: l’Italia deve tornare a essere un ponte tra Mediterraneo ed Eurasia, non un vassallo che paga per le avventure militari altrui. Servono politiche industriali aggressive, investimenti pubblici e una banca centrale che lavori per il Paese, non per i mercati.
La scelta finale: decadenza o rinascita
L’Europa non si riformerà mai. Bruxelles è ormai un satellite di Washington, e l’euro uno strumento di dominio. Continuare su questa strada significa condannare l’Italia a un inesorabile declino, mentre il mondo avanza con decisoone verso una configurazione multipolare. I BRICS offrono una via d’uscita: un’economia senza ricatti, una politica estera senza sudditanza e un futuro in cui contare davvero. La domanda non è se possibile farlo, ma se c’è ancora il coraggio di provarci. Perché il tempo a disposizione non è infinito, e ogni giorno che passa in questa UE morente è un giorno in più verso l’irrilevanza. Il popolo italiano merita di essere sollevato da questo strazio. E il momento di reclamarlo è adesso.