Tampone, vaccini e scuola: la propaganda mediatica è in totale cortocircuito

Tampone, vaccini e scuola: la propaganda mediatica è in totale cortocircuito

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Una Premessa d'obbligo in tre punti su come si ottiene in Italia il Green Pass:

1) aver effettuato "vaccinazione" con  due dosi di siero anticovid autorizzato da Ema (ad oggi non è ancora obbligatoria terza dose);

2) essere guarito dal covid e aver sviluppato una documentabile risposta anticorpale (questa seconda opzione di fatto resta sulla carta, come abbiamo già denunciato);

3) aver effettuato un tampone ed essere risultato negativo.

Abbiamo verificato che le prime due condizioni non vengono comunque considerate soddisfacenti sia per entrare in uno studio televisivo, sia per accedere alle conferenze stampa di palazzo Chigi, sia per partecipare alle riunioni del G20. La terza viene considerata da chi ci governa e indottrina come la più efficace. Ma non basta: il tampone non vuole essere reso gratuito per costringere tutti a vaccinarsi, nonostante non si possano più nascondere gli effetti avversi, nonostante in molti Stati europei sia raccomandato solo ai sintomatici.

Dopo questa premessa veniamo all'ennesimo delirio. Leggiamo dal Corriere della Sera Bologna: "Focolaio di positivi al tampone in una scuola di Bologna: 300 ragazzi della Farini sono tornati in DAD."

E indovinate chi è il capro espiatorio per quella stampa e tv che richiede il tampone ai vaccinati?

Una docente non vaccinata. L'unica che ogni mattina è entrata a scuola sicura di essere negativa al covid grazie ai ripetuti tamponi a proprie spese.

Come spiega Il Corriere di Bologna, si tratta di dodici classi su ventidue totali all’interno dell’istituto comprensivo, di cui adesso quattro sono in quarantena e otto in sospensione dell’attività didattica. "Il contagio, che ha toccato un numero di poco superiore alle dieci persone, è probabilmente partito da una professoressa. In regola con green, ovviamente, risulterebbe però frutto dei tamponi e non della vaccinazione. Saranno le autorità sanitarie però ad accertare il tutto".

Leggiamo ancora dall'edizione del Corriere della Sera di Bologna: "Anche se le prime persone a cui la professoressa potrebbe aver trasmesso il virus sono proprio due insegnanti, anche loro regolarmente munite di green pass valido, in questo caso frutto della vaccinazione. Da lì il coinvolgimento delle altre otto classi, che saranno sottoposte a tampone tra domenica e lunedì per capire se dovranno essere prese ulteriori misure o se tutti potranno tornare in presenza".

Quindi non è assolutamente accertato che sia stata proprio l'insegnante non vaccinata a contagiare le due colleghe, vaccinate e positive, che insegnavano nelle 8 classi sottoposte a screening che ha fatto emergere 10 alunni asintomatici con tampone positivo.
Poiché l'unica insegnante sicuramente negativa era quella con green pass valido per un tampone ripetuto, quale perversa logica ha additato l'insegnante non vaccinata come untore?

Al Corriere di Bologna l'ipotesi sembra sia stata suggerita da "fonti interne alla AUSL" che, evidentemente, avendo effettuato accesso ai dati personali sensibili di tutto il personale scolastico, hanno facilmente individuato il perfetto capro espiatorio nell'unico dipendente munito di green pass da tampone negativo.

La logica imporrebbe seri dubbi sulla catena di trasmissione del contagio. O i tamponi non sono attendibili, neppure quelli rilasciati dal Ministero della Sanità ai fini del green pass, e quindi non ha alcun senso pretenderli negli studi televisivi, a palazzo Chigi, al G20. Oppure il tampone certifica la negatività al covid, mentre un individuo vaccinato, per stessa dichiarazione ufficiale dell'istituto superiore di sanità, può contagiare.

Logica deduzione vuole che le altre due insegnanti, o uno degli alunni, abbiano contagiato l'insegnante che era sicuramente negativa, e non certamente il contrario.

Ma, se si ammettesse questa banalissima realtà, la propaganda di chi, in primis, non si fida dei vaccini richiedendo tamponi crollerebbe con tutti i loro castelli di carta di menzogne. 

Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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