Ezra Pound: il Picasso della poesia (e l’economista ereticoa)

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Ezra Pound: il Picasso della poesia (e l’economista ereticoa)

 

di Paolo Arigotti

«Quello che veramente ami è la tua vera eredità / La formica è un centauro nel suo mondo di draghi. / Strappa da te la vanità, non fu l’uomo / A creare il coraggio, o l’ordine, o la grazia, / Strappa da te la vanità, ti dico strappala»[1].

IL brano che vi abbiamo appena letto è tratto dai Cantos, quello che è considerato il capolavoro di Ezra Pound. Per evitare equivoci o fraintendimenti quella di oggi non sarà un’analisi critica e letteraria della sua opera, circa la quale vi rimandiamo ai tanti e molto più titolati esperti che se ne sono occupati. Al massimo accompagneremo il nostro viaggio alla scoperta di Pound con citazioni tratte dalle sue opere, che ci aiuteranno a metterne a nudo non solo l’abilità tecnica, ma il complesso di idee, oseremmo dire una visione del mondo, proposta da questo grande del XX secolo.

Parlare di Pound, difatti, non significa parlare solo di poesia, ma anche di altri temi come politica, filosofia, culture di ogni epoca e provenienza e, pensate un po’, di economia.

Immaginiamo dubbi e perplessità, per chi chiedesse cosa c’entri la poesia con l’economia, ci verrebbe in soccorso lo stesso Pound, quando disse che: “la poesia si fa con qualsiasi cosa...” [2], aggiungendo che “la storia che trascura l'economia è pura sciocchezza”.

Ezra Weston Loomis Pound, questo il nome completo, nacque ad Hailey, nello stato dell’Idaho, USA, il 30 ottobre del 1885, da una famiglia di tradizioni puritane. Studiò letteratura e filologia presso l’Hamilton College di Clinton e l'Università della Pennsylvania, materie che avrebbe insegnato per un breve periodo, prima di abbandonare la carriera accademica, si dice perché inviso a quegli ambienti visto che il giovane Ezra mal tollerava regole e convenzioni accademiche.

Pur essendo nato negli Stati Uniti, iniziò a viaggiare molto presto per l’Europa, continente nel quale – conclusa la parentesi accademica - si trasferì definitivamente nel 1908, stabilendosi, dopo alcuni brevi soggiorni a Gibilterra e in Veneto, in Inghilterra, dove operò come poeta, saggista e traduttore.

Pound si rivelò presto un uomo che, pur essendo nato in una certa epoca storica, non si sarebbe mai calato completamente in essa. Questo traspare non solo dal suo amore per i classici, a cominciare dagli antichi e dagli autori medievali (come il dolce stil novo di Dante e Cavalcanti), ma soprattutto dal molto tempo che dedicava a studi e traduzioni di opere giapponesi e cinesi, a cominciare dall’amato Confucio. In tal senso, come ebbe a dire il filosofo Giorgio Agamben, Pound creò una frattura col mondo precedente[3], poco attento a realtà così distanti dalla nostra. Il fatto di pescare in tante culture e tradizioni diverse (come per l’appunto quelle orientali) resta uno dei suoi grandi meriti, perché consentì per la prima volta di mettere in discussione il persistente etnocentrismo occidentale.

Non mancarono tra i suoi contemporanei, come tra coloro che si occuparono dell’uomo e della sua opera, chi arrivò a dargli del pazzo – prima e dopo la tragica esperienza del manicomio criminale – ma come diceva Gilbert Keith Chesterton[4], uno degli autori più apprezzati da Pound, pazzi sono coloro che hanno perso tutto, tranne la ragione.

Pound ha scritto praticamente per tutto il corso della sua vita, perlomeno se o fin quando il decadimento fisico e la depressione gli hanno impedito di continuare. Poco dopo il suo arrivo in Europa pubblicò a spese proprie le prime poesie giovanili (una raccolta intitolata A lume spento, uscita a Venezia), che restano forse la parte più accessibile della sua produzione artistica.

Nella Londra di inizio secolo egli strinse una serie di importanti rapporti di amicizia, tra gli altri con l’irlandese William Butler Yeats, uno dei massimi poeti dell’epoca, diverse delle quali lo accompagneranno per tutta la vita. Un altro dei grandi meriti di Pound fu quello di promuovere e favorire l’esordio di artisti che hanno fatto la storia della letteratura e arte contemporanea. Tra questi nomi, ricordiamo Thomas Stern Eliot, del quale, nel 1922, fece pubblicare “The Waste Land”, una delle più importanti opere poetiche dell’età moderna e contemporanea. Elliot, come vedremo, lo ripagherà nel secondo dopoguerra, con un importante riconoscimento per la sua opera letteraria, forse nella fase più buia dell’esistenza di Pound.

Nella capitale inglese, nel 1917, Pound pubblicò anche il primo dei suoi famosissimi Cantos.

Disgustato dagli orrori della guerra, si trasferì a Parigi, considerata allora la patria dell’avanguardismo, dove conobbe, tra gli altri, Ernest Hemingway, Pablo Picasso, e altri artisti e dove proseguì la pubblicazione dei suoi Cantos e le sue attività di mecenatismo a favore dei nuovi artisti. Nella capitale francese si dedicò anche agli studi musicali, che porteranno nel 1923 alla pubblicazione della prima opera in tema, Le Testament; sempre in Francia, durante un soggiorno in Provenza, conobbe un altro grande del suo tempo, James Joyce.

Alla ricerca, sembra, di migliori condizioni climatiche, nel 1925 cambiò nuovamente paese di residenza e si trasferì in Italia, andando a vivere a Rapallo - il suo “eden”, assieme a Sirmione e Venezia – dove avrebbe vissuto, salvo brevi soggiorni all’estero, sino alla fine della Seconda guerra mondiale; a Rapallo esiste ancora un vicolo a lui dedicato, nel quale si trovava la mansarda affacciata sul mare (“casa 60”) nella quale visse per circa vent’anni, con una lapide che ricorda il fatto. In quegli stessi anni nacquero i suoi figli: Omar Shakespear Pound (1926), che egli conoscerà solo otto anni più tardi, nato dal suo matrimonio con la pittrice inglese Dorothy Shakespear, preceduto circa un anno prima da Mary, nata dalla sua relazione con la violinista statunitense Olga Rudge, che aveva conosciuto a Parigi e che gli sarebbe rimasta accanto per tutta la vita.

Dicevamo dei suoi Cantos che sono assieme l’opera di una vita, scritta in varie fasi e momenti dell’esistenza dell’autore, e allo stesso tempo l’ambizione di creare un qualcosa che rappresentasse una sorta di Commedia dei tempi moderni, l’equipollente di quello che le opere di Confucio erano per i cinesi; nei Cantos si rinviene una storia dell'umanità nella quale epoche e civiltà diverse e remote (a cominciare da quelle orientali, allora quasi sconosciute in Occidente) si sovrappongono e si intrecciano.

Esiste, però, un filo conduttore che lega tutta l’opera ed è il contrasto alla pratica dell’usura, intesa come la creazione del denaro dal nulla, iniziata intorno al 1400 da alcuni banchieri, nella quale Pound individuava l’origine di ogni male che affligge la società, e che dovrebbe essere eradicata.

Per Pound l’usura non va intesa tanto come denaro prestato a tassi esorbitanti, quanto per l’appunto la creazione della moneta dal nulla e fine a se stessa. Si tratta dell’attività svolta da finanzieri e banchieri, che non è finalizzata – come le attività produttive e lavorative vere e proprie – alla soddisfazione dei bisogni primari, bensì è rivolta all’arricchimento di pochi, che a tale scopo promuovono e favoriscono attività inutili (cioè non produttive), volte all’appagamento di necessità fittizie, indotte dalla pubblicità e dalla propaganda.

Era nell’usura che Pound individuava molti mali della società moderna, nella quale la brama di ricchezza di pochi finisce per sottrarre risorse e mezzi alla gran parte dei cittadini. I rimedi contro queste dinamiche venivano individuati da Pound – nella sua veste di “economista eretico” – nell’opera dello stato, che avrebbe dovuto colmare con il cosiddetto credito sociale, in pratica l’emissione in carta moneta nella misura che consentisse di colmare il divario da salario percepito dai lavoratori e il reale potere di acquisto (una teoria mutuato dagli studi di un ex ufficiale della RAF).

