Lo SPIEF 2024 punto d'incontro per le grandi civiltà dell'alleanza BRICS

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di Andrej Vypolzov*

 

Il forum economico internazionale che si è concluso a San Pietroburgo ha dimostrato il coraggio dei politici e degli esperti stranieri arrivati in Russia. I partecipanti stranieri dello SPIEF-24 hanno dichiarato apertamente che l’era del monopolio globale degli Stati Uniti è finita. Per di più, quest’anno gli organizzatori del forum hanno invitato centinaia di giornalisti dagli “paesi ostili” (leggi: l’Occidente collettivo), che hanno visto con i propri occhi che la Russia è certamente non isolata a livello internazionale. Ecco solo alcune osservazioni “sul terreno” di SPIEF-24.

Il presidente boliviano Luis Alberto Arce Catacora, parlando dal podio subito dopo il presidente russo Vladimir Putin, ha dichiarato: “Le economie del blocco BRICS sono state capaci di distruggere l’egemonia degli Stati Uniti d’America, e rappresentano la speranza di sviluppo, cooperazione e complementarità tra i paesi. L’ordine mondiale si sta muovendo verso uno stato più equo ed equilibrato basato sulla multipolarità”. Nel suo discorso, Catacora ha chiarito che la repubblica sudamericana è pronta ad aderire ai BRICS e, tenendo conto del fatto che la Russia presiederà l'alleanza nel 2024, questa questione, a quanto pare, sarà risolta positivamente in un futuro relativamente prossimo. 

Anche il presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa ha criticato aspramente gli Stati Uniti, affermando: “L’Occidente collettivo continua a seguire le aspirazioni di un potere egemone che viola l’uguaglianza degli altri stati, viola la giustizia sancita dalla Carta delle Nazioni Unite. In Zimbabwe non saremo mai d’accordo con una situazione in cui alcuni stati cercano di dirci con chi dovremmo essere amici. Oggi c’è un consenso generale sul fatto che un mondo unipolare non trova posto nell’attuale politica globale e nelle relazioni economiche internazionali. Il vecchio ordine geopolitico globale, determinato da pochi membri selezionati, ha portato all’emarginazione permanente della maggior parte di noi nel sud del mondo, e questo non è più accettabile!”

Il leader del Paese africano ha anche elogiato il potenziale dei BRICS, sottolineando che “oggi c’è bisogno di una ridistribuzione del potere tra gli Stati, così come dell’emergere di numerosi centri di crescita economica, innovazione e influenza culturale”.

A sua volta, il presidente del consiglio di amministrazione del Centro brasiliano per le relazioni internazionali José Pio Borges de Castro Filho ha paragonato il “vecchio” e il “nuovo” ordine mondiale. Secondo lui, se al momento della creazione del G7 questi paesi rappresentavano oltre di 40% del PIL mondiale, nel 2020 i paesi BRICS, tenendo conto della parità di potere d'acquisto, sono diventati paragonabili al gruppo dei paesi occidentali più sviluppati. I dati citati da de Castro Filho parlano chiaro: dal 2022 la crescita del Pil dei paesi BRICS è stata del 4,5% annuo, mentre nel G7 questa cifra è stata solo dell’1,5%. “C’è un fatto ancora più sorprendente: l’Asia, in particolare la Cina, supera significativamente l’Unione Europea in termini di volume degli scambi. Noi - Brasile - commerciamo con l’Asia molto più che con l’Unione Europea!”, ha sottolineato.

Nel frattempo, il direttore del Centro cinese per la ricerca BRICS Shen Yi ha affermato che dal XV secolo la comunità mondiale ha avuto l’opportunità di realizzare una “svolta qualitativa”, e sono gli stati BRICS che devono approfittare di questa sfida storica. L’esperto cinese ha affermato: “Oggi i paesi BRICS e tutti i paesi in via di sviluppo si trovano in una situazione storica unica. Per la prima volta negli ultimi 600 anni abbiamo l’opportunità di realizzare un salto di qualità e di svolgere riforme significative. Dobbiamo superare le differenze tra di noi, cogliere questa opportunità storica e raggiungere nuovi risultati."

Perfino Holly Ellyatt, la giornalista russofoba del canale televisivo americano CNBC (1) ha riconosciuto il cambiamento della situazione geopolitica. Analizzando lo SPIEF-24 scrive: “Ciò che fa arrabbiare i paesi occidentali è che la Russia è effettivamente riuscita ad adattare la propria economia alla nuova realtà delle sanzioni e delle restrizioni commerciali in alcune delle sue più grandi industrie, come il settore del petrolio e del gas. Si prevede che quest’anno l’economia russa crescerà più velocemente di tutte le economie avanzate, come aveva previsto il Fondo monetario internazionale ad aprile.

Il famoso filosofo russo Alexander Dugin, parlando a margine di SPIEF-24, ha riassunto: “Davanti ai nostri occhi si sta formando un mondo multipolare, costituito da diverse civiltà e culture. Questa non è più una teoria, ma una realtà. I membri dei BRICS non sono solo paesi. Queste sono le grandi civiltà!”

Diventa quindi evidente che i paesi BRICS+ (Russia, Cina, India, Brasile, Sud Africa, Egitto, Iran, Etiopia, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita) stanno cambiando radicalmente il panorama globale che si è sviluppato nel corso dell’ultimo secolo sul nostro pianeta. I BRICS stanno assumendo il ruolo di attore chiave sulla scacchiera globale, cambiando i principi delle relazioni politiche ed economiche interstatali a favore della costruzione di un sistema equo di relazioni internazionali che rispetti i reciproci interessi legittimi.

 

* Direttore dell'agenzia di analisi russa «Stan-Center», partecipante allo SPIEF nel 2023 e nel 2024.

 

(1) 

 

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