Come la Cina ha sconfitto il Covid. Una testimonianza smaschera le fake news nostrane (parte seconda)

Come la Cina ha sconfitto il Covid. Una testimonianza smaschera le fake news nostrane (parte seconda)

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La Cina è riuscita ad arginare il coronavirus anche nell’insorgere della più insidiosa variante delta. Al 26 agosto il numero ufficiale dei nuovi contagiati si attestava a sole ventisei unità. Nel diffondere le statistiche cinesi, i media europei insinuano però sempre il tarlo del dubbio sulla reale veridicità dei dati forniti. Eppure per capire con che intensità Pechino si stia adoperando per contrastare la diffusione di nuovi contagi basterebbe provare a parlare con gli italiani residenti in Cina o con chi prova a recarvisi da un paese estero.

In precedenza abbiamo raccolto la testimonianza di Shixiong Wang, insegnante, traduttore e scrittore che vive in Italia e parla fluentemente sia italiano che cinese, che dall’Europa nei giorni scorsi si era imbarcato su un aereo, avendo come meta, appunto, la Repubblica Popolare Cinese.

Nelle righe che seguono riportiamo invece le sue testuali parole che raccontano dell' esperienza vissuta una volta atterrato in Cina:

Il mio viaggio dal volo internazionale verso l'albergo di quarantena è stato lunghissimo, lungo il percorso bisogna superare quasi 20 controlli: scansione del codice del volo, misura della temperatura corporea, presentazione dei moduli del test con quattro risultati negativi, indagine epidemiologica, due tamponi rapidi, richiesta del codice QR di ingresso, compilazione dei moduli di tracciamento, la dogana, disinfezione dei bagagli, disinfezione dei miei vestiti, test sierologico, ingresso nel gruppo chat del hotel di quarantena... Col mio cervello ipossico dopo ore di volo non ricordavo troppi dettagli, vedevo solo innumerevoli persone in bianco mi sono passate davanti di corsa...

L'ingresso di due ore sembra complicato, ma è la prima linea di difesa a tutela della salute e della sicurezza nazionale. Molte persone lo danno per scontato, ma la mia esperienza all'estero mi ha insegnato che in molti paesi non ci sono centinaia di personale anti-epidemia in attesa quando l'aereo sta atterrando, strutture alberghiere speciali per l'isolamento, autisti specifici che sono responsabili del trasporto dei passeggeri internazionali, medici che rispondono al telefono 24 ore, volontari che forniscono servizi di base...

Il mondo mediatico di tanti paesi non crede al lavoro anti-epidemia del mio paese, ma io ci credo. Non perché sono cinese, semplicemente perché l'ho visto di persona e mi ha protetto bene.

Il vapore acqueo sugli occhiali e il sudore sulla maschera protettiva mi hanno impedito di vedere l'aspetto di queste "guardie bianche". Sono vestiti della stessa "uniforme" per lo stesso ideale. Per un momento, si fusero in una muraglia bianca nella mia visione offuscata, come fosse una grande muraglia costruita per la difesa sanitaria nazionale.

Dopo aver completato il controllo in ogni punto di ispezione, dicevo sempre la stessa frase alla muraglia bianca: "Grazie per il vostro lavoro!". Grazie per aver protetto la mia famiglia e il mio paese.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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