Riformare il RDC con porte aperte ai migranti "lavoratori": l'agenda politica è chiara

4040
Riformare il RDC con porte aperte ai migranti "lavoratori": l'agenda politica è chiara


di Giulio Di Donato

Riformate il reddito di cittadinanza, aprite le porte ai lavoratori stranieri: urge manodopera a basso costo! 

In poche righe un compendio della destra economica: il divario tra offerta e domanda di lavoro non è mai, a prescindere, un problema di salari bassi o di tutele insufficienti. Che la soluzione sia quella di superare il reddito di cittadinanza o quella di attingere a un nuovo bacino di manodopera straniera a basso costo, ciò che importa è contenere salari e diritti in basso a tutto vantaggio del profitto e delle logiche di mercato.

Peccato che a sinistra spesso si denunci giustamente il primo punto, ma si taccia sul secondo, attraverso il solito gioco delle rimozioni e delle visioni monodimensionali. Il tutto ignorando, come è proprio di una visione economicista, la dipendenza e le implicazioni multifattoriali di fenomeni storici di portata epocale quali l’impatto dei nuovi flussi migratori: ovvero la dimensione politica e prepolitica, quella geopolitica, l’analisi specifica della situazione concreta ecc. Tutto questo viene ovviamente rimosso: valgono solo le logiche eterne e sempre uguali a se stesse della Cosa economica. Peccato poi che la realtà, questa sconosciuta, smentisca continuamente l’utilità di tali schemi, Barba-Pivetti docet. 

Eppure l’evidenza ci ricorda questo: in un contesto come quella attuale, di rapporti di forza fortemente sbilanciati in senso contrario agli interessi del mondo del lavoro, la pressione migratoria rappresenta una spinta difficilmente arrestabile verso il basso e una garanzia di conservazione degli equilibri attuali. Diverso il caso di una situazione vicina ad uno stato di piena e buona occupazione, con rapporti di forza favorevoli sia a livello interno che esterno: in quel caso politiche di maggiore apertura non producono autenticamente quella pressione al ribasso quanto a potere politico e sociale delle forze del lavoro di cui sopra. 

Tutto questo significa restare indifferenti rispetto ai grandi mali del mondo? Tutt’altro. Il punto di partenza è nazionale, ma la prospettiva è internazionale e non può essere che tale, scriveva Antonio Gramsci.

Il primo passo è allora la conquista delle leve di comando nei singoli Paesi attraverso una proposta politica in grado di generare consenso oltre l’ambito dei ceti medio-alti riflessivi (difficilmente l’utopia ultra liberal delle frontiere aperte può riuscire in questo intento). Il passo successivo è adoperarsi a livello di cooperazione internazionale tra Stati per rimuovere le cause profonde delle migrazioni forzate (su tutte la povertà estrema e le politiche di guerra dell’Occidente). 

Fuori da questo disegno ci sono solo la chiacchiera moralistica, la fuga impolitica nell’astratto e i gesti, comunque preziosi, di solidarietà concreta dei singoli.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Trump-Zelensky, leggere la realtà di Marco Bonsanto Trump-Zelensky, leggere la realtà

Trump-Zelensky, leggere la realtà

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia? di Paolo Desogus Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti di Geraldina Colotti Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Presidenti con l'elmetto di Giuseppe Giannini Presidenti con l'elmetto

Presidenti con l'elmetto

"Il crollo": dal G8 di Genova al riarmo europeo 2025 di Michelangelo Severgnini "Il crollo": dal G8 di Genova al riarmo europeo 2025

"Il crollo": dal G8 di Genova al riarmo europeo 2025

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La vergogna di 800 miliardi di euro sprecati in armi di Michele Blanco La vergogna di 800 miliardi di euro sprecati in armi

La vergogna di 800 miliardi di euro sprecati in armi

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX" di Giorgio Cremaschi Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti