Lukashenko giura per il settimo mandato: Bielorussia tra continuità e sfide internazionali
Alexander Lukashenko ha prestato giuramento per il suo settimo mandato come presidente della Bielorussia, prolungando il suo governo fino al 2030. La cerimonia di insediamento si è svolta presso il Palazzo dell'Indipendenza di Minsk, con oltre 1.100 ospiti presenti. Durante il suo discorso, Lukashenko ha sottolineato i successi del Paese, rivendicando la creazione di uno Stato sovrano e stabile. "Abbiamo molto di cui essere orgogliosi", ha affermato, sottolineando il ruolo della Bielorussia sulla scena mondiale. Ha poi difeso la sua leadership, descrivendo la sua gestione come una "dittatura di stabilità, sicurezza e ordine".
Il presidente ha anche toccato temi di libertà di espressione e indipendenza politica, dichiarando che la Bielorussia gode di maggiore democrazia rispetto ad altri Paesi occidentali. Ha ribadito la volontà di non permettere che la libertà di parola venga usata come strumento per destabilizzare il Paese. Sul piano internazionale, Lukashenko ha denunciato le pressioni esterne, tra cui le sanzioni occidentali e la presenza di truppe NATO ai confini, interpretandole come tentativi di minare l’indipendenza bielorussa. Tuttavia, ha assicurato che il Paese ha "sufficiente esperienza per resistere a qualsiasi vento della storia".
Le elezioni che hanno portato alla sua rielezione, con l’86,82% dei voti, sono state contestate in passato da opposizioni e governi occidentali, ma Lukashenko ha respinto ogni accusa di irregolarità, definendole politicamente motivate. Con questo nuovo mandato, il leader bielorusso si prepara ad affrontare nuove sfide interne ed esterne, mantenendo salda la sua visione di uno Stato forte e sovrano.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati