Verso la Mezzanotte del mondo. Cronache dell’escalation nucleare

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Verso la Mezzanotte del mondo. Cronache dell’escalation nucleare

 

di Alex Marsaglia

 

Ci siamo, le conseguenze del fallimentare viaggio di Trump in Asia si stanno manifestando nella maniera più grave, quella dell’escalation nucleare. In un mondo in guerra convenzionale, calda e combattuta su più fronti, l’annuncio della ripresa dei test atomici da parte degli Stati Uniti non poteva passare senza conseguenze. Trump da parte sua, non essendo riuscito a sfondare il muro asiatico con i mezzi convenzionali della guerra commerciale, non poteva che tentare un’altra strada. Così ha scelto la via più pericolosa, ma inevitabile, dati i livelli di sviluppo tecnologico raggiunti: il confronto sullo sviluppo tecnico-militare nucleare.

Le dichiarazioni che si sono susseguite nelle ultime ore tra i vertici russi e quelli americani ci svelano ciò che si cela dietro la svolta tecnologico-militare e nucleare del Burevestnik. Ieri infatti il Ministro della Difesa russo Belousov, nell’annunciare l’immediata ripresa dei preparativi per condurre test nucleari su larga scala, ha svelato che ad Ottobre gli Stati Uniti hanno condotto un’esercitazione in cui è stato simulato un attacco missilistico nucleare preventivo contro la Russia. Inoltre, gli Stati Uniti stanno lavorando alla creazione di un nuovo missile intercontinentale con un raggio di 13.000 km con testata nucleare in modo da chiudere immediatamente il gap apertosi con la Russia ( vedi qui: https://it.infodefense.press/2025/11/05/il-ministro-della-difesa-russo-andrej-belousov-ha-dichiarato-di-ritenere-opportuno-avviare-immediatamente-i-preparativi-per-test-nucleari-presso-il-poligono-delle-nuovaia-zemljya/).

Trump dal canto suo, dopo l’annuncio della ripresa dei test atomici americani dopo 33 anni, chiudendo l’effettività normativa dell’ennesimo Trattato ONU - nello specifico il Ctbt (Comprehensive nuclear-test-ban treaty) adottato dall'assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1996 - ha provato a giustificarsi rivendicando la natura “paritaria” dei test. Le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti delle scorse ore fanno riferimento ai “programmi di test di altri paesi” che lo avrebbero costretto ad ordinare al Dipartimento della Guerra di “iniziare a testare le nostre armi nucleari su base paritaria”. Peccato che gli ultimi test con esplosioni atomiche verificate (restano fuori quelli della Corea del Nord) risalgano proprio a quell’epoca: nel 1996 l’ultimo test nucleare della Repubblica Popolare cinese e nel 1998 quello indiano e pakistano. Insomma, con l’annuncio americano della ripresa dei test atomici nucleari si sta aprendo la porta verso l’abisso che si era faticosamente cercato di chiudere con una serie di trattati internazionali e bilaterali, come il trattato START il cui rinnovo previsto per il Febbraio 2026 è ormai totalmente irrilevante. La ripresa dei test atomici a scopo militare evidentemente riapre la stagione del confronto attraverso la corsa allo sviluppo tecnologico. Una corsa nichilistica verso il nulla, mai veramente interrotta, ma che ora subirà una notevole accelerazione. Inoltre, dato che le capacità di annientamento dell’umanità sono ormai ampiamente raggiunte e superate ciò su cui si cercherà di competere in questo gioco di potenza sono piuttosto le capacità di annientamento dell’umanità, misurate in potenziale esplosivo e nella minor quantità di tempo impiegata. Abbattere la barriera spazio-temporale, rilevando cronometricamente chi è in grado di montare una testata atomica su di un vettore nucleare per annientare l’avversario più velocemente, diventa la nuova frontiera da abbattere per vincere il confronto atomico nell’ipotesi di combattimento. Ovviamente questa per ora, per fortuna, resta un’ipotesi, ma è tanto più fondamentale e necessaria da mantenere, per portare avanti il combattimento a colpi di livelli di sviluppo tecnologico da raggiungere. Il non rimanere indietro nella corsa all’abbattimento delle frontiere spazio-temporali di annientamento dell’umanità diventa l’obiettivo vero di questa corsa allo sviluppo della tecnica della violenza. Come ricordava Günther Anders, riprendendo criticamente il Maestro Martin Heidegger responsabile secondo lui di un’ontologia eccessivamente antropocentrica, incentrata sull’Uomo come “pastore dell’essere” che perdeva di vista il ruolo di reificazione della tecnica esercitata dall’uomo stesso sull’Uomo: «il libro fondamentale di filosofia attualmente non dovrebbe più chiamarsi, come sessant’anni fa, Essere e tempo; dovrebbe piuttosto intitolarsi Essere e tempo dimezzato; o ancora più correttamente: Tempo dimezzato e non essere»[1].

Tutta la drammaticità dell’escalation nucleare in cui sta ripiombando il mondo in queste ore può essere filosoficamente riassunta dall’antiquatezza dell’Uomo perso nel suo dislivello prometeico con ciò che produce, spinto dalla volontà di reificazione ad inseguire all’infinito il mondo dei suoi prodotti in una corsa nichilistica verso il Nulla. Non c’è un fine, se non la fine in ciò che militarmente stanno compiendo in queste ore le più grandi potenze mondiali spinte dall’imperialismo americano in un confronto muscolare che diventa di ora in ora più pericoloso, sviluppandosi sul piano nucleare. Il fatto che gli Stati Uniti abbiano circondato la Russia dopo il crollo del Muro di Berlino, ha spinto inevitabilmente Mosca a cercare armi in grado di chiudere il gap spazio-temporale, ma ora la mossa di Trump improntata al rilancio del confronto atomico innalza inevitabilmente l’asticella dello scontro in atto ad un livello successivo a cui per autodifesa è difficile sottrarsi. Come ha dichiarato il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo Medvedev ieri «Nessuno sa cosa intendesse Trump con “test nucleari” (probabilmente nemmeno lui lo sa). Ma è il Presidente degli Stati Uniti. E le conseguenze di tali parole sono inevitabili: la Russia sarà costretta a valutare autonomamente l’opportunità di condurre test nucleari a pieno titolo». Il portato effettivo di tali dichiarazioni è la ripartenza della corsa allo sviluppo militare atomico, che verrà condotto inevitabilmente con i test come manifestazione muscolare di potenza. Ancora una volta il diritto verrà ridotto a carta straccia e si ricorrerà ai rapporti di forza per regolare le questioni tra Stati. E su questa vicenda l’umanità, che ha avuto un sussulto insperato in merito alla questione palestinese, non sembra saper far altro che restare attonita a guardare.

 

[1] G. Anders, Il mondo dopo l’uomo. Tecnica e violenza, Mimesis, Milano, 2008, p. 21

Alex Marsaglia

Alex Marsaglia

Nato a Torino il 2 maggio 1989, assiste impotente per evidenti motivi anagrafici al crollo del Muro di Berlino. Laureato in Scienze politiche con una tesi sulla rivista Rinascita e sulla via italiana al socialismo, si specializza in Scienze del Governo con una tesi sulle nuove teorie dell’imperialismo discussa con il prof. Angelo d’Orsi. Redattore de Il Becco di Firenze fino al 2021. Collabora per un breve periodo alla rivista Historia Magistra. Idealmente vicino al marxismo e al gramscianesimo. Per una risposta sovranista, antimperialista e anticolonialista in Italia e nel mondo intero. 

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