Terza petroliera inseguita dagli USA vicino al Venezuela
Washington si auto-investe di poliziotto globale, sostituendosi al diritto internazionale. Il Venezuela, vittima di un assedio navale, chiede alla comunità mondiale: dove sono i limiti alla coercizione unilaterale?
La Guardia Costiera degli Stati Uniti ha avviato l’inseguimento di una terza petroliera in acque internazionali vicino al Venezuela in meno di una settimana. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti anonime, confermando così un’ulteriore intensificazione della campagna diretta a sottrarre il petrolio al Venezuela. Un funzionario ha affermato che la nave operava sotto sanzioni USA, senza fornire ulteriori dettagli sull’identità o la posizione del mercantile.
L’episodio si inserisce nella scia dell’annuncio, fatto la scorsa settimana dal presidente Donald Trump, di un “blocco navale” totale contro le petroliere sanzionate in entrata o in uscita dal Venezuela. Una misura che diversi osservatori internazionali denunciano come parte di una più ampia strategia di regime change. Oltre ai pattugliamenti, la politica di Washington ha incluso un rafforzamento militare nella regione e numerosi attacchi illegali contro navi, che secondo stime di Caracas hanno causato almeno un centinaio di vittime civili.
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha denunciato queste azioni come veri e propri “atti di pirateria” perpetrati sotto copertura statale. Attraverso un materiale illustrativo, il leader ha spiegato la differenza tra i pirati, che agiscono per conto proprio, e i “corsari”, che invece operano sotto contratto e protezione di uno Stato. “È esattamente ciò che sta facendo l’amministrazione statunitense”, ha affermato Maduro, “utilizzando metodi coloniali per assaltare e rubare petrolio venezuelano nei Caraibi”.
La protesta arriva a soli due giorni da un’altra formale denuncia del governo bolivariano, guidata dalla vicepresidente esecutiva Delcy Rodríguez, che aveva già segnalato alla comunità internazionale il “sequestro” di una nave e la “sparizione forzata” del suo equipaggio, definendolo un “grave fatto di pirateria” nella sistematica aggressione all’economia nazionale.
Nonostante l’assedio, Maduro ha ribadito la forza della resistenza venezuelana, affermando che il Paese ha affrontato e neutralizzato 25 settimane consecutive di questa campagna multiforme di guerra ibrida. “Questa fase di aggressioni ha servito a rafforzare la struttura dello Stato”, ha dichiarato il presidente, annunciando che la nazione è pronta per una “Rivoluzione profonda”. “Il Venezuela ha dimostrato che può affrontare il terrorismo psicologico e il furto delle sue risorse senza fermare il suo cammino. Siamo preparati per accelerare la marcia!”, ha concluso.
Il governo si è impegnato a portare la denuncia di queste violazioni del diritto marittimo e dei diritti umani in tutti i consessi internazionali, difendendo la sovranità energetica come asse centrale della resistenza alle pressioni esterne.

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