Fenomenologia di Speranza. Il senso delle mascherine notturne

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Fenomenologia di Speranza. Il senso delle mascherine notturne



di Francesco Santoianni
 

Ma davvero il ministro Speranza non è riuscito trovare neanche uno studente Giurisprudenza che lo consigliasse, prima di firmare questa sgangherata ordinanza (in calce all'articolo)? Ci riferiamo agli “spazi pubblici (piazze, slarghi, vie…) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale” dove è obbligatorio l’uso della mascherina dalle 18 alle 6. Ma, in assenza di una ordinanza del Sindaco (neanche citata nell’ordinanza di Speranza) che individua questi spazi pubblici chi dovrebbe individuarli? Evidentemente la persona che poi, dovrebbe indossare la mascherina.


E, visto che ci siamo, assolutamente surreale è l’altra disposizione che impone di indossare la mascherina anche “negli spazi di pertinenza di locali pubblici”. Come, ad esempio, i tavolini sui marciapiedi che, giustamente, sono stati messi a disposizione gratuitamente degli esercenti, altrimenti alla fame. Non si capisce proprio come farebbero le persone lì sedute, con le mascherine, a consumare qualche drink.


Proteste “a sinistra” contro questo vessatorio (e strampalato) provvedimento? Nessuna. Tra i pochissimi che lo hanno contestato, il prof. Giulio Tarro.

 

 

 

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