"Voglio ringraziare i militari in Ucraina". Le dichiarazioni, poco pacifiste, di un'obiettrice di coscienza russa
di Marinella Correggia
Il 2 marzo 2022 è stato organizzato online il dibattito «Ucraina e Russia in dialogo per la pace», a cura della Rete italiana Pace e disarmo (ovvero varie organizzazioni come Arci, Acli, Cgil, alcune Tavole della pace, Un ponte per ecc ecc. Organizzano il corteo del 5 marzo a Roma. Non li abbiamo mai visti nei mesi delle bombe Nato in Libia; meglio poi non citare la guerra per procura in Siria). IL ROSSO LO TOGLI?
Partecipavano al dibattito Yuriy Sheliazhenko (Movimento Pacifista Ucraino) ed Helena Popova (Movimento Obiettori di Coscienza Russi).
Forse non tutti hanno colto le considerazioni davvero poco pacifiste di Popova.
Ecco qua il link:
Dal minuto 41,41 al 42,1, l’esponente di Rete pace e disarmo chiede a Popova un parere sull’invio di armi da parte dell’Ue a Kiev, che la Rete italiana contesta.
Ma Popova al minuto 42,13 risponde molto chiaramente: «Mi dispiace, probabilmente non posso essere d'accordo». Poi forse si rende conto e preferisce abbandonare l’argomento per dilungarsi sulla propaganda russa dal 2014, propaganda che a suo dire ha speculato sul Donbass e sulle «storie» sulla presenza di neonazisti in Ucraina.
Poi al 46,24 lei chiede: «Devo fermarmi? »...e il moderatore sollevato: «Sì».
Si passa la domanda a Yuryi, il quale fra l'altro elabora un concetto interessante (dal minuto 47,16): «Naturalmente la propaganda in Ucraina e Russia è militarista. Ma in Ucraina è anche più problematica, perché mentre l'Occidente per molti anni ha aiutato gli attivisti in Russia a criticare l'esercito russo, al contrario in Ucraina a essere sostenuta da ambasciate occidentali e da George Soros è stata la “società civile” creata da militari». Molto chiaro.
Ma poi è obbligatorio, nel concludere, lasciare un’ultima battuta a entrambi. E così, al minuto 55,12, Helena Popova torna all’attacco: «Forse non è quello che vi aspettate di sentire da me ma voglio ringraziare i militari in Ucraina, naturalmente sono militari, che hanno fatto siti web, canali, per comunicare notizie sui soldati russi circondati e su quelli morti - perché il ministero russo della difesa nasconde tutto sui soldati. E a proposito della propaganda e dei “fascisti”…a una madre ho mandato le foto del figlio prigioniero dicendole Urrà… e lei protestava, presa dalla propaganda: “ma come, è nelle mani dei fascisti…”, allora le ho detto “guarda, quei fascisti hanno nutrito e dissetato tuo figlio, e per lui la guerra è finita, non ucciderà più e non sarà ucciso. Insomma, forse hai visto troppi film patriottici contro i “fascisti”, e pensi che si tratta di torturatori o simili, ma è non sense… Vorrei che tutti i soldati russi fossero in questa situazione, sarebbe la fine della guerra»