Il servilismo di un paese praticamente fallito
Cosa dice questa foto scattata ieri durante il raduno di solidarietà per Israele?
Dice in primo luogo che la causa dei palestinesi non esiste, non deve esistere.
Dice più in generale che la storia non esiste, se non come storia unilaterale degli oppressori.
Dice dunque che la sottomissione del debole da parte del più forte è giusta.
Dice che ogni resistenza è un crimine e che ogni crimine per stroncarla rientra nelle possibilità del diritto.
Dice anche che la politica italiana - qui rappresentata quasi al completo - accetta il suo ruolo servile senza battere ciglio, unita, compatta: nemmeno per il 25 aprile o il 2 giugno vedrete mai i suoi esponenti tutti insieme in così tanta armonia.
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Ora, qualcuno può credere che la causa palestinese sia solo la vicenda di un lontano popolo, straccioni dalla lingua strana di cui non vale la pena interessarsi. E invece è una storia che ci riguarda da vicino, perché ci dà la misura della falsa coscienza dell’Occidente. Ci dice chi siamo. E nel caso dell’Italia ci dice che siamo un paese politicamente fallito: senza ideali, senza rispetto della dignità altrui, senza un briciolo di coraggio, ipocrita, opportunista, meschino.
Nelle facce di Letta, Boschi, Salvini, Cioffi e Tajani c’è tutta questa roba qua.