Bank of America. La risposta dell'UE porta l'Italia nella trappola del debito

Bank of America. La risposta dell'UE porta l'Italia nella trappola del debito

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di Thomas Fazi


Qualche giorno fa mi sono attirato l'ira di molti sostenendo che Commerzbank aveva perfettamente ragione ad invitare i propri clienti a vendere i titoli italiani, alla luce della traiettoria insostenibile del rapporto debito/PIL dell'Italia post-corona in assenza di un impegno della BCE a monetizzare il deficit/debito italiano in aeternum. Adesso è un'altra banca - la Bank of America - a dire la stessa cosa.


Secondo un'analisi del debito italiano e spagnolo, le misure varate finora «non stabilizzeranno le traiettorie del debito senza un significativo e permanente aiuto della BCE». La banca centrale, allo stato attuale, sarebbe di fatto obbligata ad estendere all'infinito il nuovo piano di acquisti di titoli, il cosiddetto PEPP. In questo caso, secondo Bank of America, l'Italia riuscirebbe a mantenere il debito tra il 140 e il 150 per cento del PIL fino al 2030. In alternativa, il debito dell'Italia salirà molto probabilmente al 160-170 per cento del PIL, rendendo impossibile per il nostro paese rifinanziarsi sui mercati.


Come sosteneva il rapporto di Commerzbank, però, un intervento continuativo, illimitato e incondizionato della BCE è assolutamente improbabile, per non dire impossibile, lasciando aperti solo due scenari; (1) perché la BCE continui a sostenere il debito dell'Italia, il nostro paese è costretto a chiedere l'aiuto al MES condizionato a pesanti misure di consolidamento fiscale e possibilmente anche a una ristrutturazione del debito; (2) l'Italia esce dall'euro, scenario che l'opzione (1) renderebbe comunque probabile nel medio termine vista l'inevitabile reazione politica che scatenerebbe.


Non c'è nessun "complotto" in questi rapporti ma una semplice fotografia della realtà dei fatti. La vera tragedia è che delle banche private siano in grado di fare un'analisi più lucida della situazione di quanto non siano in grado di fare i nostri politici, che invece continuano a fantasticare di euro-corona-bond e altre amenità simili.

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