Marco Travaglio - Le "paci giuste"

1040
Marco Travaglio - Le "paci giuste"


di Marco Travaglio*

Una settimana fa a Gaza i palestinesi morivano a decine al giorno per bombe e per fame, a Tel Aviv il governo annunciava annessioni della Striscia e della Cisgiordania e deportazioni dei gazawi, la Flotilla stava per essere fermata dagli israeliani in acque internazionali e le piazze d’Occidente si riempivano di manifestanti per chiedere ai governi di fermare la mattanza. Sembra un secolo: il quadro s’è totalmente e fulmineamente ribaltato, anche se tutti sanno che la tregua non è la pace (il Medio Oriente passa da una guerra all’altra da tremila anni) e sperano che diventi qualcosa di stabile e duraturo. Perché ciò accada, chi ha il potere di decidere dovrà sfoderare più fantasia e pragmatismo delle tifoserie ultrà che si scontrano nell’opinione pubblica con tesi opposte, ma stesso settarismo: quelli che “Israele è sempre stato e sempre sarà così” (come se Netanyahu fosse uguale a Rabin, ucciso da un fan di Bibi e dei suoi nazi-ministri per aver firmato la pace con Arafat) e quelli che “i palestinesi sono sempre stati e sempre saranno quelli del 7 ottobre”. Un antidoto agli opposti fanatismi che cianciano di “pace giusta” mentre la gente crepa è l’approccio di Trump, che è la canaglia a tutti nota, ma almeno un pregio ce l’ha: non è ideologico, non ragiona per pregiudizi, è completamente amorale e dunque non conosce moralismi né “imperi del Bene” da scatenare in guerra contro gli “assi del Male”.

C’è da trattare con Hamas? Tratta con Hamas. Con gli Houthi? Con gli Houthi. Con l’Iran? Con l’Iran. Idem con Putin e Xi. Dovremmo scordarci le “paci giuste”, peraltro mai esistite nella Storia, e acconciarci alle “paci possibili”, che sono sempre “sporche”: nascono dal compromesso fra interessi opposti, cioè dalla diplomazia, che deve scontentare un po’ tutti trovando un punto di incontro realistico rispettando i rapporti di forze.

Vale per Netanyahu, che deve ingoiare un accordo firmato in pompa magna da Trump, Erdogan, al Thani e al Sisi che promuove Hamas a poliziotto di Gaza, rinfoderare i propositi di annessione, deportazione, guerra infinita e tornare al voto con un pugno di mosche. Vale per i palestinesi, che devono trovare una leadership spendibile per riavviare il faticoso percorso verso lo Stato, citato sia pur vagamente dal patto Trump (e chissà che Hamas, o come si chiamerà, non si candidi a esserlo rinunciando alla lotta armata e riconoscendo Israele come fece l’Olp: da terroristi a statisti è un attimo, vedi al Jolani in Siria). E si spera che valga pure per Ucraina e Russia, dove gli euro-nani Ue continuano a inseguire la “pace giusta”, cioè la chimera della sconfitta militare russa, mentre Kiev seguita a perdere uomini e territori. Anche lì l’alternativa alla guerra è una sola: la pace sporca.

*Fatto quotidiano, 15 ottobre 2025

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Premio Nobel per l'Economia o per il Nichilismo? di Giuseppe Masala Premio Nobel per l'Economia o per il Nichilismo?

Premio Nobel per l'Economia o per il Nichilismo?

“L’operazione della Resistenza una risposta all’occupazione” di Michelangelo Severgnini “L’operazione della Resistenza una risposta all’occupazione”

“L’operazione della Resistenza una risposta all’occupazione”

Dal concetto alla pratica: la Cina e lo sviluppo globale delle donne   Una finestra aperta Dal concetto alla pratica: la Cina e lo sviluppo globale delle donne

Dal concetto alla pratica: la Cina e lo sviluppo globale delle donne

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo di Francesco Erspamer  Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

Giorgia Meloni e il "weekend lungo" di Paolo Desogus Giorgia Meloni e il "weekend lungo"

Giorgia Meloni e il "weekend lungo"

Premiata con il Nobel l'alter ego di Netanyahu di Geraldina Colotti Premiata con il Nobel l'alter ego di Netanyahu

Premiata con il Nobel l'alter ego di Netanyahu

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000 di Alessandro Mariani Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Svelato il piano per reclutare mercenari stranieri per Kiev di Marinella Mondaini Svelato il piano per reclutare mercenari stranieri per Kiev

Svelato il piano per reclutare mercenari stranieri per Kiev

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Regionali Toscana. Piccola consolazione, ma grande speranza di Michele Blanco Regionali Toscana. Piccola consolazione, ma grande speranza

Regionali Toscana. Piccola consolazione, ma grande speranza

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti