Narrazioni fiabesche e mafie africane che gongolano

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Narrazioni fiabesche e mafie africane che gongolano


di Michelangelo Severgnini


In questi giorni mi sono imbattuto in un fotomontaggio spontaneo che intende esprimere un moto d'affetto nei confronti della sfortunata spedizione a Hollywood del regista Matteo Garrone. 

Mentre lo guardavo me ne veniva in mente però un altro che avevo visto tempo addietro.

Sono andato a recuperarlo. Si tratta di una locandina del PCI Migrant Project, "Iniziativa dei cittadini patrioti", un'associazione nigeriana che da anni si batte in Nigeria contro l'immigrazione irregolare.

Come?

Attraverso la sensibilizzazione (cioè la decostruzione delle narrazioni fiabesche di mafie e Ong) e attraverso la denuncia dei trafficanti e delle mafie locali dedite all'adescamento e alla tratta di esseri umani.

In entrambi i fotomontaggi ci sono le dune del deserto.

Per le associazioni africane quelle dune sono l'esca del mafioso trafficante e in primo piano c'è un ragazzo lasciato indietro, a morire tra le sabbie, come un fanciullo caduto a metà strada dal carro che conduceva al Paese dei Balocchi.

Nel primo fotomontaggio invece ci sono le dune del deserto e non c'è nessuno, se non Garrone e la sua troupe, perché si dà per scontato che i migranti siano già passati e siano altrove ad occupare già la casella successiva.

Garrone costruisce l'idea della migrazione come una catena di trasmissione, come un flusso continuo, una giostra che gira inesorabilmente e tutti possono farci un giro.

Le associazioni in Africa cercano di spiegare che quella non è una giostra, è piuttosto un imbuto: sarai truffato dalle mafie e l'Europa la vedrai con il binocolo, mentre rimanere indietro nel deserto sarebbe ancora una delle migliori sorti che ti possano capitare.

In poche parole, Garrone costruisce quella narrazione fiabesca che poi sono le associazioni africane sul campo a dover decostruire per salvare i propri giovani.

Nel frattempo le mafie africane gongolano.

Uno spot mondiale gratuito a loro favore.

Non solo, in Italia i primi a sperticarsi per questo spot alle mafie africane, sono proprio i paladini della lotta alla mafia e dei diritti umani.
 
Tutto molto interessante.

A maledire tutti loro restano solo gli Africani.

 
 
 

P.s. Per approfondire il tema migratorio guarda il nuovo documentario: "Una storia antidiplomatica":
 

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