Golpe elettorale in Honduras: Asfura proclamato tra irregolarità e tutela USA
Ignorate migliaia di irregolarità mentre Washington benedice il risultato: l’Honduras sotto tutela
La proclamazione di Nasry Juan Asfura Zablah come presidente eletto dell’Honduras non chiude la crisi politica apertasi dopo le elezioni del 30 novembre, ma bensì la cristallizza. Dopo oltre tre settimane di uno scrutinio irregolare, interrotto a più riprese e segnato da anomalie tecniche e denunce formali, il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) ha annunciato un risultato che per ampi settori politici e sociali del Paese rappresenta non una vittoria elettorale, bensì l’esito di un golpe istituzionale mascherato da procedura democratica.
Secondo i dati diffusi dal CNE, Asfura, candidato del conservatore Partido Nacional, avrebbe ottenuto poco più del 40 per cento dei voti, superando di meno di un punto percentuale il liberale Salvador Nasralla. Una differenza minima, maturata in un contesto in cui migliaia di verbali presentano errori, incongruenze numeriche o irregolarità non risolte. Su oltre 18 mila verbali, quasi 2.750 sono stati segnalati per varie problematiche, mentre decine di migliaia di reclami formali attendono ancora una risposta. Nonostante ciò, due delle tre componenti del CNE hanno proceduto a una proclamazione definitiva, ignorando le richieste di riconteggio voto per voto.
Il processo di scrutinio è stato più volte paralizzato dal collasso del sistema di trasmissione dei risultati preliminari, il TREP, gestito dalla società colombiana Grupo ASD. Blocchi prolungati, alcuni durati giorni, sono stati giustificati con presunte manutenzioni tecniche, in violazione del principio di continuità operativa. L’oscuramento informativo, avvenuto proprio mentre la distanza tra i candidati era ridottissima, ha alimentato il sospetto di una manipolazione deliberata dei tempi e dei flussi di dati.
????????El integrante del CNE, Marlon Ochoa, denuncia ante el Ministerio Público la intención de declarar resultados electorales sin finalizar el escrutinio. Exigen transparencia y respeto a la democraciahttps://t.co/J4N3NpPenG
— teleSUR TV (@teleSURtv) December 24, 2025
A denunciare apertamente l’illegittimità della proclamazione è stato anche Marlon Ochoa, consigliere titolare del CNE in rappresentanza di Libertad y Refundación (Libre). Ochoa ha parlato senza mezzi termini di una dichiarazione illegale, imposta prima della conclusione del conteggio totale e senza la risoluzione delle denunce pendenti. Secondo il funzionario, la decisione sarebbe stata presa sotto pressioni esterne e in un contesto di evidente subordinazione geopolitica, arrivando a definire quanto accaduto come un “golpe di Stato elettorale”. Ochoa ha affermato che il 24 dicembre 2025 segnerà una data nera nella storia del Paese, il giorno in cui la volontà popolare è stata sostituita da interessi imperiali.
#ENVIVO | Consejero del CNE de #Honduras ????????, Marlon Ochoa: "Estamos hablando del secuestro de la voluntad popular en manos del presidente de los Estados Unidos"
— teleSUR TV (@teleSURtv) December 24, 2025
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Le accuse di ingerenza statunitense attraversano trasversalmente l’intero conflitto post-elettorale. Il rapido riconoscimento del risultato da parte di Washington e il sostegno pubblico espresso in campagna dal presidente Donald Trump a favore di Asfura vengono indicati come elementi chiave di condizionamento politico. Non solo simbolico, ma operativo. Secondo diverse denunce, durante il silenzio elettorale sarebbero stati diffusi messaggi intimidatori rivolti in particolare ai cittadini che ricevono rimesse dall’estero, con l’obiettivo di orientare il voto attraverso la paura di ritorsioni economiche.
In questo quadro si inserisce la presa di posizione durissima di Rixi Moncada, candidata presidenziale di Libre, che ha definito la proclamazione di Asfura un’imposizione straniera e un atto che distrugge la già fragile democrazia honduregna. Moncada ha accusato il CNE di aver agito agli ordini degli Stati Uniti e del bipartitismo tradizionale, denunciando l’esistenza di un piano fraudolento documentato da decine di registrazioni audio che dimostrano la premeditazione delle irregolarità. La candidata ha ribadito che le anomalie del TREP e le migliaia di verbali irregolari non sono incidenti tecnici, ma strumenti di un disegno politico preciso, annunciando la prosecuzione della resistenza contro quello che definisce un golpe elettorale.
Anche Salvador Nasralla ha rifiutato di riconoscere la vittoria di Asfura, denunciando la mancata risposta a circa 10.000 reclami presentati dal Partito Liberale, che riguarderebbero almeno due milioni di voti. Per Nasralla, accettare la proclamazione in nome della “stabilità” equivarrebbe a legittimare la corruzione strutturale che domina il sistema politico honduregno. Le sue accuse si sono estese direttamente alle autorità elettorali che hanno firmato la dichiarazione, le quali avrebbero poi lasciato il Paese e operato da località sconosciute, sostenendo di essere vittime di persecuzione politica.
Mentre il calendario istituzionale prevede l’insediamento del nuovo presidente il 27 gennaio, l’Honduras resta intrappolato in una crisi di legittimità profonda. Più che un normale passaggio di potere, quanto accaduto viene percepito da ampi settori della società come il ritorno di un modello già visto: un bipartitismo protetto dall’esterno, una democrazia amministrata e una sovranità subordinata. In questo scenario, la proclamazione di Asfura non appare come la fine di un processo elettorale, ma come l’atto formale di una rottura politica destinata a segnare a lungo il futuro del Paese.

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