Tav, Tap e il famoso "non si può più tornare indietro". Eppure un modo c'è

 Tav, Tap e il famoso "non si può più tornare indietro". Eppure un modo c'è

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!




di Francesco Erspamer


La ragione per cui il TAV si farà non è soltanto (che sarebbe già una ragione sufficiente) che così hanno deciso gli italiani alle politiche del 2018 dando al M5S solo un terzo dei voti e gli altri due terzi ai partiti che sono favorevoli al progetto.


C’è anche il risultato delle europee di pochi mesi fa, in cui con chiarezza ancora maggiore hanno ribadito di preferire i sì-TAV come la Lega e addirittura il Pd, o di fregarsene; avessero dato il 40% ai pentastellati il TAV non si sarebbe fatto, ma gli hanno dato meno del 20%. Gli stessi abitanti della Val di Susa hanno scelto di farsi rappresentare da Salvini. E che dire dell’assenza, allora e adesso, di qualsiasi condanna dei governi precedenti, che non solo firmarono gli accordi ma accettarono le condizioni capestro che oggi rendono impossibile, a prescindere dalla volontà di Conte, una disdetta del TAV? Lo stesso giochino lo hanno fatto per il TAP e visto che funziona riprenderanno a farlo non appena i media, le multinazionali e gli ignavi li avranno riportati al potere.


Come impedirlo? Al M5S propongo di far approvare una legge che richieda per qualsiasi accordo internazionale, anche insignificante, il consenso del Parlamento con voto palese; e che in ogni caso vieti accordi che non possano essere revocati senza alcuna penale dopo un periodo, diciamo, di tre anni, massimo cinque. Le multinazionali rifiutano vincoli a molto più breve scadenza; proprio non vedo perché gli Stati debbano essere svantaggiati rispetto ai privati. Ovviamente i liberal e liberisti si stracceranno le vesti (che mai si erano stracciati per lo scempio del territorio e la distruzione dell’economia italiana e della nostra cultura) e grideranno che sarebbe la fine degli investimenti. Voglio proprio vedere. Se alla Francia o alla Germania o agli Stati Uniti le condizioni non piaceranno, si tratterà di verificare l’interesse della Cina o della Russia.

E se qualche costosissima grande opera non si farà, tanto meglio per tutti eccetto che per la casta che da sempre le usa per arricchirsi oscenamente.

Potrebbe anche interessarti

Nasce NOI - Nuovo Ordine Internazionalista di Emanuele Dessì Nasce NOI - Nuovo Ordine Internazionalista

Nasce NOI - Nuovo Ordine Internazionalista

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?   di Bruno Guigue Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Storia di una tragedia annunciata di Gilberto Trombetta Storia di una tragedia annunciata

Storia di una tragedia annunciata

“Solulcular”: i sinistrati di Turchia. Cosa rimane dopo le elezioni di Michelangelo Severgnini “Solulcular”: i sinistrati di Turchia. Cosa rimane dopo le elezioni

“Solulcular”: i sinistrati di Turchia. Cosa rimane dopo le elezioni

Gli effetti del "nazismo economico" dell'UE di Pasquale Cicalese Gli effetti del "nazismo economico" dell'UE

Gli effetti del "nazismo economico" dell'UE

Giacarta può essere sconfitta? di Federico Greco Giacarta può essere sconfitta?

Giacarta può essere sconfitta?

Ucraina, la linea di condotta di Paolo Pioppi Ucraina, la linea di condotta

Ucraina, la linea di condotta

I cento anni di Henry Kissinger: una storia nella storia di Paolo Arigotti I cento anni di Henry Kissinger: una storia nella storia

I cento anni di Henry Kissinger: una storia nella storia

Breve Viaggio nel Futuro. Verso una nuova era Tecno-Umana di Damiano Mazzotti Breve Viaggio nel Futuro. Verso una nuova era Tecno-Umana

Breve Viaggio nel Futuro. Verso una nuova era Tecno-Umana