Inoltre, ed era questo il punto che rendeva Pound particolarmente inviso ai potenti della finanza, rifacendosi agli studi di Silvio Gesell, economista che per breve tempo fu ministro delle Finanze della repubblica bavarese dei soviet (istituita nel 1919), egli patrocinava la cosiddetta “moneta prescrivibile”. Partendo dall’idea che per favorire la crescita economica e il benessere del popolo, si doveva impedire che pochi ricconi  accumulassero nei propri forzieri (le banche) grandi quantità di denaro, il quale al contrario doveva circolare per consentire all’economia di espandersi, occorreva applicare una tassa sul valore nominale della moneta, pena la sua invalidità, di un tot al mese, fin quando (nell’arco di massimo cento mesi) il valore della stessa si sarebbe annullato; in pratica si penalizzava il capitale che restava fermo e improduttivo. Per fare questo, però, era necessario che fosse la politica a dominare l’economia, e non il contrario: ecco per quale ragione la privatizzazione e la finanziarizzazione dell’economia possono produrre effetti negativi sulla collettività, perché – questa l’intuizione di Pound – se la circolazione monetaria ristretta tende a favorire l’interesse egoistico di pochi, la gran parte della popolazione non solo non ne trarrà beneficio, ma finirà al contrario per soffrirne le conseguenze[5]. Chissà se a qualcuno fischieranno le orecchie. In altre parole, era un escamotage per impedire l’eccessivo accumulo di denaro liquido in poche mani, senza che lo stesso venisse investito in attività produttive.

Ma non furono solo le sue idee “eretiche” in economia ad alienare a tanti (ma non a tutti) le simpatie verso Pound: la ragione principale furono una serie di prese di posizioni politiche.

Come dicevamo, Pound si era trasferito in Italia nel 1925, l’anno nel quale in Fascismo consolidava il proprio potere, trasformandosi in regime. Pound non solo non celò mai le sue simpatie per la dittatura fascista (e poi anche verso quella nazista), ma si schierò apertamente a suo favore, pur senza mai prendere la cittadinanza italiana. Inoltre, Pound ebbe simpatie anche per Oswald Mosley, leader del movimento fascista britannico. Rimarrà fedele al regime anche negli anni della Repubblica sociale, sostenendo il progetto (mai realizzato) della socializzazione delle grandi imprese, così come il diritto alla casa (inteso come riparo contro qualunque interferenza esterna, e non come diritto alla proprietà), una sorta di antesignano delle case popolari del dopoguerra. Su questi punti Pound aveva già condotto degli studi, ma che influenza possano aver avuto in queste decisioni politiche non è dato sapere.

Fautore di un pensiero politico ed economico di matrice anticapitalista e antimarxista, Pound vide nella politica economica e sociale promossa dal fascismo una sorta di terza via, tanto da trarvi ispirazione per alcune pubblicazioni nei primi anni Trenta dedicate a temi di politica ed economia: ABC dell’economia, il canto 45).

Il 30 gennaio del 1933, lo stesso giorno in cui Hitler divenne cancelliere della Germania (che lui definirà una “imitazione isterica” del Duce), Pound incontrò per la prima e unica volta Benito Mussolini, che lo ricevette a Palazzo Chigi nella sua veste di ministro degli Esteri; è bene ricordare che in quegli stessi anni altri personaggi di spicco fecero visita al dittatore italiano, tra i quali Gandhi e Winston Churchill. In quella occasione, Pound donò a Mussolini una copia dei suoi Cantos (allora erano circa trenta), che sembra che il Duce trovasse “divertenti”.

Si racconta che nella stessa occasione incontro, Pound avrebbe spiegato a un interessato Mussolini il modo per “non far pagare tasse ai cittadini”[6], riprendendo le teorie sulla moneta prescrivibile. In un trattato di filosofia, pubblicato nel 1935, intitolato “Make It New” Pound dedicò il capitolo “Malattia” all’imbecillità della tassazione, che sottrae inutilmente risorse ai cittadini. Per lui il denaro e il lavoro non sono una merce, ma rispettivamente una convenzione sociale e il fondamento dell’esistenza. L’usuraio cercherà sempre di attentare all’ordine sociale, in contrasto con l’esigenza di distribuire lavoro e ricchezza tra la gente comune, facendo credere che il tempo delle persone possa essere ceduto in cambio di un salario miserevole. Pound si schiererà anche contro l’aborto, non tanto in termini di divieto legale, ma condannandolo quando sia frutto di una pressione economica. Per lui il lavoro non può essere una merce e l’uomo dovrebbe disporre di tempo da dedicare ad altro (ozio compreso[7]), consentendogli di lavorare non più di cinque ore al giorno, anche per lasciare spazio a quello altrui. Per Pound compito dello stato sarebbe quello di garantire anzitutto la giustizia sociale.

 

Citiamo da Pound, ricorrendo ad alcuni passaggi di un articolo[8] a lui dedicato: “una nazione che non vuole indebitarsi fa rabbia agli usurai». Oggi, invece, il suo avvertimento contro «la banca che trae beneficio dall’interesse su tutta la moneta che crea dal nulla», come recita il Canto 46, risulta ben più efficace del rimedio allora auspicato da mol­ti, e cioè la «dittatura del proletariato ».”

O ancora dall’opera “La Carta” (1942), dalla quale traiamo, ricorrendo sempre allo stesso articolo, alcuni brani:

“Risparmio Abbiamo bisogno d’un mezzo di risparmio e d’un mezzo di scambio, ma non è legge eterna che ci dob­biamo servire dello stesso mezzo per queste due funzioni diverse. La moneta affrancabile (ovvero prescrittibile) si adoprerebbe come moneta ausiliaria, mai come moneta unica. La proporzione fra la moneta consueta, e l’affrancabile, se calcolata con perizia e saggezza, potreb­be mantenere un rapporto equo e quasi invariabile fra la quantità delle merci disponibili e desiderate, e la quantità della moneta della nazione, o almeno raggiungere una stabilità di rapporti sino al grado conciliabile.  Bacon ha scritto: «moneta come concime, utile solamente quando sparsa». Jackson: «il luogo più sicuro di deposito: le braghe del popolo».

Sociale Il credito è fenomeno sociale. Il credito della nazione appartiene alla nazione, e la nazione non ha necessità di pagare un affitto sul proprio credito. Non ha bisogno di prenderlo in affitto da privati. […] La moneta è titolo e misura. Quando è metallica, viene saggiata affinché il metallo sia di finezza determinata, nonché di peso determinato. Adoprando una tale moneta siamo ancora nel dominio del baratto. Quando la moneta viene capita come titolo, sparisce il desiderio di barattare. Quando lo stato capisce il suo dovere e potere, non lascia la sua sovranità in balìa di privati irresponsabili (o che assumono responsabilità non giustificate). È giusto dire che «la moneta lavoro» è «simbolo del lavoro». E ancor più è simbolo della collaborazione fra natura, stati e popolo che lavora. La bellezza delle immagini sulle monete antiche simboleggia, a ragione, la dignità della sovranità inerente nella responsabilità reale o imperiale. Collo sparire della bellezza numismatica coincide la corruzione dei governi.

Dichten=Condensare La parola tedesca Dichtung significa poesia. Il verbo dichten = condensare. Per la vita, o se preferite per «la battaglia», intellettuale, abbiamo bisogno di fatti che lampeggino, e di autori che mettano gli oggetti in luce serena. L’amico Hulme ben disse: «Quello che un uomo ha veramente pensato (per sé) si scrive su un mezzo foglio. Il resto è spiegazione, dimostrazione, sviluppo». Chi non ha forti gusti non ama, e quindi non esiste.”

 

Pound avrebbe conservato a lungo un’enorme stima nei riguardi del dittatore italiano, pur senza mai iscriversi al PNF, tanto che nel 1936 pubblicò a Londra un libro intitolato Jefferson and/or Mussolini, dove faceva una sorta di parallelo tra il Duce e il terzo presidente degli USA, considerato tra i padri fondatori degli USA, pur riconoscendo che il fascismo restasse un fenomeno politico tipicamente italiano e che non potesse essere esportato.

L’apprezzamento per Mussolini – che a suo dire avrebbe liberato l’Italia da una classe politica incapace e priva di morale (Pound definì i politici “camerieri dei banchieri”) – si sarebbe estesa a Hitler; nel corso di un interrogatorio, dopo il suo arresto nel 1945, Pound definì Hitler un “Santo”, che era stato raggirato dal suo feroce antisemitismo[9], mentre di Mussolini ebbe a dire che a un certo punto avrebbe perso la testa. Sempre del dittatore nazista, pare dicesse che ““Adolf Hitler è stato una Giovanna d’Arco, un santo. È stato un martire. Come molti martiri sosteneva delle idee estreme”.

Al contrario, fu sempre molto duro con Winston Churchill, accusato di operazioni belliche criminali (come il bombardamento di Dresda), che provocarono moltissime vittime tra i civili. Pound dedicò alcuni versi anche ai bombardamenti alleati contro l’Italia, in particolare quelli contro la provincia natale di Mussolini, Forlì, un'altra presa di posizione che non gli sarebbe stata perdonata dai suoi connazionali.

Poco prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale – Pound considerava la guerra frutto della volontà di ricchezza degli usurai, tanto da dire che “le guerre si fanno per creare debiti. La guerra è il sabotaggio massimo, il sabotaggio più atroce” - l’uomo tornò in visita negli Stati Uniti, dove tentò inutilmente di trovare un punto d’incontro tra la sua patria e l’Italia.

Un'altra colpa addebitata a Pound concerne il suo presunto sostegno a posizioni antisemite, che pare lo portassero a sostenere che lo stesso presidente americano, Franklin Delano Roosevelt, fosse al servizio degli ebrei[10]; Pound fu anche favorevole all’Operazione Barbarossa, l’invasione dell’Unione Sovietica voluta dal Terzo Reich nel giugno del 1941. Eppure, era stato sempre lui a dire che “i pacifisti che rifiutano di indagare le cause economiche della guerra fanno causa comune con i venditori d'armi.”

Va detto, però, che lo stesso Pound ci tenne sempre a ribadire di non essere mai stato antisemita, ma solo contrario a certi personaggi, fautori di intrighi finanziari finalizzati a impoverire e nuocere ai popoli e alle nazioni. Eppure, pare fosse sempre lui a lodare il Mein Kampf di Hitler e consigliare la lettura dei Protocolli dei Savi di Sion, un falso storico a suo tempo predisposto dalla polizia politica zarista (la Ochrana), che denunziava un presunto complotto di matrice giudaica e massonica per la dominazione del mondo[11].

Con l’entrata in guerra dell’Italia (10 giugno 1940), Pound avviò una collaborazione con l’EIAR (l’ente statale che deteneva il monopolio delle trasmissioni radiofoniche), per il quale curò una rubrica in lingua inglese chiamata “Europe Calling”, nella quale si scagliò contro gli anglosassoni, accusandoli, in circa seicento discorsi, di essere un mero strumento della finanza internazionale, a sua volta promotrice dell’usura, e imputandogli la responsabilità dello scoppio del conflitto; le sue attività sarebbe proseguite anche negli anni della Repubblica sociale, quando si trasferì a Milano. La sua propaganda filofascista e antiamericana venne giudicata dallo scrittore e giornalista Arthur Miller, più dannosa di quella dello stesso Joseph Goebbels.

Catturato dai partigiani sul finire della guerra, venne consegnato agli americani e rinchiuso in un campo di prigionia nei pressi di Pisa, dove venne costretto in una minuscola gabbia d’acciaio, ed esposto per quasi un mese all’aria aperta e alle intemperie, senza disporre di riscaldamento o di servizi igienici[12] (lui stesso descriverà più tardi le condizioni di prigionia). Estradato negli Stati Uniti, avrebbe dovuto essere processato per collaborazionismo e tradimento, crimini che gli sarebbero potuti costare la pena capitale, ma evitò la condanna perché riconosciuto infermo di mente; fu inviato nel manicomio criminale di "St. Elizabeths", vicino a Washington, dove sarebbe rimasto per circa dodici anni. Un esame del suo fascicolo sanitario – condotto negli anni Ottanta dallo storico Stanley Kutler[13] - ha fatto emergere che Pound non era mentalmente instabile, il che suffraga la tesi di chi ritiene che si trattasse di una falsa diagnosi, per salvarlo dal patibolo.

