Dumping salariale: ora i "cinesi" siamo noi

2485
Dumping salariale: ora i "cinesi" siamo noi

 

Forse non ci siamo capiti. Su Repubblica di ieri c'è la notizia di un raddoppio del taglio del cuneo contributivo dallo 0.86 all'1.80. Misura buona da luglio a dicembre. Si pensa ad un taglio strutturale nella legge di bilancio a favore di lavoratori e imprese ma è tutto da definire. Il giornalista dichiara che se così fosse sarebbe una misura di "competitività" (per le imprese, ovviamente, e sul piano estero) del Paese.
 
Venerdì c'è stato un attacco alle banche italiane e allo spread.
 
Se continuasse a noi farebbe male, ma anche ai paesi dell'eurozona, per effetto di rinculo finanziario.
 
Quel che in Italia non si vuole capire è che la competitività, grazie a deflazione salariale e investimenti quasi nulli, si sta dimostrando da alcuni anni già efficace, lo si vede dalle performances della produzione industriale italiana in questi primi 4 mesi, che ha sovraperformato i tedeschi, i francesi e gli spagnoli.
 
Quel che si chiede alla classe dirigente italiana, e che non capisce, è quello di riallineare parzialmente i salari italiani alla media dell'eurozona, visto che c'è dumping salariale. Ma non lo capiscono. Si accusavano per decenni i cinesi di questo, ora i "cinesi" siamo noi. I soldi li devono cacciare gli industriali, pensano loro, non lo Stato, visto che c'è una massa finanziaria di 2500 miliardi di euro provenienti in questo decennio dai profitti industriali e commerciali, che non si riversa nell'economia, e prende il volo estero. Questo modello, che si seguita a portarlo avanti, come scrissi nel 2016 (riportato nel libro), ha fatto il suo tempo. C'è un'emigrazione giovanile di talenti che fa spavento e questi chiedono soldi allo Stato. Ma come si fa?

Sempre ieri, per finire, titolo in prima pagina su Il sole 24 Ore: "Trasporti al collasso, merci bloccate - Infrastrutture ferme, autisti introvabili, ferrovie saturate il sistema è travolto. Congelate le importazioni di materie prime e componenti, export in tilt". Ora capite un tasso di investimento bassissimo negli ultimi 30 anni cosa porta? Con il mercantilismo e il protezionismo fiscale in questi decenni si è puntato più a puntellare le imprese esportatrici, favorendo anche, con una legislazione del lavoro infame, la deflazione salariale.

Nel mentre le infrastrutture marcivano, al sud non se ne costruivano, i porti non erano collegati, la ferrovia alta velocità finiva a Salerno, l'area ionica manco considerata. In questi ultimi due anni, parola del segretario della Uil Bombardiero, lo Stato ha dato 170 miliardi alle imprese. Non si potevano spenderli per le infrastrutture? Marx diceva che la prima cosa fondamentale della produzione capitalistica è la velocità di circolazione, ai fini della valorizzazione, delle merci. Ora ci troviamo con un sistema in tilt, come in Usa.

Complimenti.
 
 
 
 
 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Burevestnik: il game changer della Russia di Giuseppe Masala Burevestnik: il game changer della Russia

Burevestnik: il game changer della Russia

La triste deriva del movimento pro-Pal di Michelangelo Severgnini La triste deriva del movimento pro-Pal

La triste deriva del movimento pro-Pal

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin di Francesco Santoianni La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo di Francesco Erspamer  Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici di Paolo Desogus La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia di Marinella Mondaini “Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Cina e Russia non temono più l'Occidente di Michele Blanco Cina e Russia non temono più l'Occidente

Cina e Russia non temono più l'Occidente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti