USA, Germania e Italia i maggiori fornitori di armi di Israele
La rete britannica BBC in un resoconto pubblicato venerdì scorso, ha messo in evidenza che, sebbene Israele sia un esportatore di armi, deve importare aerei, bombe guidate e missili per continuare la guerra nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. Una guerra che finora ha ucciso più di 33.000 palestinesi nell’enclave assediata, per la maggior parte donne e bambini.
Il media inglese ha citato i dati dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) che collocano gli Stati Uniti come il maggiore fornitore di armi di Israele, con il 69%, tra il 2019 e il 2023.
Prima della guerra, secondo il Dipartimento di Stato americano, Washington forniva a Israele 3,3 miliardi di dollari all’anno in finanziamenti militari, più altri 500 milioni di dollari per rafforzare il sistema antimissile Iron Dome.
A tal proposito, il mese scorso, il Washington Post del mese scorso ha rivelato che gli Stati Uniti hanno effettuato almeno 100 spedizioni di armi a Israele da ottobre, quando ha dichiarato guerra a Gaza. Da allora, il bilancio delle vittime dei bombardamenti israeliani ha superato le 33.000 unità.
Nel frattempo, la Germania ha fornito il 30% delle armi di cui Tel Aviv aveva bisogno negli anni dal 2019 al 2023, collocandosi al secondo posto nella lista dei paesi fornitori di armi a Israele. Terza l'Italia, con lo 0,9% del totale, secondo il Sipri.
Italia
L’Italia è il terzo maggiore esportatore di armi verso Israele, pur rappresentando solo lo 0,9% delle importazioni israeliane tra il 2019 e il 2023. Secondo quanto riferito, le esportazioni includevano elicotteri e artiglieria navale.
Secondo l’ISTAT, lo scorso anno le vendite sono state pari a 13,7 milioni di euro.
Tra ottobre e dicembre sono state approvate esportazioni per circa 2,1 milioni di euro, nonostante le assicurazioni del governo di bloccarle in base a una legge che vieta la vendita di armi a paesi che stanno conducendo una guerra o che si ritiene stiano violando i diritti umani.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto in Parlamento, il mese scorso, ha ribadito che l'Italia ha onorato i contratti esistenti dopo averli controllati caso per caso e assicurato che "non riguardassero materiali che avrebbero potuto essere usati contro i civili".
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