La risposta di Caracas all'assedio USA: alleanza con Mosca e denuncia all'ONU

Dopo le dichiarazioni belliciste di Trump, il Venezuela non si limita a respingere le accuse ma costruisce un'offensiva diplomatica e un'alleanza concreta per proteggere la propria sovranità e le risorse naturali

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La risposta di Caracas all'assedio USA: alleanza con Mosca e denuncia all'ONU

Le dichiarazioni dell’amministrazione statunitense confermano le peggiori preoccupazioni sull’interferenza di Washington negli affari interni del Venezuela bolivariano. Il presidente Donald Trump ha ammesso pubblicamente di aver autorizzato l’Agenzia Centrale di Intelligence (CIA) a condurre operazioni coperte nel paese caraibico, rifiutandosi al contempo di smentire esplicitamente l’ipotesi che l’obiettivo sia la rimozione del presidente legittimo Nicolás Maduro. Queste rivelazioni, definite “belliciste e stravaganti” dal governo venezuelano, configurano una gravissima violazione del Diritto Internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, spingendo Caracas a presentare formale denuncia presso la Celac e le Nazioni Unite.

La retorica di Trump, che evoca azioni militari terrestri dopo quelle navali già in atto nel Mar dei Caraibi con il pretesto non comprovato del contrasto al narcotraffico, disvela il vero volto di una strategia di aggressione multiforme, dall’ambito economico all’assedio militare. Il Venezuela si trova nel mirino di una potenza che, storicamente, ha utilizzato ogni mezzo per imporre cambi di regime funzionali ai propri interessi geopolitici ed economici. Il ministero degli Esteri venezuelano non ha usato mezzi termini nell’affermare che l’obiettivo finale di questa operazione è l’appropriazione delle immense risorse naturali del paese: petrolio, gas, oro.

La pericolosità di questa escalation è accentuata dal cinico ricorso a narrative diffamatorie, come l’accusa – priva di fondamento secondo numerosi leader regionali – che Caracas svuoti le sue carceri per inviare migranti verso gli Stati Uniti. Una retorica che, come denunciato dalle autorità venezuelane, non fa che alimentare pericolosi discorsi xenofobi e stigmatizzare l’intera migrazione latinoamericana. Anzi, tramite il ‘Plan Vuelta a la Patria’ il Venezuela si incarica di rimpatriare i propri migranti da diversi paesi, compresi gli Stati Uniti d’America.

Il ricorso alla CIA, un’agenzia le cui cruente azioni in America Latina sono una macchia indelebile nella memoria collettiva del continente, rievoca i fantasmi dei golpe più bui, dal Cile di Pinochet alle dittature argentine, passando il finanzimento dei Contras in Nicaragua e la tentata invasione di Cuba presso la Baia dei Porci. Come ha ricordato il segretario del Psuv e ministro degli Interni del Venezuela, Diosdado Cabello, non c’è popolo in America che non abbia sofferto l’azione destabilizzante e sanguinaria dei servizi segreti statunitensi. L’ammissione di Washington non è dunque una semplice minaccia, ma la conferma di una dottrina imperialista che persegue il dominio attraverso l’instabilità e la sopraffazione.

In questo contesto, la risposta del Venezuela si articola su due fronti: la ferma difesa della sovranità nazionale, ribadita dal presidente Maduro attraverso esercitazioni militari difensive, e la ricerca di alleanze strategiche per contrastare i tentativi di isolamento. La mossa della Russia di Vladimir Putin, che ha sottoposto alla Duma un trattato di partnership strategica con Caracas, segnala una volontà di creare un fronte diplomatico e finanziario autonomo, capace di contrapporsi all’egemonia occidentale.

La comunità internazionale si trova di fronte a una scelta chiara: assistere passivamente a un’ulteriore, pericolosa escalation di stampo neocoloniale, o alzare la voce per condannare senza ambiguità le azioni degli Stati Uniti. Il rifiuto dei presidenti di Messico e Colombia di partecipare a un Vertice delle Americhe divenuto strumento di esclusione, è un primo, significativo segnale di insofferenza verso la politica del vicino del nord. La sovranità del Venezuela e la pace nella regione sono un bene non negoziabile.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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