Gira l'Europa ma non può tornare a casa per il Super Green Pass. Il dramma del palermitano Fabio Messina arriva in Parlamento

Gira l'Europa ma non può tornare a casa per il Super Green Pass. Il dramma del palermitano Fabio Messina arriva in Parlamento

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Sardegna e Sicilia tagliate fuori dall'Italia. 

Come l'AntiDiplomatico vi abbiamo raccontato questa settimana di due episodi vergognosi in Sardegna, ma la Sicilia non è da meno.

Pendolari per scuola, lavoro o cure sanitarie ogni giorno passano lo stretto e rientrano a casa.

Nel silenzio assordante dei media (scusate il pessimo luogo comune) sulle due sponde, dal "Continente" e a Messina, le proteste, le iniziative, i sit-in si susseguono.

Il caso emblematico del palermitano Fabio Messina, bloccato a Villa San Giovanni perché senza Super Green Pass, è arrivato in Parlamento, oggetto di interrogazione parlamentare al governo Draghi grazie al deputato di Alternativa Francesco Sapia.

L'agente di commercio Fabio Messina era stato intervistato da Strettoweb. Può girare l’Italia, ma solo da Bolzano a Reggio Calabria. Può girare l’Europa, andare in Germania, Svezia e Finlandia. Ma, essendo siciliano, non può andare a casa sua, a Palermo, perché sprovvisto di Super Green Pass, e dove vive con la famiglia, moglie e figlio, al quale non ha voluto raccontare la sua situazione....(credo che qualsiasi padre si vergognerebbe di uno Stato che sequestra gli isolani...).

È stato a Genova per lavoro, con la propria auto, prima che scattassero le restrizioni del decreto che impedisce di prendere mezzi pubblici senza super green pass.

È fermo a Villa San Giovanni. “Stavo per tornare a casa ma non ci sono riuscito – ha spiegato l’uomo ai microfoni di StrettoWeb – Sono sceso in auto da Genova a Villa San Giovanni, ma qui ho trovato un ostacolo. Non essendoci un ponte fisico, il traghetto è l’unico mezzo che ho per tornare a casa. Dato che è previsto di poter attraversare le Regioni senza alcun titolo sanitario, ero convinto di poter passare, ma mi sbagliavo. Quello che è stato pubblicato dal Consiglio dei Ministri è che si può passare da una Regione all’altra con mezzo privato, ma a me è stato disatteso”.

"Secondo me, - ironizza, - ce l’hanno con gli isolani o vogliono fare in modo che si faccia il Ponte sullo Stretto". "A parte gli scherzi, prosegue Messina, "è una questione  di interpretazione della norma: è palese il fatto che si possa transitare da Regione a Regione e, pur non essendo unita, la Sicilia è una Regione italiana. Tra l’altro potrei andare da Villa fino ad Oslo e nessuno mi chiederebbe nulla se non la carta d’identità”.

E ancora: “Cosa mi hanno detto al traghetto a Villa? Che non potevo accedere senza traghetto, di chiedere ai poliziotti. Loro sono stati molto comprensivi, hanno capito i miei problemi. Io sono un italiano che può girare in tutto il territorio europeo ma che non può rientrare in Sicilia, a casa propria”. 

“Sono stato anche contattato - racconta - anche da Bluferries e Caronte, che si sono messi a disposizione per qualsiasi esigenza, dalla ricarica telefonica al posteggio auto. Resta lì, accampato con sacco a pelo.

Il deputato di Alternativa Sapia ha interrogato i ministri dell’Interno e della Salute, cui ha chiesto «di quali informazioni dispongano nel merito e rispetto alle condizioni psico-fisiche e di sicurezza del signor Messina» e, soprattutto, «se non intendano assumere con urgenza le iniziative di competenza per consentire l’immediato rientro a casa del signor Messina, che non può essere abbandonato».

Nella sua interrogazione, il deputato Sapia, alla Camera componente della commissione Sanità, scrive che «Appare incomprensibile che lo stesso cittadino non possa tornare a casa, potendosi nella fattispecie adottare, anche con facilità, misure per consentirlo».

Nell’interrogazione, il parlamentare di Alternativa, Francesco Sapia, precisa che «la vicenda sembra dimostrativa della discriminazione operata dal Governo italiano in manifesta violazione del Regolamento n. 953/2021 del Parlamento europeo e del Consiglio, segnatamente dell’art. 36, secondo cui, in pratica, il possesso di un certificato di vaccinazione che attesti l’uso di uno specifico vaccino anti-Covid non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione».

Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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