Riconosce la sconfitta e fugge: le contraddizioni di Edmundo Gonzalez

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Si è probabilmente conclusa l’ennesima farsa golpista orchestrata dall’opposizione venezuelana in seguito alla nuova sconfitta elettorale dello scorso 28 luglio. Questo mercoledì, come riferito da teleSUR, è stato rivelato un documento firmato dall'ex candidato dell'opposizione Edmundo González Urrutia, riconosciuto da alcuni governi anti-venezuelani come presidente eletto nonostante la sua sconfitta. Nel documento, González Urrutia riconosce la vittoria di Nicolás Maduro. Il testo è stato firmato il 7 settembre presso l'ambasciata spagnola a Caracas, e pare esistano due copie identiche.

Nel documento, indirizzato al presidente dell'Assemblea Nazionale, Jorge Rodríguez, González Urrutia riconosce l'autorità della Corte Suprema di Giustizia e la sentenza che convalida la vittoria di Maduro. González Urrutia dichiara:

Sono sempre stato e continuerò ad essere disposto a riconoscere e rispettare le decisioni adottate dagli organi di giustizia nell'ambito della Costituzione, compresa la citata sentenza della Camera Elettorale, che, sebbene non condivida, rispetto come risoluzione del più alto tribunale della Repubblica”.

Nel documento, l'oppositore aggiunge:

Riconosco che il Consiglio Nazionale Elettorale ha emesso un risultato legittimo nella notte del 28 luglio, e riconosco altresì l'autorità del Tribunal Supremo de Justicia (TSJ) e la sentenza che valida la vittoria elettorale del presidente Nicolás Maduro alle elezioni del 28 giugno”.

González Urrutia, attualmente in auto-esilio, ha pubblicato un video sui suoi canali social in cui ha fornito la sua versione riguardo alla sua partenza dal Venezuela, sostenendo di essere stato costretto a lasciare il paese. Nel video, afferma che mentre si trovava nell’ambasciata spagnola, Jorge Rodríguez e la vicepresidenta Delcy Rodríguez si presentarono con un documento che avrebbe dovuto firmare per ottenere il permesso di lasciare il paese. Secondo il racconto dell'oppositore, "o firmava o si sarebbe attenuto alle conseguenze". González Urrutia ha descritto quelle ore come di "coercizione, ricatti e pressioni", sostenendo che il documento firmato sia nullo a causa delle circostanze coercitive in cui è stato sottoscritto.

Jorge Rodríguez ha prontamente smentito queste affermazioni, dando a González Urrutia 24 ore per ritrattare e definendo la sua versione una "menzogna codarda". Durante una conferenza stampa, Rodríguez ha mostrato la lettera firmata e delle foto che testimoniano il clima cordiale dell'incontro presso l'ambasciata spagnola. Ha inoltre ribadito che il contatto iniziale fu avviato proprio da González Urrutia e che la lettera fu letta e firmata alla presenza dell’ambasciatore spagnolo, che però non appose la sua firma per mancanza di autorizzazione.

 
 
 
 
 
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Rodríguez ha espresso perplessità sul fatto che alcuni paesi europei tentino ancora di non riconoscere la vittoria di Maduro, nonostante González Urrutia abbia formalmente riconosciuto la sentenza del TSJ. Ha anche fatto riferimento all’asilo politico di González Urrutia in Spagna, suggerendo che il suo comportamento potrebbe violare gli obblighi derivanti dal suo status di rifugiato. Ha sottolineato inoltre che Venezuela ha sempre rispettato gli accordi internazionali in materia di asilo, ricordando che la partenza di González Urrutia verso la Spagna è stata approvata dal governo venezuelano.

Infine, Rodríguez ha avvertito della pubblicazione di registrazioni degli incontri tra le parti qualora González Urrutia non ritratti le sue dichiarazioni. Ha mostrato foto del momento in cui l'ex candidato firmò la lettera, confermando che l’incontro si svolse senza alcuna coercizione, con la partecipazione di Delcy Rodríguez in rappresentanza del presidente Maduro. Ha ribadito che la lettera di González Urrutia riconosce la legittimità delle istituzioni venezuelane, compresi i cinque poteri dello Stato, e che lo stesso González cercò attivamente un dialogo con le autorità venezuelane prima della sua partenza.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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