I Signori degli anelli
I due strepitosi romanzi di Marco Trionfale che stiamo per pubblicare con le edizioni de l’AntiDiplomatico (LAD) saranno nelle librerie e in tutti gli store online dal 12 dicembre. Il giorno successivo, sabato 13 dicembre alle ore 18, al Ridotto del Teatro Alighieri di Ravenna terremo la “prima” presentazione pubblica di “Albeggerà al tramonto” e “Il tempo del secondo sole”. Mirta Contessi, Franco Costantini e Leonardo Fedriga, i tre autori che pubblicano con lo pseudonimo di Marco Trionfale, parleranno dei due libri in compagnia di Vito Petrocelli.
Restando fedeli alla nostra tradizione di darvi un assaggio del loro stile e incuriosirvi, ecco un altro scritto breve di Marco Trionfale. In attesa di incontrare chi di voi voglia partecipare alla “prima” di Ravenna…
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di Marco Trionfale
Quando Gesù Cristo si ritirò nel deserto a digiunare, Satana lo tentò tre volte. Nell’ultima tentazione offrì a Gesù tutti i regni e i beni del mondo perché passasse dalla sua parte, facendo così intendere che i regni e i beni del mondo sono roba sua.
Ottenne un rifiuto.
Ma quello era Gesù Cristo.
Scendendo alle cose umane, il dottor Faust, nell’opera di Goethe, frustrato dalla limitatezza e inutilità del suo sapere, vende l’anima al diavolo per avere la conoscenza di tutto. Viene poi salvato in extremis, in una sorta di lieto fine, ma la sua disponibilità a cedere l’anima in cambio di potere rimane.
Ne Il ritratto di Dorian Gray non si parla più di anima e diavolo, i tempi sono cambiati, ma avviene una sorta di trasferimento della coscienza tra il giovane e un suo ritratto. Dorian, in cambio della perdita della coscienza, ottiene la giovinezza eterna, che è per lui l’unica cosa che conta e che, unita alla sua bellezza naturale, lo fanno primeggiare nell’ambiente che frequenta.
Scendendo ancora un po’ di livello, la metafora del potere per eccellenza si trova nel tanto tristemente travisato Signore degli Anelli. Chi indossa l’anello del potere acquisisce sempre più forza, ma perde progressivamente sé stesso. Gollum che l’ha detenuto a lungo si è trasformato in un mostro, ma chiunque ha la sventura di portarlo per qualche tempo, inizia a intravedere trasformazioni caratteriali negative che ne alterano l’identità. Ma nonostante questo chi detiene l’anello non se ne vuole più separare, perché l’attrazione per il potere è irresistibile.
Riportando queste storie a noi, capita ancora di vedere qualcuno svendere la propria identità per avere potere? E perché?
Immaginiamo di essere un pesce piccolo che cerca di sopravvivere nel grande mare della società dello spettacolo. Che ne so, un Carlo Calenda. Cosa conviene fare, mettendo da parte le nostre irrilevanti convinzioni individuali, per farci notare? Cosa ci porterà negli studi televisivi che contano?
O immaginiamo di essere una Pina Picierno, persona che in una società meritocratica avrebbe avuto probabilmente altro ruolo, ma in questa è vicepresidente del parlamento europeo: cosa fare per mantenere una tale strabiliante posizione? Da che parte conviene stare?
Ma a questo punto, mentre inanellavo e proseguivo questo filo di considerazioni, mi si è presentata prepotente una domanda di grado maggiore che mi ha fatto cancellare una serie di argute considerazioni e raffinate prese in giro dei due personaggi in questione con le quali continuava l’articolo.
La domanda che si è interposta è questa: perché partendo da considerazioni generali, dai Vangeli, da Satana e dalle tentazioni di Cristo, ci si ritrova ad occuparsi di due personaggi come Carlo Calenda e Pina Picierno?
Perché proprio questa è la satanica tentazione della società dello spettacolo: trasformare tutto in farsa, burla, pettegolezzo, sghignazzo e maldicenza. E da questa tentazione dobbiamo difenderci.
I due sunnominati pesci piccoli, perseguendo il loro misero fine di mostrarsi proni e solerti a coloro che contano, hanno spinto ed esultato per l’annullamento della conferenza torinese del professor D’Orsi, compiendo un’azione la cui gravità va ben oltre le sorti della conferenza, la quale ha inevitabilmente acquisito risonanza, e va ben oltre le sorti della loro stessa anima/coscienza/identità perduta.
A mio parere le conseguenze più gravi del loro atto sono tre, e le elenco in ordine di crescente gravità:
- Spostare l’attenzione dall’atto in sé, la censura, alle loro persone, immolatesi a bersagli di commenti caustici, a guisa di scudi umani, fungendo da arma di distrazione di massa.
- Avvertire in stile paramafioso tutti i D’Orsi meno noti e meno protetti, e al contempo indicare le linee guida di comportamento per tutti i Cacierno e Pilenda che sgomitano per farsi notare.
- Comprimere il concetto di democrazia a società libera per coloro che sono consenzienti.
La terza conseguenza contiene una contraddizione che ci riporta esattamente al punto di partenza. Una società che per combattere la Russia, paese definito non democratico, chiude spazi di libero dibattito, cioè limita la democrazia, sta rinunciando alla propria identità, con l’obiettivo di essere più forte nell’azione di contrasto.
Sta barattando la sua identità per il potere.
E magari è per questo che qualcuno in giro inizia a ricordare Gollum.
Niente di nuovo sotto il sole, si direbbe allora.
È che adesso, sotto il sole, ci siamo noi.
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