L'attacco del governo al diritto di sciopero e il neoliberismo
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di Paolo Desogus*
L'attacco del governo al sindacato e al diritto di sciopero è solo limitatamente dovuto all'orientamento politico della maggioranza uscita dalle urne un anno e mezzo fa. La lotta sindacale e l'istituto dello sciopero sono stati oggetto di un'opera di discredito, prodotta in parte da alcune mancanze degli stessi sindacati confederali, ma dovuta soprattutto all'affermazione dell'ideologia neoliberale, la cui forza sta nello sgretolamento delle organizzazioni di classe e nella promozione dell'ideologia del cittadino imprenditore di se stesso in perpetua competizione con il prossimo.
Con questo non voglio naturalmente dire che Salvini e le sue insulsaggini non abbiano alcuna responsabilità. Credo tuttavia che occorra studiare i modi in cui vecchi retaggi fascistoidi assorbiti dalla Lega e mai del tutto esauriti in Italia (ricordiamoci dell'assalto alla CGIL di due anni fa), si stanno saldando con l'ideologia neoliberale.
Gli attacchi barbari del governo e di Salvini e gli ostacoli posti alla lotta sindacale con il tentativo, in parte riuscito, di limitare lo sciopero di venerdì prossimo sono funzionali all'ideologia dell'imprenditore di se stesso e alla disintermediazione, apparentemente moderna, urbana, green, fatta propria anche da molta sinistra, ma da cui si ricava una concezione del lavoro degradante e ottocentesca.
*Post Facebook del 14 novembre 2023