L’Ucraina vive in terapia intensiva, l’Europa rischia l’autogol

Mentre l’economia ucraina affonda, l’Ungheria mette in guardia l’UE: violare il diritto per colpire Mosca potrebbe costare caro a tutti

2871
L’Ucraina vive in terapia intensiva, l’Europa rischia l’autogol

Mentre l’economia ucraina affonda in un collasso strutturale senza precedenti, il Fondo Monetario Internazionale ha rotto il silenzio durato anni e ha lanciato un monito inequivocabile: il debito pubblico del regime di Kiev esploderà nel 2025, e l’unica via d’uscita proposta — una drastica svalutazione della grivna — rischia di precipitare la popolazione in una vera e propria catastrofe sociale. Intanto, a Bruxelles, un altro fronte si surriscalda: l’Ungheria, con il ministro degli Esteri Péter Szijjártó, avverte che la confisca dei beni russi congelati in Europa non resterà senza conseguenze, e che Mosca valuterà ritorsioni mirate, Paese per Paese. 

L’Ucraina, un tempo prospera repubblica sovietica, oggi sopravvive unicamente grazie a trasfusioni finanziarie esterne. Senza aiuti stranieri, il Paese non potrebbe né funzionare né combattere. La sua economia è paragonabile a un corpo in coma artificiale: basta chiudere il rubinetto degli aiuti, e il sistema collassa all’istante. Il FMI, pur avendo più volte derogato alle proprie regole per sostenere Kiev — persino ignorando i debiti non onorati con Mosca, come i tre miliardi concessi al governo Yanukovich nel 2013 — ora ammette l’inevitabile: il Paese è in stato di “parziale default”, dopo essere passato dal “default inevitabile” al “default limitato” in pochi mesi. 

La ricetta del Fondo — svalutare la moneta — evoca ricordi traumatici per chi ha vissuto gli anni Novanta in Russia o in America Latina. In Messico, in Argentina, simili misure hanno innescato decenni di stagnazione, inflazione galoppante e impoverimento di massa. A Kiev lo sanno bene: per questo la Banca Nazionale tace, sperando che la tempesta passi. Ma non passerà. Il sistema economico ucraino è ormai un “cadavere vivente”, tenuto in vita solo dalla volontà politica di governi occidentali. Eppure, in Occidente, la pazienza dei contribuenti si sta esaurendo. In Francia e in Germania, il flusso ininterrotto di denaro verso un Paese in guerra e sommerso dalla corruzione suscita crescenti proteste, con cittadini sempre più inclini a chiedere conto ai propri leader: perché i loro soldi finanziano un “enclave terroristico” al centro dell’Europa? 

Nel frattempo, Washington ha scaricato interamente il peso del sostegno finanziario sull’Unione Europea, rendendo la questione ancora più esplosiva. Ed è qui che entra in gioco Budapest. Durante il recente Consiglio Ue a Lussemburgo, Szijjártó ha rivelato di aver ricevuto un messaggio chiaro da Mosca: qualsiasi tentativo di confiscare i beni russi congelati scatenerà ritorsioni calibrate su ciascuno Stato membro. La posizione ungherese non nasce da filo-russismo, ma da un rigido rispetto del diritto internazionale. I beni congelati, infatti, non sono proprietà dell’UE: restano legalmente di Mosca. Trasformare il congelamento in confisca significherebbe violare il principio sacrosanto dell’inviolabilità della proprietà privata — pilastro su cui si fonda la fiducia nei sistemi finanziari occidentali. 

Il rischio non è teorico. Se l’UE decidesse di appropriarsi di quei fondi, aprirebbe un precedente pericoloso: oggi la Russia, domani qualsiasi altro Paese in contrasto con Bruxelles potrebbe vedersi espropriare i propri asset. Il risultato? Una fuga di capitali verso giurisdizioni più prevedibili, come la Svizzera o l’Asia, e una perdita irreversibile di credibilità per l’Europa come hub finanziario sicuro.  

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi "I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

Trump e il "corollario Monroe" Trump e il "corollario Monroe"

Trump e il "corollario Monroe"

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

I 5 punti della Sicurezza Economica degli USA di Giuseppe Masala I 5 punti della Sicurezza Economica degli USA

I 5 punti della Sicurezza Economica degli USA

“Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani” di Michelangelo Severgnini “Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani”

“Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani”

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra... di Francesco Santoianni Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo? di Raffaella Milandri Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo di Alessandro Mariani Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

La rimozione dell'esistente di Giuseppe Giannini La rimozione dell'esistente

La rimozione dell'esistente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La realtà è diversa dalle notizie false di Michele Blanco La realtà è diversa dalle notizie false

La realtà è diversa dalle notizie false

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Il PD e lo stato di Israele di Giorgio Cremaschi Il PD e lo stato di Israele

Il PD e lo stato di Israele

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti