Cosa succede se falliscono i negoziati Nato-Russia?
Le proposte sulle garanzie di sicurezza non sono un menu da cui scegliere, ma un pacchetto di accordi, ha sottolineato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
In una conferenza stampa, al diplomatico è stato chiesto se Mosca fosse pronta a considerare la risposta dell'Occidente alla bozza di documento, se, ad esempio, non fosse inclusa una clausola sulla non espansione della NATO a est, ma solo generici obblighi reciproci di riduzione degli armamenti.
Come ha fatto notare Lavrov, la parte russa aspetterà queste proposte: era stato promesso che sarebbero state presentate "entro una settimana, più o meno".
"E li abbiamo avvertiti, i nostri interlocutori, in primis statunitensi che questo non è un menù, ma un pacchetto. Esattamente lo stesso pacchetto di cui abbiamo parlato oggi sui temi della libertà di scelta dei sindacati. Per noi è inammissibile rafforzare la propria sicurezza a scapito della sicurezza degli altri", ha affermato Lavrov.
Il ministro russo ha poi aggiunto che negli ultimi trenta anni la Russia ha “accumulato un bel po’ di comprensione”.
"Pertanto, abbiamo presentato documenti e abbiamo insistito sul fatto che la nostra principale preoccupazione sulla non espansione della NATO fosse giuridicamente vincolante. In risposta, spero di ottenere qualcosa di intelligibile, oltre alle argomentazioni ora in corso secondo cui questo non è accettabile per l’Occidente”.
Distanza con la NATO
In un’intervista rilasciata al quotidiano italiano ‘La Repubblica’ il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, conferma che le parti sono molto distanti. “Posso dire che le discussioni sono state difficili, abbiamo passato quattro ore ad affrontare una vasta gamma di questioni. Loro hanno sollevato i loro problemi di sicurezza, noi le nostre preoccupazioni. Siamo molto distanti. Il confronto è stato aperto e franco. Ma l'importante, in questo momento critico per la sicurezza europea, è che ci siamo seduti insieme intorno a un tavolo”.
La NATO però non ha intenzione di fermare la propria politica di espansione verso est, la richiesta principale della Russia che si vede sempre più minacciata dalla massiccia presenza dell’alleanza atlantica ai proprio confini, nonostante le rassicurazioni occidentali fornite a Mosca dopo il crollo dell’Unione Sovietica.
Quindi non viene esclusa l’adesione dell’Ucraina alla NATO: “L'Ucraina ha già chiesto l'adesione e abbiamo deciso di lavorarci. Di sostenerla nelle riforme, nella modernizzazione delle forze armate secondo i nostri standard. È chiaro che siamo aperti. Nel 2008 abbiamo stabilito che Ucraina e Georgia diventeranno membri, ma non quando. Il messaggio principale, però, ora è un altro: la questione dell'adesione riguarda l'Ucraina e i 30 alleati del Patto. I russi vorrebbero invece un accordo vincolante che impedisca l'allargamento della Nato. Sarebbe una violazione dei nostri principi sull'autodeterminazione dei popoli. Ucraini, finlandesi o svedesi devono avere il diritto di decidere da soli se e quando aderire. I russi non possono interferire. Vogliono ristabilire una sorta di influenza riservata alle grandi potenze. Ma questa non è l'Europa in cui vorrei vivere. Gli stati europei sono liberi e indipendenti”.
Tralasciando le altre considerazioni, l’ultima frase di Stoltenberg appare davvero fuori dal mondo. Cioè il massimo dirigente dell’alleanza militare che de facto occupa l’Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale dice che i paesi europei sono “liberi e indipendenti”, quando in realtà è sempre e comunque Washington ad avere l’ultima parola, tranne rare eccezioni.
Sarebbe interessante comprendere qual è il concetto di libertà per Stoltenberg. Ma forse è già abbastanza chiaro.
La disinformazione dei media
Sfogliando i giornali e leggendo i vari resoconti dei media mainstream emerge una realtà quasi parallela dove si verificano cose sorprendenti: mentre la Russia negozia con l'Occidente sulle garanzie per la sua sicurezza, offrendo di discutere iniziative di pace, risulta che l'Occidente allo stesso tempo ha negoziato con la Russia sull’Ucraina. COsì all’opinione pubblica occidentale viene raccontato che Mosca ha improvvisamente radunato più di 100.000 soldati "ai confini dell'Ucraina" - come ha affermato Victoria Nuland: ”La Russia ha creato questa crisi di punto in bianco" -, e allarmato Washington e la NATO che hanno deciso di avviare negoziati per risolvere la "crisi ucraina".
Quindi l’opinione pubblica occidentale che apprende le notizie dai titoli dei giornali, dai feed dei social media e dai telegiornali (ossia la maggioranza dei cittadini) è sicura che stiamo parlando del destino di della lontana Ucraina, e non della sicurezza anche e soprattutto degli europei.
La stragrande maggioranza maggioranza dei media occidentali disinforma. Hanno rilanciato all’unisono falsi “piani russi di invasione dell’Ucraina”, e adesso cercano di convincere l'opinione pubblica che a Ginevra e a Bruxelles l'Occidente sta cercando di ragionare con l’arrogante Mosca per dissuaderla dall'"invasione".
I media occidentali presentano questi recenti incontri come negoziati "sulla crisi ucraina" o "sull'Ucraina”, ma nella bozza di trattato con gli Stati Uniti proposto dalla Russia, l’Ucraina non viene mai direttamente menzionata.
Insomma, i media occidentali adottano il solito modus operandi volto a spalleggiare l’imperialismo più che informare i propri lettori. Da tenere a mente quando ci parleranno la prossima volta della propaganda russa o cinese che insidia la libera informazione dei media mainstream occidentali.
Cosa succede adesso?
I negoziati hanno prodotto sostanzialmente un nulla di fatto, quindi adesso ci si arrovella sul cosa può accadere. L’esito era praticamente predeterminato perché sia Washington che i principali vassalli non avrebbero accettato il fatto che Mosca potesse porre il veto a nuove adesioni all’alleanza.
Allora a cosa sono serviti i negoziati? Perché Mosca pretende “garanzie subito” pur sapendo che le sue richieste sarebbero state rifiutate?
Un mese fa Vladimir Putin ha posto la questione con fermezza, non perché sperasse di ottenere concessioni dagli Stati Uniti, ma perché ritiene sia giunto il momento di aprire un nuovo capitolo nella ristrutturazione dell'ordine mondiale globale.
Vista dall’ottica di Mosca la richiesta di Putin all’Occidente di ritirarsi da Kiev segna l’emergere di una nuova realtà: non sono più USA e NATO a chiedere alla Russia di non attaccare l’Ucraina, ma la situazione si ribalta con Mosca che sembra annunciare all’Occidente la fine del gioco secondo le sue regole.
L’atteggiamento assunto dalla Russia costringe l’Occidente a costruire le sue relazioni con la Russia secondo nuove regole. Ma non solo con la Russia: tra una settimana il nuovo presidente dell’Iran volerà a Mosca e successivamente Vladimir Putin si recherà a Pechino per l’apertura delle Olimpiadi e incontrerà Xi Jinping per un vertice.
Questo è il nuovo ordine multipolare in azione. Si tratta di una nuova tappa nella costruzione di una nuova architettura di sicurezza non solo per la Russia, ma globale.