Paolo Maddalena: Primi atti Governo Draghi confermano la sua natura neoliberista

Paolo Maddalena: Primi atti Governo Draghi confermano la sua natura neoliberista

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

 

di Paolo  Maddalena*

Il programma del governo Draghi sta muovendo i suoi primi passi, e conferma, come avevo detto, di voler procedere su un binario sbagliato, che non porta al benessere dell’Italia, ma alla rovina sua e di tutti i lavoratori.

Oggi al Ministero dello Sviluppo Economico sono presenti i lavoratori della Whirlpool, mentre sul tavolo del neo Ministro Giorgetti si discute della questione Ilva.

Le parole di Giorgetti riguardano entrambi i casi e promettono aiuti alle attuali imprese e comunque uno slittamento del blocco dei licenziamenti a data da destinarsi.

 

LEGGI: Memorandum: una moderna tragedia greca di Antonio di Siena Prefazione di Carlo Formenti, postfazione di Leonidas Vatikiotis

 

 

Ci troviamo di fronte a una politica assistenziale, che proroga la situazione di disagio economico italiana, puntando tutto sull’iniziativa privata, e dimenticando che i problemi attuali, come sta avvenendo in tutti i Paesi del mondo, si risolvono soltanto con l’intervento dello Stato nell’economia.

Dare concessioni ai privati non assicura che questi impiegano i fondi loro concessi in attività economica, e non c’è strumento giuridico che li possa obbligare.

Soltanto l’iniziativa pubblica, in un momento di crisi come questa, che ricorda da vicino la grande crisi degli anni ’30 e la sofferta crisi del secondo dopo guerra, è in grado di avviare l’economia sulla via dello sviluppo e della piena occupazione.

Ma, come abbiamo sentito, nel discorso di Draghi la parola pubblico non appare neppure una volta, come non appare neppure una volta il nome Costituzione, sui cui principi si fondano i diritti fondamentali dei lavoratori.

Draghi ci spinge nel baratro, perché nella sua mente è svanito del tutto l’insegnamento del suo maestro Federico Caffè, ed egli è rimasto un convinto neoliberista, che vuole la potenza dei ricchi e l’annientamento dei deboli.

Sarà pure convinto, e non sono certo io a negare che egli agisca in buona fede, ma la sua grande intelligenza dovrebbe avvertirlo che si è posto su una strada completamente sbagliata: quella di aiutare i potenti, ai quali egli è molto simpatico (specialmente se si tratta di potenti stranieri) e non difendere il fondamento della Repubblica italiana e cioè il lavoro.

Lo afferma l’articolo 1, che Draghi non vuol tenere in mente, secondo il quale: “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e la sovranità appartiene al Popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Sorprende e spaventa l’unanime consenso che in Parlamento ha avuto questo suo programma e mi chiedo che significato ha appoggiare un governo che si dichiara contrario alle proposte che i singoli partiti avevano avanzato sino al giorno prima.

Una spiegazione veramente balorda a questo interrogativo l’ha data Matteo Renzi, il quale, dopo essere stato strenuo sostenitore del Mes, diceva lui nell’interesse del Popolo italiano, ha poi cambiato idea quando ha visto compiuta la sua opera di destabilizzazione del governo Conte due. Egli ha detto che rinunciava al Mes, perché il suo Mes era Mario Draghi, una vera e propria confessione.

Concludo con le parole di chi ha unito l’Italia nella lingua, il sommo Poeta: “ahi serva italia di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta”.

*Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

Potrebbe anche interessarti

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica di Paolo Desogus I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

Voto russo e ipocrisia occidentale di Fabrizio Verde Voto russo e ipocrisia occidentale

Voto russo e ipocrisia occidentale

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba di Geraldina Colotti Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese di Leonardo Sinigaglia Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Il ruolo dei media in Occidente di Giuseppe Giannini Il ruolo dei media in Occidente

Il ruolo dei media in Occidente

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia? di Paolo Arigotti Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

La colpa della sinistra liberista di Michele Blanco La colpa della sinistra liberista

La colpa della sinistra liberista

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti