Demansionamento illegittimo: i docenti non vaccinati riportano il senso critico in classe

Demansionamento illegittimo: i docenti non vaccinati riportano il senso critico in classe

 

Riceviamo e con grande piacere rilanciamo questo contributo di due docenti. 

 

di Bernardo Bertenasco e Rita Vernola 
 
La nostra società ha smesso di chiedersi il senso e il fine dell'insegnamento. Noi docenti non possiamo limitarci a trasmettere competenze da testare con prove invalsi, ma dobbiamo spronare gli alunni alla ricerca della verità e della complessità, da cercare a costo di sofferenze, difficoltà e, in certi casi, anche umiliazioni, purtroppo spesso supportate dal conformismo acritico imperante.
 
L'istruzione serve a dare a tutti gli strumenti per sviluppare il senso critico; la cultura a infondere più dubbi che certezze, creando le condizioni per superare le polarizzazioni create ad hoc per dividerci e per offendere la dignità e l'intelligenza di tutti.
Fatte tali premesse ci tengo a raccontare la mia esperienza e quella della mia collega Rita, entrambi demansionati a metà maggio in quanto "inadempienti all'obbligo vaccinale". Il caso fu subito sospetto, in quanto altri nostri colleghi nella stessa situazione continuavano ad andare regolarmente in classe in altri istituti della nostra città, Verona. Il diavolo si nasconde nei dettagli e nell'interpretazione delle norme, spesso aperte a molteplici interpretazioni.
 
Da lì è partito un giro di confronti, chiamate ed incontri volti a cercare la verità.
 
È la verità in questo caso non risiede sul piano morale, pur fondamentale, ma su quello normativo, tanto caro ai burocrati quanto avverso ai pensatori.
 
Tali norme però parlano chiaro: il nostro demansionamento era illegittimo sin dal primo giorno, in quanto siamo in possesso di lasciapassare governativo (comunemente detto green pass rafforzato) con scadenza oltre il termine delle lezioni e dell'obbligo vaccinale (si vedano faq 12 e 19 Regione Veneto).
 
Che lezione trarre da questa situazione?
 
In primis occorre continuare a lottare per la giustizia e l'uguaglianza anche quando se ne occupa attivamente solo una minoranza (non è certo il primo caso e chissà per quanti altri non sono stato in grado di dare il mio contributo attivo).
 
Occorre poi essere almeno in due, perché da soli non si va da nessuna parte.
 
 
P.s. Ci tengo a ringraziare tutti coloro che a diverso titolo mi hanno sostenuto, i compagni di Nuova Direzione e la mia collega Rita.
Ora possiamo tornare a dilettarci nella più desueta delle arti: infondere un pensiero critico che possa fornire un orizzonte di senso oltre la violenza, la discriminazione, l'alienazione e l'ipocrisia del nostro tempo malato.
 
 
 

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