Nel corso della lunga prigionia e poi negli anni del manicomio gli fu sempre consentito di leggere e scrivere, anche per salvarlo da un rapido decadimento fisico e psicologico. Nelle opere scritte in quegli anni, compresi nuovi Cantos, egli parlò anche della morte di Mussolini e della Petacci e si dedicò a nuove traduzioni dell’opera di Confucio.

Fu nel periodo del suo internamento, precisamente nel 1948, che i suoi Cantos ottennero il Premio Bollingen per la poesia, organizzato dalla Library of Congress, suscitando non poche polemiche; della giuria, tra gli altri, faceva parte T. S. Eliot, poeta e Nobel per la letteratura nel 1948, che tanto doveva a Pound.

E furono molti degli amici che aveva aiutato ad adoperarsi per il suo rilascio, tra i quali Ernest Hemingway (che pure era stato un convinto combattente antifascista e che aveva contestato le sue prese di posizione), Robert Frost, Archibald MacLeish e l’editore Vanni Scheiwiller; fu anche grazie a loro che nel 1958 Pound poté essere rilasciato, facendo ritorno poco dopo in Italia. Si è detto – ma l’episodio è stato smentito dalla figlia – che al suo arrivo egli avrebbe salutato col braccio teso, parlando della sua patria d’origine come del vero manicomio. Pare che in quella occasione egli dicesse “Come mi sono trovato in manicomio? Piuttosto male. Ma in quale altro posto si poteva vivere in America?”.

Qualunque fossero state le sue idee, nel nostro paese ebbe delle frequentazioni con ambienti dell’estrema destra (prendendo parte ad alcuni eventi organizzati dal MSI), ma rinnegò sempre qualunque simpatia verso l’antisemitismo, accuse che però continueranno sempre ad aleggiare intorno alla sua figura[14].

Le dichiarate simpatie per i regimi fascisti gli costarono anche la candidatura al Nobel per la Letteratura del 1959. In compenso, Hemingway che lo vinse nel 1954 (per la cronaca quello del 1959 fu assegnato all’italiano Salvatore Quasimodo)[15], gli donò una parte del premio (assegno mai incassato da Pound[16]), conservando sempre per lui una profonda amicizia.

Negli ultimi anni della sua vita, Pound si divise tra l’Alto Adige, Rapallo, Venezia e Roma, sempre accudito da Olga Rudge - pur restando sposato con Dorothy - e non riuscì a completare le sue ultime opere a causa del decadimento fisico e della depressione. Morì a Venezia, a causa di un blocco intestinale, il primo novembre del 1972; per sua volontà, venne sepolto nell'isola cimiteriale di San Michele, della città lagunare.

Per la cronaca, anni dopo la sua morte la figlia Mary de Rachewiltz – che ha sempre serbato e valorizzato la memoria del genitore, curando la traduzione della sua opera e la costituzione dell'archivio poundiano, presso la Yale University - ha intentato una causa per uso improprio del cognome del genitore da parte di gruppi politici considerati su posizioni estremiste, insistendo sul fatto che il padre aveva aderito al regime in circostante storiche del tutto diverse, ma il tribunale di Roma[17] ha respinto le sue richieste nel 2016, rigettando la tesi di ogni legame tra il nome Pound e presunte violenze[18].

Se fare un semplice parallelismo tra Pound e il nazifascismo basterebbe forse per liquidare il personaggio, come è stato fatto in certi ambienti culturali e politici, resta il fatto che le ragioni che forse possono spiegare – senza per questo giustificare – la sua adesione a certi regimi e ideologie si collocarono in una più generale critica del decadente (a suo avviso) modello occidentale, incarnato dallo stile di vita americano, il tutto senza mai dimenticare che egli resta uno dei più grandi poeti del XX secolo. E non dimentichiamo che per Pound “Nessuna maledizione è peggiore di un'idea propagata attraverso la violenza” e che “la pace viene dalla comunicazione”.

