L'Affaire McCarthy e il ruolo di Donald Trump nella politica Usa attuale

2570
L'Affaire McCarthy e il ruolo di Donald Trump nella politica Usa attuale

 

Il voto per l’elezione del presidente della Camera degli Stati Uniti ha dimostrato che Donald Trump “resta un punto di riferimento” del partito repubblicano, nonostante le inchieste giudiziarie e il rischio di essere escluso dalla prossima corsa presidenziale.

Una figura ambigua

La scelta di Kevin McCarthy come presidente della Camera per conto della maggioranza repubblicana è stata difficile a causa della resistenza dell’ala radicale del partito, il Freedom Caucus, che lo ha costretto a quattordici tentativi andati a vuoto prima di essere eletto. E ciò benché sia il Caucus che McCarthy fossero dati per trumpiani.

Il punto è che la figura di McCarthy risulta alquanto ambigua. Un articolo del Washington Post di settembre, ad esempio, riferiva che McCarthy e i suoi consiglieri hanno speso milioni di dollari per “eliminare sistematicamente i candidati del GOP” del Freedom Caucus alle recenti elezioni di midterm, creando PAC ad hoc, spesso anonimi.

Una campagna che ha avuto anche l’apporto di FTX, il colosso delle criptovalute che è stato anche il più importante donatore del partito democratico e che successivamente è fallito con grande clamore mediatico.

Non solo, Tucker Carlson, l’anchorman di riferimento del trumpismo, lo scorso aprile aveva commentato con acrimonia una registrazione, pubblicata sul New York Times, nella quale McCarthy chiedeva a Liz Cheney, neocon e ferocemente avversa a Trump, se si potessero censurare i suoi colleghi repubblicani.  Carlson, nel commentare la registrazione, ha aggiunto che, se McCarthy fosse stato eletto presidente della Camera, “avremo un Congresso repubblicano guidato da un burattino del partito democratico”.

Il sostegno di Trump

Nonostante tali ambiguità, Trump aveva sostenuto con forza McCarthy come speaker della Camera, restando però stranamente in silenzio mentre i suoi tentativi di essere eletto venivano affondati dai ribelli del Freedom Caucus, che pure vanta legami forti con l’ex presidente (vedi ad esempio come Matt Gaetz, il leader dei ribelli, si sia rifiutato, al contrario di altri, di scaricare Trump in favore di Ron DeSantis, astro nascente del partito repubblicano).

Alla fine, McCarthy ha dovuto cedere al Caucus, assecondandone le richieste (1), che probabilmente si concretizzeranno in ruoli chiave nelle Commissioni della Camera, che possono incidere sulla politica interna ed estera americana, come ad esempio l’impegno Usa nei confronti dell’Ucraina (che McCarthy aveva detto di voler verificare perché non vuole firmare “assegni in bianco” in favore di Kiev). Vedremo.

Resta la vittoria del Caucus e il fatto che Trump abbia battuto un colpo. Non è ancora morto e sepolto, come cercano di accreditare i suoi tanti nemici.

 

(1) Una settimana fa, parlando della lotta per l’elezione a speaker, anche Carlson aveva detto che per avere i voti necessari, McCarthy doveva fare delle “concessioni“.

 Piccole Note

Piccole Note

 

Piccole Note è un blog a cura di Davide Malacaria. Questo il suo canale Telegram per tutti gli aggiornamenti: https://t.me/PiccoleNoteTelegram

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Come la post-verità diventa post-realtà di Giuseppe Masala Come la post-verità diventa post-realtà

Come la post-verità diventa post-realtà

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita   Una finestra aperta Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Caracas contro il fascismo e per la Palestina di Geraldina Colotti Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Professioni e privilegi di Giuseppe Giannini Professioni e privilegi

Professioni e privilegi

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA di Gilberto Trombetta IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Tempi duri per i poveri di Michele Blanco Tempi duri per i poveri

Tempi duri per i poveri

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis di Giorgio Cremaschi Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti