Missili tedeschi contro il ponte di Crimea?

3018
Missili tedeschi contro il ponte di Crimea?

 

di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico

 

Secondo quanto scritto il 1 marzo sul proprio canale Telegram dalla direttrice di RT, Margarita Simon’jan, sarebbero circolate registrazioni audio in cui alti ufficiali della Bundeswehr stavano discutendo dettagli sul possibile bombardamento del ponte di Crimea e sul numero di missili necessari allo scopo.

La “discussione” sarebbe avvenuta intorno a metà febbraio, così che mentre ora il cancelliere Olaf Scholz nega l’eventualità di una aperta partecipazione NATO al conflitto in Ucraina, due settimane prima quegli stessi ufficiali tedeschi parlavano tranquillamente della partecipazione di USA e Gran Bretagna alla guerra, dandola come cosa acquisita.

Indicativo che, appena alla vigilia Scholz, secondo quanto scritto da Tagesschau, avesse dichiarato che Berlino non fornirà a Kiev missili alati “Taurus” a lunga gittata che, se «non correttamente manovrati, possono colpire obiettivi anche nell’area di Mosca», ribadendo anche il no tedesco all’invio di soldati tedeschi in Ucraina.

E, secondo alcune ipotesi, la “fuga” dei colloqui telefonici tra il capo operazioni-esercitazioni del comando dell'aeronautica militare, l'ispettore della “Luftwaffe” e gli addetti del centro operazioni aeree tedeschi, potrebbe essere non altro che una vendetta dei servizi segreti britannici. È questa l’opinione, ad esempio, dell’osservatore della Rossijskaja Gazeta Timofej Borisov.

A dir poco curioso il fatto che uno degli interlocutori della registrazione audio menzionasse l’intenzione del Ministro della guerra Boris Pistorius di elaborare i termini di consegna dei “Taurus” e parlasse quindi del loro utilizzo contro il ponte di Crimea: «Abbiamo studiato approfonditamente la questione» è detto nella registrazione, «e purtroppo abbiamo concluso che il ponte, per le sue dimensioni, è simile a una pista di decollo. Pertanto, potrebbero non bastare 10 o nemmeno 20 missili».

Si è parlato anche dell’addestramento di militari ucraini, evidentemente all’impiego di tali missili. Importante, vien detto, «nella programmazione di tali operazioni, indicare nelle immagini i punti fondamentali».

Timofej Borisov, nel ricordare le parole pronunciate il 29 febbraio da Scholz, a proposito del rischio di colpire obiettivi vicini a Mosca, ne conclude che, proprio per questo, il cancelliere non consentirebbe alla fornitura di “Taurus” a Kiev. Per la prima volta, osserva Borisov, nelle parole di un leader europeo, è stata menzionata Mosca quale eventuale obiettivo e, soprattutto, Scholz ha affermato di non potersi fidare di Vladimir Zelenskij per il controllo di tali missili a lungo raggio, dal momento che il capo golpista è sotto il completo controllo degli anglosassoni e lui, Scholz, non è sicuro che Zelenskij non le possa utilizzare per scopi propri, contrari a quelli tedeschi.

D’altronde, secondo Scholz, i tedeschi non potrebbero controllare i “Taurus” forniti, perché ciò richiede la presenza di personale della Bundeswehr in Ucraina e per questo è necessaria l'approvazione del Bundestag. Rimane il fatto, chiosa Borisov, che il solo desiderio del cancelliere, per quanto forte e sincero sia, di non mandare i missili è un po’ poco.

Dunque, a parere di Borisov, l'indignazione degli anglosassoni è stata causata dalle parole di Scholz, secondo cui i tedeschi non potrebbero fare ciò che invece stanno tranquillamente facendo anglosassoni e francesi. Vale a dire: il personale militare tedesco non può trovarsi sul territorio ucraino per programmare i lanci di propri missili a lungo raggio, come fanno, ad esempio, gli inglesi con i missili “Storm shadow”.

In altre parole, gli inglesi avrebbero inteso le parole di Scholz sui militari anglosassoni in Ucraina, come una rivelazione di segreti militari, di cui, peraltro, sembrano essere “all’oscuro” solo le testate liberal-democratiche, in particolare quelle italiche. E, così, per vendicarsi di una “pagliuzza” cacciata dai tedeschi negli occhi degli anglosassoni, questi ultimi hanno risposto con una trave negli occhi degli “avversari”, favorendo la fuga di parole a proposito del ponte di Crimea.

----

L'AntiDiplomatico è un giornale online regolarmente registrato al Tribunale di Roma che subisce la censura di "fact-checker" di testate a noi concorrenti e dell'agenzia statunitense NewsGuard. C'è un solo modo per essere sicuri di rimanere sempre aggiornati con il nostro lavoro: cliccando qui.

 

Fabrizio Poggi

Fabrizio Poggi

Ha collaborato con “Novoe Vremja” (“Tempi nuovi”), Radio Mosca, “il manifesto”, “Avvenimenti”, “Liberazione”. Oggi scrive per L’Antidiplomatico, Contropiano e la rivista Nuova Unità.  Autore di "Falsi storici" (L.A.D Gruppo editoriale)

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La strategia del riccio di Trump di Giuseppe Masala La strategia del riccio di Trump

La strategia del riccio di Trump

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita   Una finestra aperta Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime di Geraldina Colotti Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Professioni e privilegi di Giuseppe Giannini Professioni e privilegi

Professioni e privilegi

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA di Gilberto Trombetta IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Tempi duri per i poveri di Michele Blanco Tempi duri per i poveri

Tempi duri per i poveri

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis di Giorgio Cremaschi Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti