Gli obiettivi (chiari) della "Marcia per la Pace" di Assisi del 29 settembre

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Gli obiettivi (chiari) della "Marcia per la Pace" di Assisi del 29 settembre

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di Leonardo Sinigaglia 

 

In occasione della Giornata mondiale della pace del 21 settembre si è svolta ad Assisi la “tradizionale” Marcia per la Pace, anche se in formato ridotto (non più di due migliaia di partecipanti) e accompagnata da bandiere europee, arcobaleno e del regime di Kiev. Una vera e propria passerella per il PD e le sue organizzazioni collaterali utile solo per confondere le acque e perpetuare la narrazione secondo cui l’Unione Europea starebbe “difendendo la pace” opponendosi alla Federazione Russa, un qualcosa di grottesco vista la concomitanza temporale col via libera europeo per l’uso di armi a lunga gittata contro la Russia.


LEGGI: Pace? La marcetta di Assisi e quelle bandiere dell'UE


Le forze filo-imperialiste “di sinistra” si sono d’altronde sempre ammantate di un certo “pacifismo” ambiguo e viscido, basato sulla retorica dei “diritti umani” e diretto unicamente a mistificare la realtà minando la credibilità di chi ha la “colpa” di difendersi dalle aggressioni internazionali di Washington e dei suoi vassalli. Un “pacifismo” che condannando la guerra in astratto la assolve nel concreto, e che infatti è percepito ragionevolmente come ipocrita. Non è un caso che la galassia “pacifista” collaterale al PD, spesso impegnata anche nell’apologia della deportazione degli africani in Europa, abbia marciato con in testa la bandiera del regime di Zelensky, perpetuando la retorica della dicotomia “aggressore-aggredito”. Come non è un caso che tale galassia si terrà ben lontana da un’altra “Marcia per la pace”, quella che si terrà sempre ad Assisi domenica 29 settembre.

Convocata da “Cittadini per la Pace” e col supporto dell’associazione Programma 101, questa manifestazione non sarà caratterizzata dall’ambiguità di quella del 21: la pace di cui si parla non è la “pace” della NATO, la pax americana che l’imperialismo egemonico statunitense vorrebbe tornare ad imporre ai danni di un’Umanità ormai irreversibilmente avviata verso la costruzione di un mondo multipolare e di una comunità dal futuro condiviso. La pace che si chiederà ad Assisi domenica 29 settembre è la vera pace che può nascere unicamente dalla fine delle politiche belliciste dell’Occidente allargato, l’unica pace che non contempla la possibilità per tutti noi di morire in un olocausto atomico o di essere costretti al fronte, indipendentemente da età, sesso e stato di salute, per essere immolati nel nome dei “valori occidentali”, replicando il terribile schema imposto da Zelensky agli ucraini.

In un clima segnato da un’escalazione globale delle ostilità promossa dall’Occidente che coinvolge ormai tutti i continenti è di fondamentale importanza ribadire la parola d’ordine della pace, non solo in quanto unica prospettiva razionale che possa preservare la vita umana, ma anche perché essa è in realtà condivisa dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani.

Pochi, pochissimi sono coloro che sarebbero veramente intenzionati a condannare il paese e i propri cari all’inferno di una guerra diretta contro la Federazione Russa combattuta su ordine del padrone statunitense. Questi pochi vanno isolati, e il loro monopolio sui mezzi d’informazione va contestato anche tramite iniziative volte a mostrare come una quota crescente degli italiani sia pronta ad opporsi a questi disegni folli e pericolosi.

La Marcia della pace del 29 settembre si propone esattamente questo, indicando come obiettivo proprio l’organizzazione di questa parte ai fini di scongiurare l’incubo bellico.

 

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