Probabilmente non fu un uomo perfetto e commise molti errori, ma questo non basta a celare i suoi meriti artistici. Lo riconobbe lo stesso Pierpaolo Pasolini nella famosa intervista per la RAI del 1968, un uomo che di sicuro non può essere sospettato di simpatie fasciste. E riguardo agli organi d’informazione: “Nessun uomo conosce il significato di una QUALSIASI cosa pubblicata in un qualsiasi giornale se non conosce quali interessi controllano il giornale” (Ezra Pound)

Al di là del suo pensiero e delle sue citazioni, alcune delle autentiche massime di saggezze, se c’è un insegnamento che possiamo trarre dalla vicenda umana e personale di Pound, questo è quello della riconciliazione e della tolleranza, valori che nel mondo contemporaneo sembrano essersi perduti, privilegiando la logica dello schieramento dalla (presunta) parte giusta, rinnegando quel che di buono potrebbe dire o pensare chi abbia un’idea diversa.

Per fortuna, esistono molte persone intelligenti, tra i quali i numerosi intellettuali che – alcuni magari più tardivamente di altri – hanno visto in Pound uno dei maggiori artisti del XX secolo[19], il Picasso della poesia.

Come osservava Luca Gallese[20]: “Prima di giudicare qualcuno, come il poeta stesso amava ripetere, bisogna esaminare le sue idee una alla volta, e quindi è necessario avvicinarsi alle sue opere senza pregiudizi, collocandole nel contesto storico generale e in quello biografico particolare.”

Se lo stesso Pound ammetterà che “Il peggiore errore che abbia fatto è stato quello stupido, gretto pregiudizio dell’antisemitismo”, un’altra sua massima ci aiuta a chiudere il ritratto che gli abbiamo dedicato: “se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le proprie idee, o quelle idee non valgono niente, o non vale niente lui.”

Chissà se aveva ragione quando disse che “l’arte delle lettere giungerà al suo termine entro l’anno 2000… io sopravviverò come una rarità”, ma visto che Pound diceva che “l’incompetenza si manifesta con l’uso di troppe parole”, forse ne abbiamo già usate fin troppe.

 

Bibliografia di Ezra Pound[21]

A lume spento (1908)

A Quinzaine for this Yule (1908)

Personae (1909)

Exultations (1909)

Provença (1910)

Canzoni (1911)

Ripostes (1912)

Cathay (1915)

Lustra (1916, 1917)

The fourth canto (1919)

Quia pauper amavi (1919)

Hugh Selwyn Mauberley (1920)

Umbra (1920)

Poems 1918-1921 (1921)

A draft of XVI Cantos (1925)

Personae : the collected poems of Ezra Pound (1926)

A draft of the Cantos XVII-XXVII (1928)

selected poems (1928), con introduzione di T.S. Eliot

A draft of XXX Cantos (1930, 1933)

Eleven new Cantos XXXI-XLI (1934)

Homage to Sextus Propertius (1934)

Alfred Venison's poems : social credit themes by the poet of Tichfield Street (1935)

The fifth decad of Cantos XLII-LI (1937)

Cantos LII-LXXI (1940)

The pisan Cantos (1948, 1950)

Section: Rock-drill LXXXV-XCV de los cantares (1955, 1956,1957)

Thrones XCVI-CIX de los cantares (1959, 1960)

The Cantos I-CIX (1967)

Draft and fragments of Cantos CX-CXVII (1968, 1970)

antologie curate da Ezra Pound:

Des Imagistes : an anthology (1914)

Catholic anthology (1915)

Passages from the Letters of John Butler Yeats (1917)

Profile : an anthology collected in MCMXXXI (1932)

Active anthology (1933)

Confucius to Cummings (1964)

FONTI

 

