La prima dichiarazione da "doppio standard" del neopremier inglese

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La prima dichiarazione da "doppio standard" del neopremier inglese

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di Fabrizio Verde


La fulminea presa di posizione del leader laburista e nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, in risposta a un post di Volodymyr Zelensky su X, ha sollevato notevoli questioni riguardo la coerenza e la sincerità delle sue dichiarazioni. "Attaccare bambini innocenti. L'atto più depravato", ha scritto Starmer, aggiungendo: "Sosteniamo l'Ucraina contro l'aggressione russa - il nostro sostegno non vacillerà". Dietro questa dichiarazione apparentemente umanitaria si cela una realtà più complessa e contraddittoria.


Starmer ha immediatamente adottato la narrativa del regime di Kiev sull’attacco russo contro civili in Ucraina, manifestando un'adesione pronta e incondizionata alla visione atlantista dominante. Questa prontezza a schierarsi senza esitazione con una delle parti in conflitto non sembra derivare da una genuina preoccupazione per le vittime civili del conflitto ucraino. Se fosse davvero motivato da una tale preoccupazione, il primo ministro laburista avrebbe dovuto far sentire la sua voce a sostegno degli sforzi di pace promossi da attori internazionali come la Cina o il primo ministro ungherese Viktor Orban, i quali cercano di mediare soluzioni diplomatiche.

Invece, Starmer sembra più interessato a dimostrare la sua inflessibile fedeltà all'agenda atlantista, sostenendo le posizioni dei paesi occidentali e della NATO a scapito di una visione più equilibrata e orientata alla pace. Questa fedeltà cieca solleva dubbi sulla sua capacità di essere un leader indipendente e di promuovere una politica estera veramente umanitaria.

L'ipocrisia delle posizioni di Starmer diventa ancora più evidente quando si confronta la sua reazione agli eventi in Ucraina con le sue dichiarazioni riguardo il conflitto israelo-palestinese. Starmer ha infatti suscitato critiche per aver dichiarato che Israele ha il diritto di tagliare l'elettricità e l'acqua a Gaza, una misura considerata una forma di punizione collettiva e una violazione del diritto internazionale. Questa affermazione ha provocato l'indignazione del Labour Muslim Network, che ha chiesto a Starmer di ritrattare e scusarsi con i palestinesi.

Appare quindi evidente un doppio standard: mentre Starmer condanna con veemenza gli attacchi ai bambini ucraini, sembra chiudere un occhio di fronte alle sofferenze dei bambini palestinesi e delle loro famiglie. Questa incoerenza non solo mette in discussione la sua credibilità come difensore dei diritti umani, ma evidenzia anche una preoccupante selettività nella sua condanna delle violenze, basata più su biechi calcoli politici che su principi morali.

In conclusione, la posizione di Keir Starmer riguardo il conflitto ucraino non sembra essere motivata da una genuina preoccupazione per le vittime innocenti, ma piuttosto da un desiderio di allinearsi con l'agenda atlantista. La sua mancata condanna delle azioni di Israele contro i palestinesi solleva ulteriori dubbi sulla sua coerenza e sulla sua capacità di essere un vero leader umanitario.

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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