Vincenzo Costa - Papa Francesco, l'Incarnazione e la storia
di Vincenzo Costa*
Se ne sentono di tutti i colori. Forse bisognerebbe distinguere tra il Papa, quello reale, e la costruzione che del Papa hanno fatto i media, soprattutto i media progressisti.
Se uno segue i media sembra che Papa Francesco predicasse una sorta di filantropia, la fratellanza universale, l'accoglienza indiscriminata, una sorta di "tutto va bene".
Soprattutto, sembrerebbe trasformare il Cristianesimo in una dottrina morale, in una serie di precetti morali.
Questa immagine del Papa genera poi opposte reazioni.
Da una parte, quella dei progressisti, genera simpatia, della serie "finalmente un Papa che dice cose di sinistra". Finalmente un Papa che rinnega il cristianesimo e lo riduce a una pappetta moraleggiante.
Qui si esalta il Papa perché si interpreta il suo insegnamento come una sorta di dottrina sociale, un Cristianesimo senza Cristo.
Dall'altra parte quella dei conservatori, gli arrabbiati, quelli che lo vedono come l'anticristo. Ma arrabbiati perché cambiano i riti, qualche prassi.
Emerge in questa prospettiva un'idea di tradizione come blocco di marmo, immagine della morte, così lontana dal Dio vivente e dei viventi che anima il Vangelo. Anche qui, un Dio morto, ridotto a dottrina.
In entrambi i casi la stessa esclusione: l'incarnazione.
Perché il nucleo del Cristianesimo, il suo essere follia per il mondo, è l'incarnazione, che Dio si fa compagno, entra nella storia, cammina nella storia, e la chiesa esiste solo per testimoniare questo. Per quanto possa sbagliare, essere luogo anche di malfattori schifosi, ha questo elemento dentro.
Questo richiamo all'incarnazione ha caratterizzato certamente gli ultimi tre papati, struttura tutta la vita e il papato di Papa Francesco, come aveva caratterizzato quello di Giovanni Paolo II.
Ma Papa Francesco accentua un punto, già contenuto in molti papati precedenti del resto: l'attenzione alla diseguaglianza, a chi viene scartato, a quelle che già papà Giovanni Paolo II chiamava strutture di peccato, cioè meccanismi sociali ed economici che distruggono la persona umana, la sfigurano.
Papa Francesco ci ha detto:
Un'incarnazione che non si pone nel mondo e contro il mondo cessa di essere incarnazione, diviene inutile, non è più il farsi carne di un Dio che si rende compagno agli uomini.
Papa Francesco non propagandava la Fratellanza universale o il volemose bene. Diceva che tutti siamo uguali davanti a Dio, ribadiva che il popolo di Dio non sono quattro vecchi o una setta di scemi che credono di essere prescelti.
Il popolo di Dio e' l'umanità tutta. l'incarnazione non accade per gli eletti, ma per tutti.
Il centro del suo pontificato è l'incarnazione, ma un'incarnazione che si fa storia, prende parte, rischia, sbaglia e, quando occorre, chiede perdono per avere sbagliato.
Così, ho voluto fare questo post perché spesso ho l'impressione che quando si parla di Papa Francesco si parli delle proprie fantasie o del simulacro costruito dai mass media.
*Post Facebook del 22/04/2025