Russia-Ucraina: cosa è stato deciso nel nuovo round negoziale?
Si è conclusa a Istanbul la seconda tornata di negoziati tra Russia e Ucraina, la prima dopo tre anni di totale stallo. L’incontro, durato poco più di un’ora, si è svolto il 2 giugno al Palazzo Ciragan e ha segnato un passo avanti sul piano umanitario e diplomatico. Mosca ha presentato un dettagliato memorandum contenente le sue condizioni per un cessate il fuoco o una possibile pace duratura. Tra le richieste russe: il riconoscimento dell'annessione delle regioni ucraine sotto controllo russo, la neutralità militare permanente di Kiev, la dissoluzione delle milizie nazionaliste e la fine delle restrizioni contro la Chiesa ortodossa ucraina.
Sul fronte umanitario, sono stati raggiunti due accordi concreti: il rimpatrio unilaterale di 6.000 corpi di soldati ucraini e il più ampio scambio di prigionieri dall'inizio del conflitto, inclusi giovani soldati e feriti gravi. Sarà istituita una commissione medica congiunta per agevolare gli scambi futuri. Inoltre, Mosca ha proposto una tregua locale di 2-3 giorni per il recupero dei caduti nelle “zone grigie”, dove il caldo e le condizioni igieniche precarie aumentano il rischio epidemie. Il presidente turco Erdogan ha definito le trattative "meravigliose" e auspica un vertice diretto tra Putin e Zelensky.
Nonostante ciò, il regime di Kiev ha inserito il capo delegazione russo Medinski nella lista nera del portale Mirotvorets e ha intensificato gli attacchi con droni su obiettivi in territorio russo, segnalando un clima ancora lontano dalla distensione.
La proposta russa include una sequenza di misure, dalla tregua iniziale alle elezioni in Ucraina, culminando in un trattato ratificato dal Consiglio di Sicurezza ONU. Resta ora da vedere se il regime di Kiev risponderà con apertura o con nuove escalation.
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati