La fabbrica delle fake news: lo scandalo BBC che conferma ogni sospetto
Tagliando, cucendo e decontestualizzando le parole, la BBC ha costruito una narrazione falsa, dimostrando di essere parte di una macchina della disinformazione che i cittadini fanno sempre più fatica a distinguere
La credibilità dei grandi media mainstream, già gravemente compromessa, subisce un altro colpo devastante. L'emittente pubblica britannica BBC, da sempre paladina auto-proclamata di imparzialità e rigore, è stata smascherata in uno scandalo che non ammette repliche: la manipolazione deliberata di un discorso di Donald Trump per alterare completamente il suo significato e dipingere l’attuale presidente degli Stati Uniti come un istigatore della violenza.
La rivelazione, portata alla luce dal Telegraph, è inequivocabile. Nel documentario "Trump: A Second Chance?", andato in onda a pochi giorni dalle elezioni statunitensi, il programma "Panorama" ha tagliato, rimontato e alterato tre sequenze del discorso tenuto da Trump il 6 gennaio 2021. Il montaggio fraudolento ha prodotto un video in cui il Presidente esorta alla lotta violenta: "Lottaremo come demoni". La realtà dei fatti, quella del discorso integrale, era profondamente diversa: Trump invitava infatti i suoi sostenitori a una marcia "pacifica e patriottica" verso il Campidoglio.
Non si è trattato di una semplice svista, ma di una distorsione calcolata della realtà con l'intento preciso di influenzare l'opinione pubblica in un momento cruciale. L'ammissione di colpa, arrivata a scandalo avvenuto, suona quanto mai ipocrita. Il presidente della BBC, Samir Shah, ha parlato di "errore di giudizio", mentre la Casa Bianca di Trump non ha usato mezzi termini, definendo la clip "100% fake news" e accusando l'emittente di "disonestà deliberata".
BUSTED??
— MJTruthUltra (@MJTruthUltra) November 3, 2025
The BBC doctored Footage of Trump’s speech on January 6 to make it look like he was inciting an Insurrection
I smell another lawsuit. I hope he sues them for every damn dime they have.
Storyhttps://t.co/GL0cZ1lCG2 pic.twitter.com/yqOJUXr5Ns
Le conseguenze sono state immediate e pesantissime, con le dimissioni del direttore generale Tim Davie e della direttrice delle news Deborah Turness. Una resa dei conti obbligata, che tuttavia non cancella il gesto. Anzi, la portata delle reazioni – dalle furiose condanne di esponenti politici britannici come Liz Truss e Nigel Farage alla minaccia di azioni legali da parte dello stesso Trump – dimostra quanto profonda sia la ferita inferta alla fiducia già ai minimi livelli dei cittadini.
Questo episodio non è un caso isolato per la BBC, la cui storia è costellata di controversie che ne hanno offuscato la reputazione, dall'affare del dossier sulle armi di distruzione di massa in Iraq allo scandalo Jimmy Savile. Ma oggi, in un'era di iper-informazione, la manipolazione così plateale segna un punto di non ritorno. È la prova provata che nessun grande media, nemmeno quello considerato un faro di obiettività a livello globale, è immune dalla tentazione di piegare i fatti a un'agenda narrativa ben precisa.
La vicenda non è solo uno scandalo editoriale, è il sintomo di una malattia che affligge il giornalismo mainstream: la presunzione di poter sostituire la verità dei fatti con una verità di comodo, costruita in redazione per orientare il consenso e l’opinione pubblica.

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