La colonizzazione italiana vista dalla Borsa
di Alessandro Volpi
Torno sui profitti delle banche che mi sembrano davvero eccessivi. Mi soffermo su due punti.
Il primo. Gran parte di questi profitti dipendono dagli alti tassi della Bce e dalla remunerazione che la stessa Bce garantisce alle riserve delle banche. Tale deposito è remunerato dalla Bce con un tasso del 4%: in pratica le banche tengono ferma una parte delle proprie risorse e la Bce le premia lautamente. Si tratta di una follia in un momento in cui l'economia è stagnante e servirebbe rianimarla: invece la Bce fa l'esatto contrario, garantendo così solo i profitti delle grandi banche, che li destinano ai propri grandi azionisti. E' utile ricordare a tal proposito che la Bce paga alle banche il 4% mentre il rendimento medio che le banche italiane forniscono ai loro depositanti è pari allo 0,86%!
Il secondo punto ha a che fare con la desertificazione degli sportelli bancari. A fronte di due anni di profitti record, le banche italiane hanno chiuso circa 1500 sportelli, privando interi territori di un servizio fondamentale; ormai sono oltre 3300 i Comuni italiani in cui non esiste uno sportello bancario. Profitti alle stelle garantiti da una Bce assurda e riduzione dei servizi. Mi sembra davvero intollerabile.
La colonizzazione italiana.
La Borsa di Milano è molto piccola; ha una capitalizzazione di circa 750 miliardi di euro perché, tolte banche e assicurazioni, c'è davvero poco, a dimostrazione della sua natura sostanzialmente finanziaria. Ma il dato ancora più rilevante è costituito dal fatto che gli investitori istituzionali italiani sono solo l'8% del totale, che per il 92% è composto da stranieri, di cui poco meno del 40% sono statunitensi e, guarda caso, sono grandi fondi. L'Italia non c'è più....
--------------------------
L’AntiDiplomatico, un giornale online regolarmente registrato subisce la censura su Facebook e Google per il volere di un’agenzia statunitense, NewsGuard, e “fact-checker indipendenti” di giornali con una visione del mondo avversa alla nostra. Questo è il modo per restare sempre in contatto con il nostro lavoro di informazione.