Alessandro Rivali, Ho cercato di scrivere paradiso. Ezra Pound nelle parole della figlia: conversazioni con Mary de Rachewiltz, Milano, 2018

www.treccani.it/enciclopedia/ezra-loomis-pound/

sapere.virgilio.it/aforismi/autori/ezra-pound

le-citazioni.it/autori/ezra-pound/

www.focus.it/cultura/storia/ezra-pound-poeta-ispira-ultra-destra-italiana

www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera-sette/20161014/283772788469794

www.riflessioni.it/enciclopedia/pound.htm

www.youtube.com/watch?v=KKzsFaJsRNk (Conferenza di Marcello Veneziani su Ezra Pound e i Cantos)

www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/25/ezra-pound-linfluenza-e-le-contraddizioni-del-poeta-nel-nuovo-spettacolo-al-teatro-della-pergola-di-firenze/7334322/

www.osservatorioantisemitismo.it/articoli/antisemitismo-di-ezra-pound/

www.avvenire.it/agora/pagine/ezra-pound-50-anni-morte-oltre-i-cantos-il-crogiolo-della-magia-della-poesia

www.corriere.it/cronache/24_luglio_10/ezra-pound-raccontato-dalla-figlia-mary-giocava-a-tennis-con-me-togliendosi-una-scarpa-l-assegno-di-hemingway-non-volle-mai-incassarlo-7070647f-d828-4c2f-a83e-aca813389xlk.shtml

www.youtube.com/watch?v=GZjILHs85oc (Filosofia di Ezra Pound: la poesia contro l’usura)

www.adnkronos.com/IGN/News/Cultura/Nobel-rivelato-il-motivo-della-bocciatura-di-Pound-E-fascista-niente-premio_577699419.html

www.raiplay.it/programmi/pasoliniincontraezrapound

www.rsi.ch/cultura/letteratura/Ezra-Pound--1803221.html

www.ilgiornale.it/news/cultura/pound-carta-visita-straccia-banche-usuraie-837333.html

EZRA POUND. UN MAESTRO CHE DIVIDE E CHE INCLUDE - www.youtube.com/watch?v=jC9ZqvvUaW0

web.archive.org/web/20131101174533/http://www.insulaeuropea.eu/pulsoni/pulsoni_capelli.pdf

www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=945

www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/casapound_nome_legittimo-1788987.html

 

[1] Quasi tutte le citazioni di Pound sono tratte da sapere.virgilio.it/aforismi/autori/ezra-pound e da

le-citazioni.it/autori/ezra-pound/

[2] www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=945

[3] www.youtube.com/watch?v=KKzsFaJsRNk

[4] lanuovabq.it/it/chesterton-e-i-pazzi-hanno-perso-tutto-tranne-la-ragione

[5] www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=945

[6] www.youtube.com/watch?v=sW_o4o04v7w (Intervista allo storico Antonio Pantano)

[7]

“Io so, non per teoria ma per esperienza, che si può vivere infinitamente meglio con pochissimi soldi e un sacco di tempo libero, che non con più soldi e meno tempo. Il tempo non è moneta, ma è quasi tutto il resto.”

[8] www.ilgiornale.it/news/cultura/pound-carta-visita-straccia-banche-usuraie-837333.html

[9] ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/10/15/news/ezra-pound-interrogato-rispose-adolf-hitler-era-un-santo-e-sugli-ebrei-e-stato-raggirato-1.1595883

[10] www.osservatorioantisemitismo.it/articoli/antisemitismo-di-ezra-pound/

[11] www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera-sette/20161014/283772788469794

[12] www.raiplay.it/programmi/ezraingabbia

[13] www.nytimes.com/1981/10/31/books/researchers-dispute-ezra-pound-s-insanity.html

[14] www.osservatorioantisemitismo.it/articoli/antisemitismo-di-ezra-pound/

[15] web.archive.org/web/20100625045707/http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultura/Nobel-rivelato-il-motivo-della-bocciatura-di-Pound-E-fascista-niente-premio_577699419.html

[16] www.corriere.it/cronache/24_luglio_10/ezra-pound-raccontato-dalla-figlia-mary-giocava-a-tennis-con-me-togliendosi-una-scarpa-l-assegno-di-hemingway-non-volle-mai-incassarlo-7070647f-d828-4c2f-a83e-aca813389xlk.shtml

[17] www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/casapound_nome_legittimo-1788987.html

[18] www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/casapound_nome_legittimo-1788987.html

[19] mag.unitn.it/in-libreria/117310/la-libert-dellintelligenza-ezra-pound-un-intellettuale-tra-intellettuali

[20] www.ilgiornale.it/news/cultura/pound-carta-visita-straccia-banche-usuraie-837333.html

[21] www.riflessioni.it/enciclopedia/pound.htm

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