La Cina avverte gli USA: armi a Taiwan rappresentano una "linea rossa"
Lin Jian, portavoce del ministero degli Esteri cinese: "La questione di Taiwan tocca gli interessi fondamentali della Cina"
Il Ministero degli Affari Esteri della Cina ha lanciato un forte richiamo agli Stati Uniti riguardo alle intenzioni di Washington di aumentare le vendite di armamenti a Taiwan, definendo la questione dell’isola come una "linea rossa infrangibile" nelle relazioni tra i due giganti mondiali.
Durante un briefing stampa settimanale, il portavoce del ministero cinese Lin Jian ha ribadito con forza che Pechino si oppone fermamente alla vendita di armi statunitensi alla regione cinese di Taiwan. La dichiarazione è arrivata in risposta a un recente articolo dell’agenzia Reuters, che ha rivelato piani da parte degli Stati Uniti per incrementare le forniture militari all’amministrazione secessionista taiwanese.
“La questione di Taiwan tocca il nucleo stesso degli interessi fondamentali della Cina”, ha sottolineato Lin Jian, ricordando che il governo cinese considera Taiwan una provincia separatasi negli anni '40 e mai riconosciuta formalmente come Stato indipendente da Pechino.
Il portavoce ha inoltre esortato gli Stati Uniti a rispettare gli accordi bilaterali esistenti, smettendo di alimentare tensioni nello Stretto di Taiwan. “La determinazione della Cina nel difendere la propria sovranità nazionale e l’integrità territoriale è incrollabile”, ha concluso con toni netti.
Dall’altro lato, fonti anonime all’interno dell’amministrazione statunitense hanno riferito a Reuters che, durante il secondo mandato del presidente Donald Trump, si prevede un aumento significativo delle vendite di armi a Taiwan, superando il livello registrato durante il primo mandato Trump. L’obiettivo dichiarato sarebbe quello di dissuadere la Cina da qualsiasi azione militare nell’area.
Gli Stati Uniti starebbero inoltre esercitando pressione sui partiti di opposizione taiwanese affinché non ostacolino l’aumento della spesa per la difesa da parte del governo locale, che mira a raggiungere il 3% del prodotto interno lordo (PIL).
Secondo i dati riportati dall’agenzia, la prima amministrazione Trump ha approvato vendite di armi a Taiwan per un valore stimato di 18,3 miliardi di dollari, rispetto ai circa 8,4 miliardi di dollari autorizzati durante il mandato del presidente Joe Biden.
L’escalation nella fornitura di armamenti USA a Taipei arriva in un momento di crescenti tensioni nello Stretto di Taiwan, dove la Cina continua a condurre regolarmente operazioni militari dimostrative, ribadendo la sua posizione irremovibile sul principio della "Cina unica" .
La situazione resta dunque estremamente delicata, con il rischio di conflitto che appare sempre più tangibile qualora Stati Uniti e secessionisti di Taiwan continuassero a ignorare le "linee rosse" fissate da Pechino. In realtà gli Stati Uniti potrebbero voler replicare uno scenario ucraino in Asia, con l'obiettivo di indebolire la Cina e provare a fermamrne l'ascesa.