Marche, i volti del dolore

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Marche, i volti del dolore

 

Primo giorno di sole, dopo cieli bui e montagne d’acqua e fango.

In questi giorni di lutto per la mia regione, travolta da una calamità anomala, esprimo la mia solidarietà a tutti coloro che hanno un parente o un amico perso o disperso.

Esprimo solidarietà anche a coloro che hanno visto i propri beni materiali e affettivi distrutti, danneggiati, e a coloro che hanno smarrito i propri animali. Sono numerosi gli animali domestici dispersi. Anche la loro assenza dilania l’animo di chi ne è alla ricerca.

L’evento è stato inaspettato, la quantità d’acqua inaudita e, personalmente, non ho gli strumenti né le conoscenze tecniche per poter dare un giudizio su eventuali responsabilità connesse a mezzi che avrebbero, forse, potuto prevenire questa tragedia. 

Sarà la Procura a indagare sulla manutenzione del Misa e sulla possibilità di allertamento della popolazione, a fronte di bollettini meteo che, pare, non segnalassero tali livelli di precipitazione. 

Tutto è avvenuto in maniera improvvisa.

Certo è, e questo mi sento di dirlo in riferimento al nostro paese, che il sistema di appalti giocati al ribasso, connessi all’incentivazione di privatizzazioni ed esternalizzazioni di servizi pubblici, non aiuterà l’Italia.

Così come, in piena emergenza climatica, non aiuterà l’idea di un folle ritorno a superati sistemi energetici basati sul carbone, col solo fine di far danno a quelli che, oggi, son considerati i “cattivi”.

Leggendo le storie di chi non c’è più e guardandone i volti in fotografia, ho pensato che le braccia di fango abbiano strappato via le anime migliori.

A fronte di ciò, ho trovato toccante la solidarietà degli italiani strettisi attorno ai cittadini marchigiani delle aree colpite.

Un tale sostegno, inferibile anche dai commenti sui social, è da connettersi altresì a un’informazione che, nel complesso, ha dato dei volti umani alle vittime, al di là dei giochi di odio troppo spesso mediaticamente alimentati, anche quando si narra di tragedie.

Se una simile narrazione rispettosa fosse garantita anche su altre vicende, comprese quelle belliche, le persone si stringerebbero sempre più spesso accanto a chi soffre, il dolore di ogni vittima sarebbe rappresentato e, al di là della manipolazione e della menzogna, ogni vicenda sarebbe più facilmente districata.

Sara Reginella

Sara Reginella

Psicologa a indirizzo clinico e giuridico, psicoterapeuta, regista e autrice di reportage di guerra. I suoi lavori integrano l’interesse per le dinamiche psicologiche con l’attenzione per l’attualità e uno sguardo che mai dimentica le frange socialmente più vulnerabili.

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