I dazi di Trump, il debito pubblico mondiale e le ricette del FMI
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di Alessandro Volpi*
Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale il debito pubblico globale arriverà al 100% del Pil mondiale nel 2030, ma già quest’anno crescerà di 2,8 punti, superando il 95%. La ragione di questa lievitazione, sempre secondo gli analisti del Fondo, sarebbero i dazi di Trump che costringerebbero numerosi paesi ad aumentare la propria spesa pubblica per alleviare gli effetti del protezionismo americano.
A queste misure di sollievo si aggiungerebbero, nell’incremento del debito, i piani di difesa militare e il crescente peso degli interessi sul debito primario. La ricetta fornita dal Fondo, di fronte a tale situazione, è tuttavia molto semplice e consiste nel ridurre la spesa pubblica “improduttiva”. In realtà la situazione è molto più complessa. Il tema maggiormente rilevante di una ulteriore lievitazione del debito pubblico degli Stati è legato proprio al costo del suo finanziamento. In questa “guerra dei tassi”, giocheranno un ruolo decisivo i grandi gestori del risparmio collettivo, a cominciare da BlackRock, Vanguard e State Street, che sono oggi detentori e acquirenti decisivi dei titoli pubblici verso cui far convergere i portafogli mondiali. Sono loro che, in presenza di un maggiore fabbisogno dei singoli Stati e di politiche monetarie non espansive, decideranno quali debiti comprare e a quali condizioni, divenendo ancora più determinanti.
In tale ottica, i dazi di Trump saranno particolarmente rilevanti rispetto alla questione del debito perché, se applicati in maniera generale e soprattutto nei riguardi della Cina, produrranno una nuova fiammata inflazionistica che contribuirà a rendere il denaro decisamente costoso, a cominciare dalla copertura in debito delle spese pubbliche. Dunque, la questione cruciale legata all’aumento del debito, che assai probabilmente, a differenza di quanto sostiene il Fondo, dipenderà non tanto dai dazi ma da una serie di altri fattori, a cominciare dal riarmo e dall’onere del finanziamento del debito stesso, che ha raggiunto ormai livelli monstre, a cominciare dagli Stati Uniti, avrà come effetto un rafforzamento dei grandi monopoli finanziari nelle mani dei super fondi, per i quali un rialzo dei tassi sul debito può garantire una soluzione almeno parziale allo sgonfiarsi della bolla attualmente in essere, soprattutto nelle big tech
*Post Facebook del 29 aprile 2025