La petizione che prende le distanze dalle parole del Presidente Mattarella sulla Russia
di Agata Iacono
Ricordate la campagna "La Russia non è nostra nemica", che ha suscitato la reazione scomposta dell'ambasciata ucraina, l'ordinanza di Gualtieri per Roma e la repressione in moltissime città italiane? Spontaneamente si erano formati gruppi di cittadini per esprimere solidarietà al popolo russo e trasmettere il proprio dissenso alla politica russsofoba di Apartheid, sanzioni, discriminazione e odio, nei confronti dei cittadini russi. (IN CALCE ALL'ARTICOLO TUTTI GLI ARTICOLI CON CUI ABBIAMO SEGUITO LA VICENDA)
"Come Cittadini Italiani, identificandoci pienamente nell’Italia nata dalla Insurrezione Partigiana del 1945 e nei valori dei Padri Costituzionali, intendiamo esprimere la nostra completa Solidarietà Politica al governo Russo, espressione di quel Popolo che versò il più imponente contributo di sangue nella Grande Guerra Patriottica, (ventisette milioni di morti) che sconfisse e pose fine alla tirannide genocida nazi-fascista.
I nostri nonni e padri, su altre montagne e campi, sfidarono armi alla mano il nemico, come i vostri nonni e padri, pagando con torture e morte, stroncati nel fiore degli anni. Noi che il fascismo abbiamo visto nascere, in contrapposizione al movimento di civiltà composto da lavoratori, operai e contadini, che solcavano il cammino per una vera Europa dei Popoli, non possiamo infangare la storia con una visione distopica ed errata, con inammissibili analogie storiche tra la Russia e il Terzo Reich.
Ed anche ultimamente riteniamo che sia continuata, sui campi del Donbass, la stessa lotta ad un nuovo nazismo sostenuto e foraggiato dall’atlantismo che ha come primo obiettivo la distruzione di UNA EUROPA POLITICA DI PACE, LAVORO E SOLIDARIETA’, conveniente e funzionale ad una grande potenza difesa da due oceani ma non ai nostri Popoli.
Dicevano i nostri avi Latini che sbagliare è umano ma perseverare è diabolico.
La narrazione del “minculpop” atlantico a reti e stampa unificate, l’arma da guerra più imponente dell’occidente collettivo, descrive l’operazione militare speciale russa come un attacco proditorio ad un paese sovrano, dimenticando la drammatica aggressione subita da anni dalle popolazioni russofone del Donbass e il tentativo di pulizia etnica portato avanti dal regime golpista ucraino che al suo interno ha una robusta componente dichiaratamente nazista.
Per questo motivo riteniamo che l’intervento del governo della Federazione russa sia stata una tragica ma legittima e inevitabile reazione alla minaccia ai confini del territorio della Russia e dei suoi Popoli, che pochi giorni orsono hanno dovuto sopportare tragici episodi di massacri di popolazione civile nell’ area di Kursk e dal 2014 in Donbass che hanno coinvolto bambini, donne ed anziani.
Non accettiamo questo capovolgimento della realtà. Il paragone con la conferenza di Monaco del 1938 compiuto dal Presidente Mattarella è un errore storico e politico che stigmatizziamo nella maniera più ferma.
Siamo convinti che siete a conoscenza della profonda amicizia e rispetto che lega i Nostri antichi Popoli; conosciamo la vostra incrollabile pazienza e discernimento ed il vostro rispetto per quasi tremila anni della Nostra Civiltà e Cultura che stimate e rispettate.
Non siamo come i governi baltici o scandinavi, la nostra è sempre tendenzialmente stata una relazione profonda e proficua, nonostante che un’armata fascista abbia invaso il vostro Paese. Abbiamo memoria della generosità di tante operaie e contadine nei confronti dei nostri nonni, traditi ed abbandonati da una dittatura con la quale abbiamo regolato i conti.
Il ruolo dell’Italia deve essere quello di costruire ponti di civiltà, prosperità e fratellanza in UN MARE NOSTRUM DI PACE.
Chiunque segue amicizie sbagliate, per errato calcolo o codardia politica, sarà destinato a pagarne le spese: questo abbiamo come esempio storico.
Non vogliamo ripercorrere tragedie conosciute nel nostro continente, in un momento di profonda decadenza etica, culturale e politica.
Chiediamo scusa per affermazioni errate che non condividiamo: con i fatti proveremo a riscattare il Nostro Paese ferito.
Chiediamo a tutti di sottoscrivere questo appello apponendo la propria firma."
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PRIMA PUNTATA:
QUINTA PUNTATA