Contro la Disinformazione Sulla Palestina. Presidio alle sedi regionali Rai

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Riceviamo e Pubblichiamo

Sin dall’inizio delle ultime manifestazioni a Gerusalemme, contro la pulizia etnica, la continua repressione del popolo palestinese e le provocazione dei coloni e delle forze d’occupazione israeliana ai fedeli in preghiera e la dissacrazione della Moschea di al-Aqsa, la posizione dei principali mezzi d’informazione italiani, e soprattutto il servizio pubblico la RAI, è stata a dir poco vergognosa.

Giornali embedded dei canali televisivi italiani hanno deciso di riportare notizie non veritiere distorcendo la realtà nel tentativo di far passare le pratiche di apartheid portate avanti dalle autorità d’occupazione come “contenzioso immobiliare”, definendo le legittime rivolte e manifestazioni a Gerusalemme non come una sollevazione nel contesto di una lotta di liberazione nazionale ma come “vandalismo”, ignorando, d’altra parte, i rastrellamenti e i linciaggi portati avanti dai coloni israeliani nei confronti dei palestinesi dei territori occupati del 1948.

Questa vergognosa distorsione dei fatti è proseguita anche con l’espandersi dell’aggressione sionista nei confronti della Striscia di Gaza, omettendo il fatto che questa si trovi sotto assedio da oltre quindici anni.

Nel migliore dei casi abbiamo visto una vergognosa ed ipocrita “equidistanza” in cui la legittima resistenza di un popolo (sancita persino dal diritto internazionale) viene messa sullo stesso piano dell’attacco militare di un’entità occupante, nel peggiore abbiamo visto etichettare la resistenza del nostro popolo come terrorismo.

Imbarazzante anche il silenzio da parte dei giornalisti RAI e dei media italiani rispetto alla chiara aggressione nei confronti dei loro colleghi palestinesi e non solo: negli ultimi giorni sono state bombardate decine di uffici e sedi di mezzi d’informazione e media palestinesi, arabi e internazionali nel tentativo di silenziare ogni voce e testimonianza proveniente dalla Palestina – a questo sono seguite anche condanne da parte della Federazione Internazionale dei Giornalisti e da altri enti e istituzioni internazionali.

Di fronte a questo comportamento del servizio pubblico di informazione, che non è nuovo, la comunità e le associazioni palestinesi in Italia esprimono la loro indignazione e denunciano che questa condotta da parte dell’informazione è una offesa e mancanza di rispetto, non solo per la comunità palestinese e araba in Italia ma anche per tutti quei cittadini italiani che si sentono privati del loro diritto di essere informati in maniera obiettiva.

Basti ricordare che le decine di manifestazioni di solidarietà che si sono svolte durante l’arco della settima scorsa, in 50 città italiane solo nel fine settimana, sono passate sotto silenzio nelle reti RAI, mentre a reti unificate hanno trasmesso la passerella di tutto l’arco politico parlamentare italiano, eccetto alcuni eccezioni, a sostegno di Israele.

Chiediamo alla Rai come servizio pubblico di rispettare l’etica e la deontologia professionale dei giornalisti.

La comunità e le associazione palestinesi in Italia

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