Crisi dell’acciaio tedesco: Thyssenkrupp annuncia tagli e chiusure
La principale azienda siderurgica tedesca, Thyssenkrupp Steel, ha annunciato un piano per eliminare fino a 11.000 posti di lavoro entro il 2030. L’attuale forza lavoro di 27.000 dipendenti potrebbe scendere a circa 16.000, in risposta a una domanda di mercato debole e alla necessità di tagliare i costi. Parallelamente, l’azienda ridurrà la capacità produttiva da 11,5 a circa 9 milioni di tonnellate metriche e chiuderà l’impianto di Kreuztal-Eichen, che impiega 500 lavoratori.
Il settore siderurgico tedesco, che impiega circa 80.000 persone, sta affrontando una crisi aggravata dalla pressione per produrre acciaio più sostenibile. La transizione verso un'industria a zero emissioni di carbonio, promossa dal governo, comporta investimenti ingenti e sfide economiche, tra cui concorrenza asiatica e costi energetici elevati. Nonostante il sostegno statale, progetti come l’impianto per “acciaio verde” a Duisburg, basato inizialmente sul gas naturale e in futuro sull’idrogeno, rappresentano un peso economico significativo per le aziende.
Il sindacato IG Metall ha definito il piano di Thyssenkrupp una “catastrofe” per l’occupazione e l’area industriale della Renania Settentrionale-Vestfalia. L’ambizioso obiettivo della Germania di diventare neutrale dal punto di vista climatico entro il 2045 si scontra con una realtà economica difficile.
La direttrice dell’associazione siderurgica tedesca, Kerstin Maria Rippel, ha dichiarato che l’industria “lotta per la sua sopravvivenza”, mentre il governo prevede una contrazione del PIL dello 0,2% nel 2024, segnando una recessione biennale senza precedenti dal 2000.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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