“Relazioni Cina-Iran entrano in una fase nuova”. Raisi in Cina su richiesta di Xi Jinping

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Il presidente iraniano Ebrahim Raisi visiterà la Cina questa settimana su invito del suo omologo cinese Xi Jinping, come ieri annunciato da Pechino.

La visita, che inizierà domani e di protrarrà fino a giovedì 16 febbraio, prevede colloqui bilaterali tra i due leader, la firma di documenti di cooperazione tra le delegazioni dei due Paesi e un incontro congiunto dei presidenti con imprenditori iraniani e cinesi.

Questa è la prima visita di Raisi in Cina da quando è entrato in carica nel 2021. L'ultima volta ha incontrato Xi durante il vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) a settembre a Samarcanda, in Uzbekistan.

L'anno scorso, l'Iran è stato ufficialmente incluso nella SCO come membro permanente. La nazione persiana ha successivamente chiesto di aderire ai BRICS, due organizzazioni internazionali dove Cina e Russia svolgono un ruolo significativo.

La Cina rimane il principale partner commerciale dell'Iran e il principale acquirente del suo petrolio. Negli ultimi dieci mesi, le esportazioni di petrolio da Teheran a Pechino hanno raggiunto i 12,6 miliardi di dollari.

L'Iran svolge anche un ruolo cruciale nella Belt and Road Initiative (BRI), una mega-infrastruttura ed iniziativa economica lanciata da Pechino per collegare le economie di Europa, Asia e Africa, con un occhio all'espansione in America Latina.

Nel 2021, entrambi i paesi hanno firmato un patto di cooperazione strategica di 25 anni che includeva componenti "politiche, strategiche ed economiche".

La visita di Raisi al gigante asiatico fa parte della politica “Look to the East” della sua amministrazione, che cerca di costruire alleanze con potenze mondiali non occidentali con strutture politiche simili all'Iran e di opporsi al dominio occidentale guidato dagli Stati Uniti negli affari internazionali.

Parlando al Global Times , il direttore esecutivo del Centro di ricerca per la Belt and Road dell'Università di Lanzhou, Zhu Yongbiao, in merito alla visita di Raisi in Cina ha spiegato: “La cooperazione nel quadro della Belt and Road Initiative e dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai darà alla Cina e All'Iran più spazio per la cooperazione. È prevedibile che dopo questo incontro le relazioni Cina-Iran entreranno in una fase nuova e più elevata”.

Raisi: Iran e Cina vedono nell'unilateralismo la radice delle crisi attuali

"Entrambi i paesi vedono l'unilateralismo e le misure coercitive, comprese le sanzioni crudeli, come la radice principale delle crisi e dell'insicurezza, e chiedono sforzi collettivi per raggiungere un vero multilateralismo, così come la giustizia globale, l'uguaglianza internazionale e un ordine mondiale equilibrato." Si legge nell’articolo che Raisi ha scritto per People's Daily , il giornale ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC).

Il presidente persiano ha descritto n Iran e Cina come "due civiltà umane vive e dinamiche" che "erano collegate tra loro attraverso la storica Via della Seta", e ha dimostrato che "prosperità e felicità come obiettivi popolari desiderabili possono essere raggiunti solo attraverso interazione e cooperazione”.

Raisi ha osservato che Teheran e Pechino, che hanno firmato un accordo di 25 anni nel marzo 2021 per sviluppare la cooperazione reciproca in vari campi, perseguono approcci simili riguardo agli sviluppi internazionali, si oppongono all'imperialismo e all'unilateralismo e sottolineano la necessità del rispetto dei diritti e degli interessi nazionali di altri paesi.

“Gli interessi e i diritti fondamentali delle nazioni, compreso il diritto allo sviluppo, non sono negoziabili. Ogni tentativo da parte di poteri arroganti di politicizzare i problemi e, di conseguenza, privare le nazioni, a scapito dello sfruttamento dei meccanismi internazionali, è condannato”, ha rimarcato.

Secondo il presidente persiano, l'Iran, dati i suoi insegnamenti islamici e il suo rispetto per tutte le religioni, è ferocemente contrario all'estremismo e al terrorismo e li considera contrari al puro Islam e al progresso umano.

“Crediamo che l'unico modo per garantire la sicurezza sia fidarsi degli attori regionali. L'esperienza ha dimostrato che l'intervento straniero porta solo a una maggiore insicurezza e alla diffusione del terrorismo nella regione dell'Asia occidentale", ha ricordato.

"La preziosa esperienza dell'Iran nella lotta contro i terroristi dell’ISIS-Daesh e il successo nel prevenire la loro diffusione in altre parti del mondo hanno chiaramente dimostrato che l'Iran è un garante di pace e stabilità e usa la sua abilità militare solo per scoraggiare i terroristi e le potenze arroganti".

Raisi, infine, ha ribadito che "la Repubblica islamica cerca la massima interazione con tutti i Paesi del mondo, soprattutto con potenze amiche come la Cina", valorizzando l'approccio di Pechino che "ha sempre mostrato come un Paese possa svilupparsi senza esercitare il colonialismo, cosa che è caratteristica delle potenze occidentali e aiutare anche gli altri a svilupparsi.”

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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