La via più cara al mondo e' a Milano...

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La via più cara al mondo e' a Milano...

 

Servizio di CNN di qualche giorno fa: «Ciao ciao Quinta strada, la via più costosa del mondo è ora a Milano».

Ma tante altre città italiane non sono molto indietro e ogni volta che torno in patria sono infatti sorpreso dal numero di BMW e Audi che circolano, percentualmente ben più ampio che nella ricca Boston.

Se invece dessi retta agli interventi che leggo su facebook dovrei dedurne che l'Italia sia un paese in piena crisi e con crescente povertà.

Ma la contraddizione la si può spiegare. Incoraggiati da una sinistra che detesta il popolo e rispetta solo gli individui, meglio se stranieri o fluidi, e da una destra che ritiene che tutto debba andare ai vincenti (che in quanto tali diventano meritevoli) e nulla ai perdenti (che in quanto tali diventano colpevoli), gli italiani hanno scelto di immiserire metà della loro popolazione per arricchirne un 20% e smodatamente il solito 1%, che fa tanto Stati Uniti. Tanto il 50% immiserito si limita a sognare di entrare nel 20% (magari affittando su Airbnb la casa in città e andandosene in periferia sperando che legioni di turisti distruggano tutto ma facendogli fare abbastanza soldi da potersene scappare all'estero) e comunque si consola facendo di un tennista di madrelingua tedesca (e seconda lingua inglese) e che vive a Montecarlo per non versare neanche un euro allo Stato italiano, un modello di vita e un eroe nazionale. E quando proprio sono incazzati, l'unica cosa che li spinge a scendere in piazza è l'odiato canone televisivo, o ancor di più i costi della politica, mentre i costi dei miliardari vanno benissimo. Si chiama neoliberismo ed è esattamente quello che da trent'anni votate, tollerate, in fondo apprezzate.

*Post Facebook del 25 novembre 2024

Francesco Erspamer

Francesco Erspamer

 

Professore di studi italiani e romanzi a Harvard; in precedenza ha insegnato alla II Università di Roma e alla New York University, e come visiting professor alla Arizona State University, alla University of Toronto, a UCLA, a Johns Hopkins e a McGill

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