La deterrenza nucleare russa come risposta alle mosse aggressive di Washington

Dopo il lancio del Minuteman III e i piani per missili in Europa, Mosca si vede costretta a valutare test nucleari come unica forma di dissuasione

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La deterrenza nucleare russa come risposta alle mosse aggressive di Washington

In un clima di crescente tensione strategica, il Cremlino ha lanciato un chiaro monito agli Stati Uniti. Il Ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, ha dichiarato che le azioni di Washington obbligano Mosca a mantenere le proprie forze nucleari in stato di allerta e a valutare l'avvio immediato dei preparativi per test nucleari su vasta scala. L'annuncio è stato fatto durante una riunione del Consiglio di Sicurezza nazionale alla presenza del Presidente Vladimir Putin.

Belousov ha accusato gli Stati Uniti di perseguire un attivo sviluppo di armamenti strategici offensivi, citando piani per il dispiegamento di missili in Europa e nella regione Asia-Pacifico, con tempi di volo di soli sei-sette minuti dalla Germania al cuore della Russia. Ha inoltre denunciato lo sviluppo da parte statunitense di un nuovo missile intercontinentale con una gittata di 13.000 chilometri e ha riferito di esercitazioni condotte a ottobre per simulare un attacco nucleare preventivo contro la Russia.

La posizione del Ministro è stata immediatamente sostenuta dal Capo di Stato Maggiore, Valeri Gerasimov, il quale ha avvertito che un eventuale ritardo nei preparativi da parte russa farebbe perdere tempo prezioso per una risposta tempestiva. Gerasimov ha sottolineato come, nonostante l'assenza di spiegazioni ufficiali da Washington sulle recenti dichiarazioni del Presidente Donald Trump, l'analisi delle intenzioni statunitensi punti chiaramente verso una volontà di riprendere i test.

Il contesto si è ulteriormente surriscaldato con il recente lancio di prova di un missile balistico intercontinentale Minuteman III non armato da parte del Comando di Attacco Globale dell'Aeronautica statunitense. Sebbene Washington abbia definito l'operazione "routine", si tratta del primo test missilistico dopo le affermazioni di Trump, il quale la scorsa settimana ha ordinato di avviare "immediatamente" test nucleari, giustificando la mossa con i presunti programmi di Russia e Cina.

Il Cremlino ha respinto con fermezza le accuse di Trump, specificando che le recenti prove di nuove armi a propulsione nucleare, come il cruise missile Burevstnik e il drone sottomarino Poseidon, non costituiscono test nucleari. Il portavoce presidenziale Dmitri Peskov ha ribadito che la posizione di Mosca rimane coerente: qualsiasi allontanamento dalla moratoria volontaria sui test da parte di un'altra potenza innescherà una risposta simmetrica da parte russa.

Mentre Putin afferma che lo sviluppo dell'arsenale nucleare russo è una risposta trasparente e annunciata alle azioni altrui, e non una minaccia, la partita della deterrenza strategica entra in una nuova e pericolosa fase. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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