L'Ucraina ha capitolato a Gedda?

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L'Ucraina ha capitolato a Gedda?

 

Commentando su Ria Novosti i colloqui tra Ucraina e Stati Uniti di Gedda, l'analista russo Dmitry Bavyrin offre la chiave di lettura più interessante per i possibili risvolti futuri in attesa della risposta formale del Cremlino all'accordo tra Washington e Kiev di una "tregua di un mese".

"I risultati dell'incontro non sono molto positivi da un punto di vista degli interessi russi ed è impossibile nasconderlo: ieri l'Ucraina non riceveva aiuti militari e informazioni di intelligence dagli Stati Uniti, oggi li riceve di nuovo", inizia così Bavyrin la sua analisi, rimarcando come per Mosca lo scenario migliore restava quello di un Zelensky fosse considerato "un reietto da sacrificare".  Ma, prosegue l'analista nella sua analisi, per il Cremlino lo scenario futuro non è negativo. "Kiev ha semplicemente smesso di fare la capricciosa e ha accettato le richieste degli americani [...] Ora come allora, Zelensky non vuole la pace, ma vuole vivere di rendita con la NATO, aspettare una “finestra di opportunità” (un attacco marziano alla Russia, per esempio) e alimentare le speranze insoddisfatte della popolazione. Pensa che anche il ritorno a tali posizioni sia possibile".

Accettando le condizioni di Trump, prosegue l'analista russo, la delegazione ucraina ha battuto Mosca sul tempo. "Questo è ciò che intende il Segretario di Stato americano Marco Rubio quando dice che “la palla è ora dalla parte della Russia”. Le regole per gli Usa sono chiare: Mosca deve accettare la proposta o rifiutarla. Il modo in cui la rifiuteremo determinerà l'abilità della Russia come giocatore in questa speciale disciplina diplomatica. Dobbiamo essere intelligenti e riportare la palla in Ucraina, in modo che Zelensky torni a essere un ostacolo per il Premio Nobel di Trump.", ha sottolineato. 

Non c'è possibilità che la Russia accetti l'offerta di Gedda nella sua forma attuale, sottolinea Bavyrin. L'Occidente e l'Ucraina chiedono in coro la cessazione delle ostilità, ma il loro coro lo chiede dal febbraio 2022 e nessuno ha il diritto di far finta di non aver sentito che la Russia ha delle condizioni. "In questo senso non è cambiato nulla: tutte le ragioni sono al loro posto, sia da parte degli Stati Uniti e della NATO, le cui infrastrutture militari sono una minaccia per la sicurezza della Russia".  

Dopo aver scritto come l'accettazione di Kiev è anche figlia del piccolo territorio russo di Kursk che ancora controlla - l'"ultima carta da giocare per Zelensky e che la tregua conserverebbe" - l'analista russo rimarca ora come la sfida vera del Cremlino sarà quella di far comprendere a Trump che la sua proposta non potrà essere realizzata per l'esperienza maturata in passato da Mosca con Kiev e con l'occidente collettivo. "Trump dovrebbe capire che non si tratta di lui, ma delle persone che lo hanno preceduto e che c'è ancora molto da fare per ristabilire la fiducia".

"L'accordo della delegazione di Gedda per un cessate il fuoco è solo una manovra, ma il suo stesso svolgimento contraddice ciò che la propaganda suggerisce da tre anni. Ancora ieri si sosteneva che accettare le condizioni di Trump fosse una resa dell'Ucraina. Ora le condizioni sono state accettate e sono peggiori di quelle precedenti al litigio alla Casa Bianca, poiché gli Stati Uniti riscriveranno il trattato sui metalli rari a loro favore. Quindi l'Ucraina ha capitolato? Sembra di sì. La capitolazione dell'Ucraina (non tanto alla Russia, quanto alla realtà), che può davvero porre fine al nostro conflitto etno-politico, deve ancora arrivare. E, visto che stiamo parlando di giochi, sarà facilmente riconoscibile dal grido russo di “Gool!”."

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