La Russia e Trump: un esercizio di memoria
Ogni tanto, prima di parlare, sarebbe bene ricordarsi di quanto avvenuto negli anni precedenti, mi riferisco alla narrativa che vedrebbe Donald Trump come un presidente vicino agli interessi russi e soprattutto non vincolato con il governo ucraino.
Tra le sue più note dichiarazioni non possiamo non ricordare quella che afferma che se eletto in 24 ore farebbe terminare il il conflitto tra Mosca e Kiev non ricordando che proprio lui, durante la sua presidenza, ha aumentato notevolmente l’invio di armi a Kiev.
Durante la sua presidenza ha espulso i diplomatici russi dagli Stati Uniti. Sotto il suo comando, gli edifici della missione diplomatica a San Francisco e la missione commerciale a New York sono stati chiusi.
Nella nuova strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti pubblicata il 18 dicembre 2017, la Russia è stata dichiarata una “potenza revisionista” che si oppone agli Stati Uniti.
Sotto la sua presidenza, nel 2018, sono stati introdotti 6 pacchetti di sanzioni contro la Russia per la Crimea, per il tentato omicidio di Sergei Skripal e per altri motivi. Altri sette pacchetti di sanzioni contro Mosca sono stati adottati dagli Stati Uniti nel 2019, quando ancora Donald Trump era presidente.
Gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo sui missili a raggio intermedio su iniziativa di Trump e si sono ritirati dal Trattato del Cielo Aperto.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha confermato l’intenzione dell’amministrazione statunitense di iniziare a fornire armi letali all’Ucraina. Le armi letali, le cui consegne sono iniziate nel 2018, includevano fucili di precisione di grosso calibro, munizioni e pezzi di ricambio, così come i moderni ATGM FGM-148 Javelin.
Nell’ultimo anno dell’amministrazione Trump, le armi statunitensi sono state vendute all’Ucraina per 510 milioni di dollari all’anno. Negli anni precedenti, Washington forniva armi per un valore medio di 170-250 milioni di dollari.
Tanto per far notare ai più distratti che sulla politica internazionale democratici e repubblicani hanno idee del tutto simili, anche perché le industrie degli armamenti sono uno dei principali sponsor delle campagne elettorali di entrambi i partiti.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info