Portavoce del Dipartimento di Stato USA si dimette per la politica di Biden a Gaza

3230
Portavoce del Dipartimento di Stato USA si dimette per la politica di Biden a Gaza

 

Hala Rharrit, portavoce in lingua araba del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti si è dimessa a causa della politica di Washington sulla guerra a Gaza.

Rharrit, palestinese-americana, ha comunicato le sue dimissioni sul social media LinkedIn, precisando: “Mi sono dimessa nell'aprile 2024 dopo 18 anni di onorato servizio in opposizione alla politica degli Stati Uniti su Gaza”.

La portavoce, che è entrata al Dipartimento di Stato come funzionario politico e per i diritti umani, è stata anche vicedirettore del Dubai regional media hub del Dipartimento.

Alla domanda sulle dimissioni, un portavoce del Dipartimento di Stato ha dichiarato ieri, alla Reuters, che il Dipartimento dispone di canali per la condivisione di opinioni da parte del personale in disaccordo con le politiche del governo.

A fine marzo, Annelle Sheline, funzionario dell'ufficio per i diritti umani del Dipartimento di Stato, si era dimessa per protesta contro il sostegno dell'amministrazione Biden a Israele, sottolineando che ciò aveva reso il suo lavoro di promozione dei diritti umani è “quasi impossibile”. 

In precedenza, il veterano del Dipartimento di Stato Josh Paul, ex direttore che supervisionava i trasferimenti di armi degli Stati Uniti, si era dimesso per la fornitura di armi a Israele da parte di Biden, “distruttiva e ingiusta”, pochi giorni dopo l'inizio della guerra a Gaza.

A gennaio, un alto funzionario palestinese-americano del Dipartimento dell'Istruzione degli Stati Uniti, Tariq Habash, si è dimesso dal suo incarico, affermando di non poter più “rimanere in silenzio mentre questa amministrazione chiude un occhio sulle atrocità commesse contro vite palestinesi innocenti”.

Nonostante le crescenti critiche internazionali all'offensiva di Israele, che ha ucciso più di 34.300 persone e raso al suolo vaste aree di Gaza, l'amministrazione Biden ha continuato a fornire al suo alleato un flusso costante di armi.

La settimana scorsa, il Wall Street Journal ha riferito che la Casa Bianca stava studiando un ulteriore accordo con Israele per fornire un miliardo di dollari in armi.

Questo mercoledì, il Senato degli Stati Uniti si è unito alla Camera dei Rappresentanti nell'approvare una legge sugli aiuti che fornirà 26 miliardi di dollari in aiuti a Israele e Palestina, con 4 miliardi di dollari destinati a rifornire il sistema di difesa missilistica di Israele e circa 9 miliardi di dollari per l'assistenza umanitaria ai palestinesi di Gaza.

Sono stati segnalati dissensi interni all'amministrazione Biden mentre il bilancio delle vittime a Gaza continua a salire.

A novembre, più di 1.000 funzionari dell'USAID, l'organizzazione per gli aiuti internazionali del Dipartimento di Stato, hanno firmato una lettera aperta per chiedere un cessate il fuoco immediato. Sono stati depositati anche dei cablogrammi che criticano la politica dell'amministrazione presso il “canale del dissenso” interno al Dipartimento di Stato.

La guerra ha anche scatenato diffuse manifestazioni contro la guerra in tutti gli Stati Uniti e nelle ultime settimane le proteste si sono intensificate nelle università statunitensi.

Le proteste guidate dagli studenti hanno visto la creazione di accampamenti nei principali campus per chiedere il disinvestimento dalle aziende coinvolte nell'occupazione della terra palestinese da parte di Israele e nel “genocidio” di Gaza. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte) di Giuseppe Masala Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi di Michelangelo Severgnini E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale   Una finestra aperta Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran di Francesco Santoianni "Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti