La strage di Kostiantynivka, l'inchiesta del NYT e un surreale attacco a l'AntiDiplomatico

La strage di Kostiantynivka, l'inchiesta del NYT e un surreale attacco a l'AntiDiplomatico

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di Alessandro Bianchi

 

Mentre gli articoli di Repubblica“Missile sulle bancarelle. Putin fa strage al mercato: 17 morti tra le macerie" (FOTO IN ALTO)  – e quello di Open -"Strage in un mercato affollato in Ucraina, l’esplosione del missile russo tra i negozi: 16 morti, c’è anche un bambino – Il video" - restano ancora online e continuano a diffondere agli italiani una notizia smascherata come falsa perfino dall’organo di riferimento del potere statunitense, il New York Times, arrivano singolari accuse a l’AntiDiplomatico.

Non dai “fact checker indipendenti” incaricati dai social a stelle e strisce della censura diretta, ma da un secondo livello di controllo. Con i primi che intervengono di nascosto con la coda tra le gambe.

In un curioso tweet che ci chiama in causa per il nostro articolo “NYT, il missile sul mercato del Donbass e come opera la censura in Italia”, il gruppo di “fact checking, aggregazione di news, identificazione veicolo e geoloc.”, OSINT-I - nato a febbraio 2022 in contemporanea con l'inizio dell'operazione speciale russa in Ucraina - sostiene come il nostro articolo non sia attendibile perché il missile ucraino che ha devastato il mercato di Kostiantynivka non fosse un AGM-88 ma un 9M38. 

Di seguito il thread di OSINT-1, che comunque ringraziamo sentitamente per la pubblicità offerta alla nostra battaglia per la libertà di stampa e pensiero contro l'agenzia statunitense NewsGuard:


A parte che noi non citiamo nel suddetto articolo la tipologia del missile – questa è la sola parte in cui si parla dell'arma nell'articolo: “è stato il risultato di un missile di difesa aerea ucraino errante sparato dal sistema di lancio Buk" -  ma se anche fosse, verrebbe semplicemente da sorridere, se non fosse così tragico, macabro e disumano, che la questione per il gruppo di "fact-checking" OSINT-I sia quale arma del regime di Kiev si sia macchiata dell’atrocità e non il crimine in sé.

Il nostro articolo prendeva le conclusioni del NYT - il missile della strage era ucraino - per focalizzarsi su come opera l'informazione e la censura in Italia. Gettare fango sul nulla e distogliere l’attenzione dalla vera questione ci permette di evidenziare un ulteriore aspetto fondamentale per comprenderla pienamente. I “fact checker” di Open - responsabili della chiusura prima e dello shadowbanning poi della nostra pagina Facebook - e l’agenzia statunitense News Guard - che con il loro bollino rosso interferisce con la nostra indicizzazione con browser e social media - sono, infatti, solo la punta di una piramide che vede al suo interno diversi gradi di intervento.

In un loro precedente tweet, il gruppo OSINT-I commentava come “nulla di nuovo a quanto già si sapeva” l’inchiesta rivelazione del NYT che accerta come il missile che ha distrutto il mercato di Kostiantynivka fosse ucraino.  

Bene “nulla di nuovo”. E quindi nella loro autoproclamata azione di "factchecking" hanno chiesto alle redazioni di Repubblica e di Open di cancellare da internet gli articoli del 6 settembre ancora presenti online che diffondono la grave fake news?

Il gruppo OSINT-I, nella loro autoproclamata azione di "factchecking", ha chiesto che i direttori dei due giornali in questione si scusino con i propri lettori per la disinformazione offerta?

Il gruppo OSINT-I, infine, ha fatto presente ai giornali in questione che riportare le dichiarazioni più strampalate dei funzionari ucraini accelera la discesa nella terza guerra mondiale, obiettivo neanche più troppo celato dal regime di Kiev?

Attendiamo fiduciosi le prossime mosse di OSINT-I. Nel frattempo, visto che veniamo accusati di non averlo letto, vi proponiamo la traduzione completa dell’articolo del New York Times, in modo tale che possiate farvi in massima autonomia la vostra opinione.


P.s. Un errore lo abbiamo commesso, anche se non è stato notato (e non a caso forse) dal gruppo di "fact checking" che riporta lo screenshot del nostro tweet. Abbiamo scritto, nel presentare il nostro articolo, “diga” e non “mercato” in relazione al massacro di Kostiantynivka. Un lapsus freudiano con un altro crimine del regime di Kiev – la distruzione della diga di Khakova – in contemporanea con la visita del cardinal Zuppi nella capitale ucraina il 6 giugno scorso. Anche all’epoca il vociare dei media italiani che flirtano con la terza guerra mondiale aveva subito seguito la propaganda ucraina, accusando i russi. Russi che, nella loro visione, dopo aver autodistrutto la loro più importante infrastruttura a livello mondiale, i gasdotti Nord Stream, avrebbero sabotato un'opera decisiva per il loro rifornimento idrico.

P.S. 2 Nell'articolo del quotidiano statunitense che leggerete sotto si sottolinea come il crimine commesso dal regime di Kiev sia stato dovuto ad un "errore di calcolo". Ipotesi che a noi non convince perché già in passato visite importanti - quello stesso giorno, il 6 settembre, arrivava in Ucraina Blinken per parlare di negoziati e armi - sono state accompagnate da crimini similari per incolpare la Russia e aumentare la pressione verso la NATO. 


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Le prove suggeriscono che un missile ucraino ha causato la tragedia del mercato

di John Ismay, Thomas Gibbons-Neff, Haley Willis, Malachy Browne, Christoph Koettl e Alexander Cardia

Thomas Gibbons-Neff da Kostiantynivka e Druzhkivka (in Ucraina) insieme a John Ismay, un ex ufficiale addetto allo smaltimento delle bombe, da Washington e reporter da Irlanda e New York.


New York Times - 19 settembre 2023

L'attacco missilistico del 6 settembre su Kostiantynivka, nell'Ucraina orientale, è stato uno dei più letali degli ultimi mesi nel Paese, con la morte di almeno 15 civili e il ferimento di oltre 30 persone. Il carico di frammenti metallici dell'arma ha colpito un mercato, perforando finestre e pareti e ferendo alcune vittime in modo permanente.

Meno di due ore dopo, il presidente Volodymyr Zelensky ha incolpato i "terroristi" russi per l'attacco e molti media hanno seguito l'esempio. Nel corso della sua invasione dell'Ucraina, la Russia ha ripetutamente e sistematicamente attaccato i civili e colpito scuole, mercati e abitazioni come tattica deliberata per instillare la paura nella popolazione. A Kostiantynivka, in aprile, ha bombardato case e una scuola materna, uccidendo sei persone.

Ma le prove raccolte e analizzate dal New York Times, tra cui frammenti di missili, immagini satellitari, resoconti di testimoni e post sui social media, suggeriscono fortemente che il catastrofico attacco è stato il risultato di un missile di difesa aerea ucraino errante sparato da un sistema di lancio Buk.

L'attacco sembra essere stato un tragico incidente. Gli esperti di difesa aerea affermano che missili come quello che ha colpito il mercato possono andare fuori rotta per una serie di ragioni, tra cui un malfunzionamento elettronico o un'aletta di guida danneggiata o tranciata al momento del lancio.

Il probabile guasto del missile si è verificato nel corso dei combattimenti a poca distanza nell'area circostante. Le forze russe hanno bombardato Kostiantynivka la notte precedente; il fuoco dell'artiglieria ucraina dalla città è stato segnalato in un gruppo locale di Telegram pochi minuti prima dell'attacco al mercato.

Un portavoce delle forze armate ucraine ha dichiarato che il servizio di sicurezza del Paese sta indagando sull'incidente e, in base alla legge nazionale, non può commentare ulteriormente.

Le autorità ucraine hanno inizialmente cercato di impedire ai giornalisti del Times di accedere ai detriti del missile e all'area dell'impatto nelle fasi immediatamente successive all'attacco. Ma alla fine i reporter sono riusciti a raggiungere la scena, a intervistare i testimoni e a raccogliere i resti dell'arma utilizzata.

Il colpo

I filmati delle telecamere di sicurezza mostrano che il missile è entrato a Kostiantynivka dalla direzione del territorio ucraino e non da dietro le linee russe.

Quando si sente il suono del missile in avvicinamento, almeno quattro pedoni sembrano girare simultaneamente la testa verso il suono in arrivo. Sono rivolti verso la telecamera, in direzione del territorio ucraino. Pochi istanti prima di colpire, il riflesso del missile è visibile mentre passa sopra due auto parcheggiate, mostrando che viaggia da nord-ovest.

La testata del missile esplode a pochi metri dal suolo poco prima dell'impatto, facendo esplodere frammenti metallici verso l'esterno. Il cratere risultante e i danni che si estendono dal punto di detonazione sono coerenti con un missile proveniente da nord-ovest, secondo un esperto di esplosivi e un'analisi del Times.

Il punto di impatto della fusoliera del missile in relazione alle cicatrici indica che il missile è entrato a Kostiantynivka da una direzione nord-occidentale. Un sospetto sito di lancio ucraino

Ulteriori prove rivelano che pochi minuti prima dell'attacco, l'esercito ucraino ha lanciato due missili terra-aria verso la linea del fronte russo dalla città di Druzhkivka, 10 miglia a nord-ovest di Kostiantynivka.

I reporter del Times si trovavano a Druzhkivka quando hanno sentito il lancio di un missile in uscita alle 14.00, seguito pochi minuti dopo da un secondo. Per caso, un membro del team ha registrato il primo lancio in un messaggio vocale.

Anche i residenti di Druzhkivka hanno riferito di un lancio in uscita a quell'ora su un gruppo locale di Telegram. "Ancora uno", si leggeva in un post delle 14:03, riferendosi a un secondo lancio di missili. La gente del posto, in prossimità dei lanci, li ha descritti come anormalmente rumorosi - al di là dei rumori di guerra a cui sono abituati - il che è in linea con i racconti dei testimoni di passati lanci di Buk.

La tempistica di questi lanci è coerente con quella del missile che ha colpito il mercato di Kostiantynivka, intorno alle 14.04.

Probabile che il missile ucraino abbia mancato l'obiettivo

Inoltre, due testimoni che hanno parlato con il Times hanno detto di aver visto i missili lanciati da Druzhkivka in direzione della linea del fronte russo intorno all'ora dell'attacco; uno di loro ha detto di aver visto i missili andare in direzione di Kostiantynivka. Un soldato ucraino di stanza a Druzhkivka, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha anche detto di aver sentito due lanci di missili più o meno alla stessa ora.

Uno dei testimoni ha anche detto che i missili sono stati lanciati da campi alla periferia della città, un luogo che i residenti dicono essere utilizzato dall'esercito ucraino e dal quale hanno visto in precedenza missili di difesa aerea.

I reporter del Times che hanno visitato il sito hanno visto indizi che indicano che è stato usato di recente dall'esercito, tra cui trincee, fosse per i rifiuti e ampie tracce compatibili con un grande veicolo militare.

Un altro indicatore chiave: le bruciature. Diversi missili di difesa aerea lanciati da terra vengono sparati dalla parte posteriore di un grande veicolo e bruciano il terreno circostante quando vengono lanciati. L'analisi delle immagini satellitari prima e dopo mostra nuove bruciature intorno alle trincee il giorno dell'attacco, il che potrebbe indicare che il sito è stato utilizzato per il lancio di missili.

Diverse piccole trincee sono state scavate in un'area dove, secondo i residenti, l'esercito ucraino lancia missili di difesa aerea. Il terreno è stato recentemente bruciato e l'erba sembra essere stata schiacciata da un grosso veicolo. Il missile

All'indomani dell'attacco, le autorità ucraine hanno dichiarato che le forze russe hanno utilizzato un missile sparato da un sistema di difesa aerea S-300, che la Russia ha usato sia per intercettare gli aerei che per colpire obiettivi a terra. Ma un missile S-300 ha una testata diversa da quella esplosa a Kostiantynivka.

Le facciate metalliche degli edifici più vicini all'esplosione sono state perforate da centinaia di fori quadrati o rettangolari, probabilmente fatti da oggetti simili a cubi lanciati verso l'esterno dal missile.

Le misure dei fori - e dei frammenti trovati sulla scena - sono coerenti per dimensioni e forma con un'arma in particolare: il missile 9M38, che viene sparato dal veicolo antiaereo mobile Buk. È noto che l'Ucraina utilizza il sistema Buk, così come la Russia.

Alcuni fori hanno una larghezza inferiore a 10 millimetri, mentre altri sono leggermente più grandi. Il 9M38 contiene due diverse dimensioni di frammenti cubici di metallo solido: otto millimetri e 13 millimetri di diametro.

Un giornalista del Times ha anche esaminato altri frammenti di missili recuperati in diverse località dell'Ucraina, sparati dai sistemi di difesa aerea russi S-300, S-400 e Buk, nonché da due diversi sistemi di difesa aerea americani. Le loro forme e misurazioni mostrano che il danno sul sito del mercato è stato probabilmente causato da un 9M38.

Due esperti indipendenti di smantellamento di bombe militari, che hanno chiesto di rimanere anonimi per poter parlare con franchezza, sono giunti alla stessa conclusione e hanno affermato che i frammenti e i danni sul luogo dell'attacco sono più coerenti con un 9M38.

Diversi testimoni hanno sentito o visto le forze ucraine sparare missili terra-aria da Druzhkivka verso Kostiantynivka al momento dell'attacco al mercato. E le prove raccolte al mercato dimostrano che il missile proveniva da quella direzione.

Non è chiaro perché il missile, che ha una gittata massima di poco più di 17 miglia, possa essere atterrato a Kostiantynivka, anche se è possibile che abbia avuto un malfunzionamento e si sia schiantato prima di colpire il bersaglio previsto. In ogni caso, a una distanza così breve - meno di 10 miglia - è molto probabile che il missile sia atterrato con il carburante non consumato nel suo motore a razzo, che sarebbe esploso o bruciato al momento dell'impatto, offrendo una possibile spiegazione per le diffuse bruciature al mercato.

Julian E. Barnes ha contribuito con un reportage da Washington, D.C., e Aric Toler da New York. Ulteriori ricerche sono state effettuate da Rob McDonagh di Storyful.

John Ismay è corrispondente dal Pentagono nell'ufficio di Washington ed ex ufficiale della Marina addetto allo smaltimento degli ordigni esplosivi. Per saperne di più su John Ismay

Thomas Gibbons-Neff è corrispondente dall'Ucraina ed ex fante dei Marines. Per saperne di più su Thomas Gibbons-Neff

Haley Willis è una giornalista del team Visual Investigations. Ha vinto due premi Pulitzer per le sue inchieste sull'esclusione da parte dell'esercito americano delle denunce di vittime civili e sulle uccisioni da parte della polizia durante gli arresti stradali. Per saperne di più su Haley Willis

Malachy Browne è direttore del team Visual Investigations del Times. Ha fatto parte dei team che hanno ricevuto il Premio Pulitzer per il reportage internazionale nel 2020 e nel 2023. Per saperne di più su Malachy Browne


Foto, video e link dell'inchiesta del NYT presenti nella fonte originale citata in alto.

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