Trump abbandona i vassalli europei e la NATO?  

1363
Trump abbandona i vassalli europei e la NATO?   

 

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico

 

I giorni che stiamo vivendo probabilmente passeranno alla storia. Dico questo perché la propaggine europea della “guerra mondiale a pezzi” è arrivata ad uno snodo che comunque rappresenterà una svolta.

Il primo segno che stava avvenendo qualcosa di grosso si è avuto Mercoledì 19 Novembre, quando il quotidiano inglese Independent ha dato notizia che l'ambasciatore americano presso la Nato, Matthew Whitaker ha espresso il convincimento dell'amministrazione USA che il ruolo di Supreme Allied Commander Europe (Saceur) debba essere occupato da un generale tedesco. Questa clamorosa esternazione è stata fatta durante la Conferenza sulla Sicurezza tenutasi a Berlino la settimana scorsa, ed ha lasciato sgomenti i rappresentanti europei presenti.

Innanzitutto una necessaria precisazione, il Saceur è il capo militare della Nato, colui che sovraintende dal punto di vista militare e operativo alle operazioni dell'Alleanza Atlantica. Un ruolo, da sempre, ricoperto dagli americani che l contempo hanno lasciato ben volentieri il ruolo di Segretario generale, (di fatto una sorta di “front man politico” dell'alleanza) ad un europeo. Posizione  che in questo momento è retta dall'olandese Mark Rutte. Dunque, se il Segretario Generale è una sorta di uomo delle pubbliche relazioni dell'Alleanza Atlantica il Saceur è colui che ha in mano le leve militari compreso il pulsante rosso delle armi nucleari occidentali depositate e pronte all'uso in Europa.

Come si può intuire, l'annunzio di un possibile abbandono di questa carica da parte degli statunitensi sottintende l'evidente volontà di disimpegnarsi dall'alleanza stessa. Magari non totalmente, ma considerando gli europei come alleati di secondo rango se non di terzo.

A Washington, soprattutto con l'avvento della seconda presidenza Trump, hanno chiarissimo come gli equilibri mondiali siano completamente travolti rispetto a solo 20 anni fa, e dove l'importanza dell'Europa è fortemente ridimensionata a causa dell'ascesa della Cina e del sud est asiatico ma anche della vitalità delle monarchie petrolifere della penisola arabica, dall'Arabia Saudita al Qatar passando per gli Emirati. Tutti paesi che stanno portando avanti investimenti colossali anche in ambito tecnologico così da diventare nuovo centro nevralgico tra Mediterraneo e Oceano indiano, non solo in ambito energetico ma anche sotto l'aspetto finanziario e tecnologico. Un vero ed enorme spostamento di asse che se fosse completato vedrebbe l'Europa ridotta ad area marginale e sostanzialmente irrilevante negli equilibri di potere mondiali.

E' chiaro che in un simile quadro geostrategico gli statunitensi vedano l'Europa solo come un pollo da spennare, magari con il continuo acquisto di gas americano via nave, oltre che di armi made in USA. Ma al contempo l'Europa, vista da Washington è ormai un luogo per il quale non vale più la pena rischiare di versare una solo goccia di sangue americano.

In questa logica assume un senso evidente la “proposta di abbandono” del ruolo di Saceur della Nato da parte degli americani così come assume un senso anche la proposta  di soluzione al conflitto ucraino fatta dall'amministrazione Trump in questi giorni e che si compone di 28 punti. Una proposta che leva gli statunitensi dal ruolo di sconfitti in guerra per assumere le vesti di mediatori oltre che di beneficiaria di grandi affari con la Russia, a partire dall'investimento in un fondo russo americano di parte degli asset della banca centrale russa attualmente congelati in Europa e dove l'altra parte di questi asset sarà devoluta per la ricostruzione dell'Ucraina ma garantendo sempre agli USA ritorni sui profitti molto alti.

All'Ucraina nel quadro che si produrrebbe se il piano di Trump fosse approvato rimarrebbe un paese letteralmente distrutto, mutilato nella sua dimensione geografica a causa della cessione di grandi territori alla Russia e per di più con centinaia di migliaia di invalidi, vedove e orfani di guerra da accudire.

All'Europa invece rimarrebbe l'onere della ricostruzione dell'Ucraina sia essa materiale che morale. E non potrebbe essere che così, stante alla legge eterna secondo la quale il sangue si paga: l'Europa ha spinto l'Ucraina in una avventura folle e scriteriata costata rovine e distruzioni oltre che centinaia di migliaia di morti e feriti. E' chiaro che ora, l'Europa è moralmente (ma direi anche politicamente) obbligata a contribuire in maniera sostanziale alla ricostruzione del paese ex sovietico. Certo, è vero, dovrebbero essere obbligati a contribuire alla ricostruzione anche gli americani, ma questi furbescamente si stanno tirando fuori dai guai lasciando gli europei in una posizione molto scomoda. Come scrissi sull'AntiDiplomatico alla vigilia dello scoppio del conflitto ucraino, quello che avevamo di fronte era l'omicidio perfetto dell'EU da parte di Biden. Trump sta semplicemente - e senza pietà - continuando l'opera del suo predecessore.  Solo degli ingenui potrebbero stupirsi di questo: gli americani considerano da oltre un decennio gli europei tra  i maggiori responsabili del loro degrado economico e vogliono restituire la pariglia all'Europa con  degli interessi molto salati.

In questo quadro drammatico i paesi europei hanno immediatamente elaborato un contropiano in 24 punti, fatto a posta per essere respinto in blocco da Mosca e quindi per portare questo round di trattative su un binario morto esattamente come è avvenuto in tutti i precedenti casi. Un piano irrealistico quello europeo che vedrebbe la Russia capitolare sul tavolo delle trattative dopo aver vinto sul campo di battaglia. Come interpretare altrimenti il combinato disposto di alcuni punti che prevedono la non entrata diretta di Kiev nella Nato ma dove Zelensky può far entrare truppe straniere sul proprio territorio? E' evidente che una simile proposta vedrebbe verificarsi il fenomeno paradossale per il quale se l'Ucraina non entra nella Nato è comunque la Nato ad entrare in Ucraina.

Al momento è davvero difficile ipotizzare come andrà a finire. Possiamo solo dire che l'inerzia non lavora a favore dell'Europa che ha come unica speranza quella di riuscire a mandare a monte la trattativa convincendo gli americani a continuare a sostenere Kiev. Tutte le altre ipotesi, dalla pace sulla base dei punti elaborati da Trump ad una continuazione del conflitto dove però gli USA si tirano fuori ufficialmente dichiarando la loro “neutralità di fatto”, sono da considerarsi catastrofiche per l'Europa e che pongono a rischio la stessa sopravvivenza della Nato e della EU, oltre che la permanenza al potere delle élites dominanti europee.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

Venezuela nel mirino: la narrazione che assolve gli USA di Fabrizio Verde Venezuela nel mirino: la narrazione che assolve gli USA

Venezuela nel mirino: la narrazione che assolve gli USA

Trump abbandona i vassalli europei e la NATO?    di Giuseppe Masala Trump abbandona i vassalli europei e la NATO?   

Trump abbandona i vassalli europei e la NATO?  

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra... di Francesco Santoianni Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo? di Raffaella Milandri Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Ma che c'entra La Russa con Pasolini? di Paolo Desogus Ma che c'entra La Russa con Pasolini?

Ma che c'entra La Russa con Pasolini?

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo di Alessandro Mariani Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo

Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Nessun altro posto di Giuseppe Giannini Nessun altro posto

Nessun altro posto

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire di Michele Blanco La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire

La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti